Siria – Da Afrin a Ghouta: “Dalle bugie americane alle verità russe”

I Turchi sono ad Afrin, la città curdo-siriana a nord di Aleppo, per conquistare la quale era iniziata l’operazione “Ramoscello d’Ulivo”.

Ricordate il viaggio di Erdogan in Europa? Il premier turco non è sanzionato, si può permettere di girare per le capitali della UE e far visita al papa, discorrendo magari di Gerusalemme, mentre le sue truppe e i mercenari del Free Syrian Army completano la pulizia etnica a danno dei Curdi nel nord della Siria. Tutto normale? Tutto secondo il diritto internazionale? Evidentemente no… Perché allora nessuno si oppone o minaccia sanzioni?

Forse perché la Turchia è una pedina preziosa per un’Occidente travolto da un delirio guerrafondaio che insensatamente lo spinge contro la Russia. Erdogan può minacciare la Grecia, bloccare una piattaforma dell’ENI a Cipro, fare la voce grossa sui Curdi o sulla Siria… Se lo può permettere perché chi controlla la sponda meridionale del Mar Nero tiene il coltello dalla parte del manico.

E così i Turchi hanno iniziato a bombardare i quartieri residenziali di Afrin. La gente ha paura e fugge e anche la milizia curdo-siriana si prepara ad abbandonare una posizione destinata a cadere da un momento all’altro. Si fa la pulizia etnica anche così. Ricordate quanta solidarietà per i Curdi nel 2014, quando erano sotto assedio a Kobane? Dove è più quella solidarietà oggi? Chi protesta?

USA, Gran Bretagna e Francia minacciano, piuttosto, attacchi contro l’Esercito Arabo Siriano (SAA) che combatte per liberare il territorio di Ghouta Est (presso Damasco) dai gruppi armati qaedisti. Ancora una volta, i Paesi sedicenti “civili” si mobilitano quando c’è da proteggere “l’internazionale del terrore”, convenuta in Siria da 82 Paesi del mondo non senza coperture e complicità, e le sanzioni le invocano nei confronti del governo siriano che legittimamente assolve al compito istituzionale cui ciascun governo è preposto: difendere la propria Nazione.

Poiché una guerra contro la Siria non troverebbe giustificazione alcuna dal punto di vista del diritto internazionale, necessita la legittimazione “umanitaria”. Per ragioni “umanitarie” la Turchia e gli Stati Uniti possono violare i confini altrui e schierare le proprie truppe regolari in un Paese estero col quale non c’è alcuna dichiarazione di guerra e possono bombardare e possono sfacciatamente sostenere quelle medesime milizie irregolari il cui scopo è alimentare all’infinito il conflitto.

La gran parte dei cittadini americani ritiene la rete terroristica Al Qaeda responsabile degli attacchi dell’11 Settembre contro le Torri Gemelle e il Pentagono. Come è possibile che i governi di una Nazione che si percepisce vittima di quegli attacchi abbiano sostenuto, e tuttora sostengano, quei gruppi armati che in Siria e Iraq rivendicano la propria filiazione proprio da Al Qaeda? Non si tratta di essere complottisti, si tratta di prendere atto che, come ce la raccontano, la versione ufficiale fa ormai acqua da tutte le parti.

Bambini di Ghouta Est si avvicinano a un mezzo blindato della polizia militare della Federazione Russa nei pressi di un varco predisposto per l’evacuazione dei civili.

Gli Stati Uniti si dicono pronti ad intervenire in Siria, anche senza avallo da parte dell’ONU, per porre fine (dicono loro) ai bombardamenti contro la popolazione civile di Ghouta Est e agli attacchi chimici orditi (dicono loro) dal “regime”.

I Siriani però sono stati più rapidi: hanno già liberato il 70% del territorio conteso e portato in salvo migliaia di civili… Non solo, a Shefouniya hanno catturato intatto un laboratorio chimico dove i terroristi di Jaish al-Islam stavano approntando munizioni caricate al cloro col fine di allestire un bel massacro a beneficio delle telecamere dei “Caschi Bianchi”. Un nuovo “false flag” che la sedicente “stampa libera” avrebbe prontamente imputato (c’è da scommettere) a Bashar Al-Assad in persona.

I militari siriani sono entrati nell’edificio la sera del 13 Marzo. Riconosciuta la presenza di apparecchiature chimiche e cloro, Damasco ha fermato i propri uomini e ha subito allertato l’ “Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche” (OPAC) perché inviasse un team di esperti a stilare un rapporto indipendente, ma l’OPAC si è rifiutata di intervenire accampando timori connessi alla prossimità del fronte e al persistere dei combattimenti. Il governo ha comunque fatto filmare e fotografare tutto quello che era stato trovato e lo ha messo in rete.

Attrezzature fornite ai “ribelli” da ditte saudite nel 2015, in una sala del centro per la produzione di aggressivi chimici scoperto dall’Esercito Arabo Siriano a Ghouta Est.

Patrizio Ricci, uno dei giornalisti italiani più competenti sulla questione siriana ha dunque titolato con amara ironia: “Trovato laboratorio di armi chimiche dei ribelli, ma la UE sanziona il governo siriano”. Si, perché il 19 Marzo l’Unione Europea si accinge a votare ulteriori sanzioni ai danni di questo martoriato Paese. Deboli con i forti e forti con i deboli.

L’Europa è l’ombra di se stessa, del suo significato, della sua storia. Se questa non è complicità con il terrorismo, cos’altro è? E cosa farà il nostro governo delegittimato dalla sconfitta elettorale? Voterà, per compiacere gli alleati e noti magnati internazionali, l’ennesima risoluzione che offende il diritto delle genti e condanna ancora a morte la Siria?

Fonte: https://www.interris.it/esteri/afrin–miliziani-pro-assad-uccisi-dai-raid-turchi

RIFERIMENTI

Patrizio Ricci documenta la scoperta del laboratorio chimico di Ghouta (in italiano)
http://www.vietatoparlare.it/siria-trovato-laboratorio-di-armi-chimiche-dei-ribelli-ma-la-ue-sanziona-il-governo-siriano/

Rassegna di foto delle attrezzature chimiche trovate a Ghouta (in inglese)
https://off-guardian.org/2018/03/14/syria-makeshift-chemical-weapons-lab-discovered-in-east-ghouta-by-syrian-army/

Migliaia di civili fuggono da Ghouta verso le aree liberate dal governo (in inglese).
https://www.almasdarnews.com/article/breaking-another-massive-flood-of-civilians-fleeing-rebel-areas-reaches-syrian-army-lines-in-east-damascus-statistics/

I preparativi dei “Caschi Bianchi” a Ghouta per un “false flag” con armi chimiche ai danni del governo.
https://sputniknews.com/middleeast/201802201061828547-white-helmets-chemical-attack-syria/

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