Festa della donna, consumismo e fiori recisi… e l’ecologia?
Rispondo ad una amica: —perdonami, spero di non infastidirti. Mi dai l’opportunità per esprimere un paio di cose che sento su: fiori, regali, auguri, ricorrenze, condizionamenti, abitudini, risveglio, emergenza ambientale ecc. e CONSUMISMO.
Ora, il nostro pianeta è in profonda crisi e si salverà esclusivamente se saremo capaci di metterci in discussione, cambiare radicalmente il modo di fare su quasi tutto.
Per fare questo sarà necessario prendere coscienza dei condizionamenti che ci fanno vivere con l’illusione che tutto quello che facciamo lo abbiamo scelto con la nostra testa. Molti di noi lo hanno già capito rispetto al modo di nutrirsi e di occuparsi della salute, ma il resto??
La mia precisa impressione è che se ragiono con la mia testa molte cose comunemente accettate mi appaiono decisamente prive di senso.
I fiori recisi muoiono. Il commercio di fiori è un fattore che giova solo al commercio e nessun defunto ha mai ottenuto qualche giovamento da fiori portati nei cimieri. La festa della donna, le mimose, i formali nauseanti auguri alla donna in quella ricorrenza non hanno mai migliorato di un millimetro la condizione della donna nel mondo. La produzione, trasporto, rivendita di fiori mettono in giro solo un sacco di inquinamento e di rifiuti finali…concimi chimici, trasporti, imballaggi ecc. ecc.. e questo vale per una infinità di oggetti inutili che siamo spinti a comprare solo perché indotti a credere che sia il caso di farlo.
Se fossi una donna rifiuterei mimose e qualsiasi regalo superfluo e farei capire a chi mi conosce che se vogliono davvero fare qualcosa di gradevole per me, se vogliono davvero rendersi utili al prossimo, ci sono in abbondanza cose essenziali da fare.
Se penso con la mia testa, rimango incredulo e a volte mi procura nausea, il sentire gente che si fa gli auguri di buon natale, buon anno, buon onomastico, buon compleanno, buon appetito…i copioni ripetuti come marionette, meccanicamente, raramente con sincerità, quasi mai con consapevolezza. Pappagalli. L’unico augurio “formale” che per ora non mi annoia è “buon compigiorno”.
Le feste? Le ricorrenze? Quel che ci impongono sono sopratutto eventi commerciali mascherati di sacralità ecc. Se penso con la mia testa direi che i momenti conviviali, i momenti di festa li dovremmo inventare noi alla bisogna e c’è un gran bisogno di eventi socializzati veri, senza accettare l’imposizione retorica, umiliante delle istituzioni e da tradizioni medievali discutibili che spesso fanno sentire ancora più soli chi si trova fuori dai giochi.
Se pensassi con la mia testa non esiterebbero botti, fuochi d’artificio e simili idiozie devastanti per persone e animali voluti solo per del FUMO NEGLI OCCHI.
Penso che chi mi definisce estremista o talebano, si stia ancora una volta illudendo di usare la propria testa.
Lascio volentieri a loro tutta quella presunta elasticità.
Questo e moltissime altre cose sento quando ho la netta impressione di usare la mia testa.
Daniele Bricchi