Agricoltura eroica pre-elettorale ministeriale e agricoltura bioregionale contadina

Vi informiamo di una iniziativa pre-elettorale del ministero delle politiche agricole, il primo censimento nazionale dell’agricoltura “eroica”. Fino al 12 marzo, gli agricoltori, che ritengono di averne i requisiti, potranno presentare la propria candidatura attraverso il sito istituzionale del ministero sul quale è stata predisposta  una pagina dedicata https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/12099 dove ogni azienda potrà inserire i propri riferimenti, la posizione geografica e una descrizione dell’attività svolta.

Il discorso dell’agricoltura eroica era partito da quasi due anni fa poi il ministero se ne è dimenticato, e se lo sono ricordati in periodo pre-elettorale, e riguardava il discorso dei contadini che operano in aree difficili e con problemi http://www.lastampa.it/2017/11/07/italia/i-contadini-eroi-italiani-e-quel-censimento-dimenticato-0Q251r8tVtNIa6adZyOjgN/pagina.html le origini sono perciò un po’ datate e riguardavano appunto un apparente discorso su possibili agevolazioni, e sgravi per le realtà contadine che hanno molte più difficoltà rispetto a altre. E vi sono anche prodotti di eccellenza ottenuti in aree difficili.
Peccato che era sfuggito anche a noi della campagna contadina poiché poteva essere una carta per coinvolgere anche il ministero sulla legge per i contadini.

Aldo Nardini

Articoli collegati:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/2018/01/24/perche-manca-un-grande-e-coeso-movimento-contadino-in-italia-se-ne-parla-il-3-febbraio-2018-a-vignola/

http://bioregionalismo-treia.blogspot.it/2018/01/bioregionalismo-e-conservazione-della.html

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Mio commentino: “Qualche contadino eroico sospettoso ha pensato subito che il censimento sia un sottile modo indagatore per scoprire “evasori nascosti” e inquadrarli in una nuova categoria di tassabili… eroicamente auto-lesionisti” – Comunque di questi e simili argomenti se ne parlerà il 3 febbraio 2018, a Vignola, alle ore 18.30, presso l’azienda agricola La Bifolca, in via dei Gelsi. Il tema è: “Sviluppo dell’agricoltura contadina bioregionale in Emilia. Cosa ci manca?”(P.D’A)

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Commento di Roberto Li Calzi: “Commento integrazione di Roberto Li Calzi: “grazie dello stimolo

sicuramente concordo sulla necessità di fare tesoro della bio-diversità e di fare tutto il possibile per cercare di andare verso un NOI del mondo agricolo

ma permettetemi di fare una piccola digressione e allargare l’orizzonte, anche se può apparire fuorviante:

oltre ai già citati problemi di individualismi e personalismi già citati, ce n’è un altro, forse per me più grande, che limita lo sviluppo (o la resistenza organizzata) del mondo contadino italiano:

L’ASSOLUTA MANCANZA DI PERCEZIONE, DA PARTE DEL CITTADINO MEDIO DELLA CENTRALITÀ DELLE PRODUZIONI AGRICOLE DI QUALITA’ VERA (non quella spacciata per tale dai vari FICO & co.) su tutte le tematiche cruciali del nostro tempo, dalla salute all’ambiente etc

mancanza di percezione a vari livelli diffusa anche dentro il cosiddetto “consumo critico”

valgano a sostegno di quest’ultima affermazione le reiterate “offerte d’aiuto”, generosamente elargite, o la stessa terminologia: Comunità a Sostegno dell’Agricoltura

È ESATTAMENTE IL CONTRARIO! e va ribaltato con tutti i mezzi quest’equivoco di fondo: È L’AGRICOLTURA AD ESSERE A SOSTEGNO DELLA COMUNITÀ

l’agricoltura è percepita come assolutamente marginale (il cibo lo fanno i supermercati!) e/o folkloristica (il proliferare degli agriturismi con l’orticello “da scenografia”, per esempio)

e non sempre gli stessi “produttori di cibo” hanno un’adeguata percezione del valore della loro attività

c’è stata e c’è una precisa strategia in tal senso iniziata, credo, con l’Unità d’Italia e accentuata dopo la seconda guerra mondiale

PROPOSTA OPERATIVA, al termine della digressione:

pensate possa essere utile, ai fini della questione in oggetto, lavorare ASSIEME per affermare con incisività nella società in cui siamo immersi quanto sopra sommariamente esposto?
che possa essere questo stesso uno strumento di aggregazione?
chiaro che abbiamo forze modeste, ma pensate voi che sia possibile COINVOLGERE SU QUESTO PROGETTO quelle parti attive di questa società che hanno una maggiore percezione dei nessi esistenti tra qualità del cibo, salute, conservazione dell’ambiente e del territorio, decrescita, ben-essere e, perché no, FELICITÀ?
che questo possa essere decisivo soprattutto nei confronti delle generazioni oggi a scuola?
e che, in ultima analisi e proposta, questo vagheggiato NOI del mondo contadino debba essere pensato e costruito dentro un NOI molto più grande costituito da tutti coloro che non ne possono più di lamentarsi e avrebbero bisogno di UN ALTRO DISEGNO DI SOCIETÀ e che, forse, se riusciamo ad APPASSIONARLI, forse di nuovo, possiamo coinvolgerli nell’AZIONE?
scusate l’entrata a gamba tesa se qualcuno ha voglia di proseguire, operativamente e concretamente, questo ragionamento, batta un colpo…”

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