Nichilismo: il dubbio che aiuta…
Il nichilismo è una espressione del pensiero agnostico che, dal punto di vista intellettuale, merita il nostro rispetto e considerazione. Partire dal dubbio è sempre motivo di approfondimento. Infatti solo il chiedersi, il dubitare la sostanza di ogni asserzione, ci permette di ulteriormente scavare all’interno della nostra psiche. Questo è un buon esercizio e ci consente di giungere al limite estremo, quel punto magico, in bilico fra la mente e la non-mente, che nello zen chiamano la porta del “satori”.
Trovarsi lì nel vuoto senza aver ancora stabilito la propria identità può essere pericoloso (e lo ha dimostrato lo stesso Nietzsche) eppure se non giungiamo a quel punto limite, o attraverso l’intelletto o attraverso la rottura degli schemi intellettivi, come possiamo avere l’esperienza del Sé?
Qualcuno si chiede se la realizzazione del Sé possa essere definitiva e permanente. Ebbene, sì! E non perché ci si arrivi attraverso un processo di “ricerca” (spirituale) ma solo perché l’esperienza del Sé è la sola e vera esperienza costante e permanente.. è la nostra vera natura ed è inalienabile.
Qualsiasi cosa appaia nella mente, qualsiasi pensiero, sensazione, desiderio, disperazione o vuoto.. appare per mezzo del substrato della coscienza, la coscienza è la costante, mentre i pensieri sono sovrimposti…
Il momento che “realizziamo” (il che significa “rendere reale”) questo banale fatto automaticamente siamo quel che siamo sempre stati e che sempre saremo…
La logica a volte aiuta… per farci comprendere che non ci è possibile assolutamente sfuggire a questa coscienza che noi siamo. Anche la negazione di sé (nichilismo) avviene nella coscienza.
Paolo D’Arpini