La Palestina conta i morti della repressione antisemita sionista – Ma in Italia criticare israele è vietato…

Pasqua di sangue in Palestina, durante la ‘Marcia del ritorno’, l’esercito israeliano ha schierato anche 100 cecchini e, per la prima volta, droni lancia-lacrimogeni. La repressione ha causato 17 morti e oltre un migliaio di feriti e si è riaccesa in Italia la critica verso lo stato sionista, reo di non rispettare i diritti umani dei legittimi cittadini della Palestina occupata, attraverso una nuova campagna di boicottaggio nei confronti del governo israeliano. Ma attenzione, vista la protervia sionista che detta l’agenda a tutti governi occidentali, ricordiamo che in Italia già esiste un Disegno di Legge diretto esplicitamente contro il movimento pacifico di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni che si oppone alla politica discriminatoria e persecutoria dello stato colonialista israeliano nei riguardi della popolazione semita originaria della Palestina.

Senato della Repubblica – DISEGNO DI LEGGE 20143
Norme contro le discriminazioni: “Onorevoli Senatori. — Il movimento «Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni» (BDS) contiene, già nei suoi intenti originari, una richiesta di discriminazione contro Israele. Utilizzando una retorica antisionista e antisemita, il boicottaggio prende di mira beni e prodotti di fabbricazione israeliana, ed ostacola la libera partecipazione di accademici, personalità del mondo politico, sportivo e culturale in Europa e nel mondo. Denunciandolo alla Knesset, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha indicato recentemente il BDS come una ferita aperta nei rapporti fra Europa e Stato ebraico. Se non contrastate, con il tempo azioni di boicottaggio e discriminazione possono avere un effetto corrosivo, rendendo più difficile sostenere pubblicamente lo Stato ebraico. Se il sostegno ad Israele comincia ad essere visto come normativamente discutibile, ciò potrebbe fornire un terreno fertile per la crescita dell’antisemitismo…” – Continua: http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/17/DDLPRES/939906/index.html?stampa=si&spart=si&toc=no

Scrive Filippo Franceschi: “Efraim Zuroff (direttore del centro Wiesenthal) dichiara: “Il moderno antisemitismo si chiama antisionismo”; si può obiettare: “Il moderno antifascismo si chiama antisionismo”. Netanyahu dichiara: “L’ esercito israeliano ha operato esattamente secondo le procedure”; Adolf Eichmann così si giustificava: “Ho sempre operato esattamente secondo le procedure”

Scrive Vamos a la Muerte: “Gaza è un lager reso innovativo dalla geniale creatività ebraica: se nei lager nazisti e nel gulag sovietico era l’amministrazione carceraria che forniva a sue spese i pasti, sia pur ovviamente da fame, nel lager ebraico di Gaza sono gli internati detenuti che devono sforzarsi di produrre il loro cibo, a loro spese, sotto gli occasionali bombardamenti e le regolari vaporizzazioni di pesticidi dei sorveglianti. Come succede spesso, gli Allievi hanno superato i Maestri senza che il Mondo batta ciglio”

Scrive Vincenzo Brandi: “Nel disegno di legge 20143 l’antisionismo viene ovviamente equiparato all’antisemitismo e quindi al razzismo; Israele viene definito come stato confessionale “ebraico” e sono previsti fino a 4 anni di galera a chi partecipa a movimenti che invitano al boicottaggio dell’entità sionista, e fino a 6 anni per gli organizzatori.
Nessun accenno viene fatto per ricordare che il boicottaggio – una pratica politica del tutto pacifica come indicato nel bel libro di Alfredo Tradardi e Diana Carminati sull’argomento – fu uno dei mezzi usati per far cessare la politica dell’apartheid in Sudafrica. Seguendo le indicazioni dell’ex presidente Napolitano e dell’ex presidente del consiglio Renzi, si finge di ignorare che il sionismo è un’ideologia fascistoide, razzista e colonialista, il cui nucleo centrale consiste nel fatto di riconoscere ad un gruppo religioso particolare il diritto di andare a colonizzare una terra abitata da un’altra popolazione, che va quindi repressa e scacciata dalle proprie sedi.

L’equiparazione tra apartheid e sionismo è del tutto lecita e giustifica ampiamente tutte le azioni di boicottaggio. Israele nel 1948 scacciò con la forza oltre la metà della popolazione della Palestina e non ha mai attuato la risoluzione dell’ONU N. 194 del dicembre 1948 che riconosceva il diritto dei profughi di tornare alle loro case ed essere ricompensati per i danni subiti. Nel 1967 Israele occupò anche le terre palestinesi risparmiate nel ’48 (Cisgiordania e Gaza) e rifiutò di ottemperare alla risoluzione 242 dell’ONU che gli prescriveva il ritiro dalle zone occupate. La costruzione continua di colonie illegali all’interno dei territori occupati rende ormai impossibile la nascita di uno stato palestinese, come previsto dagli accordi di Oslo del 1993. Il sequestro illegale di tutte le fonti d’acqua della Cisgiordania crea enormi difficoltà alla popolazione palestinese, specie per l’agricoltura e la pastorizia. Il taglio illegale di milioni di ulivi in Cisgiordania, principale ricchezza dei territori palestinesi, si accompagna all’espulsione continua di Arabi e Beduini da numerose zone occupate per presunte ragioni di “sicurezza” e per la costruzione di nuove colonie. I processi frequenti di fronte a tribunali israeliani di Palestinesi che si oppongono all’occupazione, cui sono comminate condanne pesantissime, fanno sì che la popolazione carceraria palestinese sia una delle più alte del mondo. Frequente è l’uccisione da parte degli occupanti di gente che protesta.
Ultimamente abbiamo assistito all’annessione illegale della parte Est di Gerusalemme, per cui gli abitanti palestinesi di questa zona ora sono all’interno dello stato d’Israele, ma senza diritto di cittadinanza, e quindi non come persone di pari diritti. Nonostante la risoluzione 2334 del 27.12.2016 del Consiglio di sicurezza dell’ONU dichiari le colonie illegali, Israele recentemente ha promulgato una legge che dichiara legali retroattivamente altri 4000 alloggi per ebrei costruiti recentemente nei territori occupati.

In Palestina il governo sionista porta avanti con pervicacia il piano di oppressione e affamamento dei palestinesi, obbligando anche i governi occidentali, ed in particolare quello italiano, a seguire la linea, il disegno di legge sopramenzionato ne è riprova, come pure la serie impressionante di divieti che autorità politiche e locali e dirigenze universitarie, e persino associazioni pseudo-democratiche, hanno imposto ad una serie di manifestazioni culturali e pacifiche indette in relazione al dramma della Palestina. Tutto ciò avviene su pressioni dell’ambasciata israeliana e di gruppi sionisti italiani cui tutte le autorità italiane obbediscono vilmente.

Sarebbe opportuno che i sostenitori della causa palestinese e della liberazione di tutti i popoli oppressi intervengano ora decisi a non farsi strappare l’occasione di inneggiare alla Palestina Libera.”

Documento BDS – Per il diritto al boicottaggio d’Israele: https://bdsitalia.org/index.php/campagne/diritto-boicottaggio

Paolo D’Arpini

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