Gaza, 6 aprile 2018 – Secondo venerdì di fuoco sulla “marcia per il ritorno” – Notitia Criminis
Secondo alcuni media israeliani gli abitanti della Striscia di Gaza hanno ammassato centinaia di pneumatici usati lungo la barriera con Israele in vista del secondo venerdì di proteste da quando il 30 marzo scorso ha preso il via la “Marcia per il ritorno”. L’obiettivo sembrerebbe quello di dare alle fiamme gli pneumatici il 6 aprile 2018. I bambini e le donne sarebbero stati istruiti per usare specchi e laser al fine di distrarre i tiratori delle Forze di difesa israeliane. Da quanto riporta il quotidiano “Yedioth Ahronoth” si prevede che gli pneumatici dati alle fiamme creino un “muro di fumo” lungo la linea di demarcazione. Intanto l’esercito israeliano si prepara alla repressione violenta…
“E si capisce anche da questo articolo, afferma Giuseppe Zambon un nonviolento italiano, https://www.ilfoglio.it/preghiera/2018/04/03/news/tutti-lodino-i-100-tiratori-israeliani-schierati-sul-terrapieno-di-gaza-187301/ che merita la più attenta lettura e riprovazione. Io mi rendo conto di come essere servo del Sionismo internazionale sia un mestiere impegnativo, ma raramente si era letto un testo così ripugnante e criminale.”
Già durante la ‘Marcia del ritorno’ del 30 marzo, l’esercito israeliano aveva schierato 100 cecchini e droni lancia-lacrimogeni. La repressione ha causato 17 morti e oltre 1500 feriti. Da ciò si è riaccesa anche in Italia la critica verso lo stato sionista, reo di non rispettare i diritti umani dei legittimi cittadini della Palestina occupata, ed è stata avviata una nuova campagna di boicottaggio contro il governo israeliano e la sua politica discriminatoria e persecutoria nei riguardi della popolazione originaria della Palestina.
Da Gaza una volontaria italiana lì impegnata per la pace ci scrive: “Qui nella Striscia siamo pochissimi, credo 4 o forse 5 in tutto (a parte un gruppetto di atleti e artisti che Meri ha portato per una settimana) e ci stiamo facendo in 8 per diffondere testimonianze reali. Intanto netanyahu e lieberman, ben sostenuti dal loro popolo marcio, hanno appena dichiarato, anzi riconfermato che il 6 aprile 2018 faranno una strage ben peggiore di quella di venerdì scorso. In Italia alzate la voce circa il fatto che a notitia criminis (l’annunciato massacro è tale) le istituzioni preposte al rispetto dei diritti umani invece di reagire tacciono. Perché non fate capire che è anche grazie a un silenzio interpretato come assenso che Israele può impunemente seguitare a portare avanti i suoi crimini senza neanche una sanzione? Il 6 aprile noi andremo in vari punti del border, ovviamente nessuno di noi farà l’eroe della domenica, staremo attenti al massimo e cercheremo solo di documentare il più possibile la realtà. Cercheremo di evitare che la narrazione israeliana seguiti ad alimentare fogne che diffondono letame, quindi, per favore, pensateci e diffondete magari la nostra narrazione che forse a qualcosa può servire.”
Palestina senza speranza? Gaza è un lager reso innovativo dalla geniale creatività sionista: se nei lager nazisti e nel gulag sovietico era l’amministrazione carceraria che forniva a sue spese i pasti, sia pur ovviamente da fame, nel lager di Gaza sono gli internati detenuti che devono sforzarsi di produrre il loro cibo, a loro spese e senza diritto alla protesta, sotto gli occasionali bombardamenti e le regolari vaporizzazioni di pesticidi dei sorveglianti. Come succede spesso, gli Allievi hanno superato i Maestri senza che il Mondo batta ciglio. Il 6 aprile avremo nuove risultati da questo stato di cose.
Paolo D’Arpini
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Commento di Jimmie Moglia: “Il lavoro di riforma della mentalità collettiva è impervio, per non dire impossibile, ma ogni iniziativa o sforzo, quantunque minimo nel contesto globale, e’ meglio che niente – nello spirito di ‘gutta cavat lapidem’ etc.
La bibbia giudaica (Deuteronomio 20:16) dice, “Nelle città che il Signore vostro Dio vi da’ come eredità, non permetterete che rimanga viva alcuna creatura che respiri.” Il tipo che si ostina a non crederci, non vuole neanche considerare Iraq, Libya, Syria, Yemen – né si rende conto che il termine americano “neo-con” o “neo-conservative” è un ennesimo eufemismo per sappiamo ben chi… Il medesimo tipo è immune al senso comune.”
Commento di Paola Manduca: “…c’è un tempo per ogni cosa e una condizione che rende necessario scegliere il tempo giusto. Credo che chi dubiti che è anche troppo tardi per mettere a fuoco che la Palestina può scomparire nelle prossime sei settimane e con un massacro dei gazawi sia fuori tempo, ed a mio giudizio, lo è da un po’. Forse è troppo tardi, poi certamente studiare la perversità e le tattiche e le strategie e la incultura del nemico ha i suoi tempi e anche quello serve ma oggi , in questo momento, anzi da un po, studiarne il dettaglio è pittare sull’acqua, sarebbe più adeguato usare quello che già si è imparato per farne uso difensivo, inoltre io sento sempre la rozzezza di non capire che chi è dentro il momento difficile e drammatico che stanno vivendo a Gaza non può che capire la necessità di quello sforzo, e sarebbe assai più sostenuto, e con lei (almeno 4 sono donne) i Gazawi se il tempo nostro che siamo a case nostre lo usassimo per moltiplicare le voci che da li ci giungono. salamath (Paola Manduca, Prof. Genetics)”
Commento di Marco Palombo: “…. “Hamas annuncia per il 6 aprile nuovi scontri” con queste parole Radio Radicale ha anticipato i temi della sua trasmissione del tardo pomeriggio di ieri che tratta temi internazionali. Io spero che oggi nessuno perda la sua unica vita. Comunque vada, il governo dello stato di Israele ha anticipato che sparerà ancora, dobbiamo denunciare con forza le manipolazioni mediatiche. Radio Radicale, che è finanziata dallo stato italiano per le sue trasmissioni parlamentari, non può falsificare la realtà in questo modo. Chi prende milioni di euro, si, milioni di euro, dai contribuenti italiani non può presentare in questo modo la presenza di migliaia di persone disarmate vicini ai confini della striscia di Gaza, bersaglio, almeno la scorsa settimana, di vere e proprie esecuzioni. E’ disumano l’ atto dei cecchini ma è disumano anche il modo di radio radicale di presentare la giornata del 6 aprile…”