Apologia dell’idiozia e dell’intelligenza settoriale (che piace alla CIA)

Come ben sappiamo, la tecnologia è molto utile, e ormai la utilizziamo tutti, per motivazioni varie: di lavoro, di contatto, per abbreviare i tempi, per motivi di archiviazione, ecc.

Ma, per non subire le conseguenze negative dell’esplosione tecnologica, occorre tenere presente che essa, come tutti i software, può essere intelligentissima ma anche idiota, in quanto è l’hardware ad avere le redini della vera intelligenza.

Lo spiega bene Paolo Facchinetti nel libro “Corso di Autostima”: “Facendo un parallelo con il computer, diciamo che potremmo paragonare il cervello all’hardware e la mente al software, e in particolare al sistema operativo principale. È ovvio che in caso di distruzione o danneggiamento dell’hardware, il software non può più funzionare, così in caso di distruzione del cervello la mente non può più funzionare, ma ciò non prova che la mente sia il cervello. Quindi non consideriamo la mente una parte del corpo, ma piuttosto una funzione che utilizza parti del corpo. Il compito principale della MENTE sembra essere quello di porre, analizzare e risolvere problemi relativi all’esistenza. Affrontare quindi problemi e trovare soluzioni sembra far parte della sua normale operatività. Rimanendo sul parallelo mente/software, potremmo anche ulteriormente precisare che la mente segnala o propone problemi all’operatore, il quale a sua volta può inserirne di nuovi per avere soluzioni.

Come fa la MENTE a risolvere i problemi che le vengono posti?

Esamina il problema, cioè valuta le percezioni raccolte in tempo presente dai vari organi di percezioni, cerca nei files dati del passato relativi al problema attuale e in base a ciò cerca (o dovrebbe cercare) la miglior soluzione per quel problema in base alla miglior sopravvivenza futura dell’individuo. Diciamo “dovrebbe” perché pur essendo la sua naturale funzione quella di garantire la miglior sopravvivenza futura dell’individuo, come tutti i computer, intelligentissimi idioti, può portare a soluzioni opposte se i dati inseriti sono sbagliati o, peggio ancora, se dei virus li hanno danneggiati. Se l’operatore è cosciente di questo rischio starà bene all’erta soprattutto se comincerà a notare che delle soluzioni operative adottate non danno i risultati sperati oppure se vedrà che il computer tarda a dare soluzioni. L’operatore prenderà allora il comando diretto delle operazioni e inserirà nuovi dati nel computer o aggiornerà i sistemi operativi oppure passerà al controllo manuale delle operazioni, non più quindi automatico. Voi, l’Operatore, … avete preso in mano il controllo delle operazioni e state inserendo nuovi dati nel computer che vi dovrebbero servire per trovare migliori soluzioni.”

Dunque, se la tecnologia viene assunta in modo passivo, come se essa non fosse ciò che è, con i limiti che ha, si rischia di seguire piste false, assurde, oppure ci si assoggetta a ciò che dentro di noi non desidera alcuna vita vera, che di certo richiede una certa dose di attività autonoma e personale.

Nessuno ha ancora dato una definizione soddisfacente del concetto di “intelligenza”, anche se questa parola viene molto usata, spesso in modo errato. Ad esempio, parlare di “intelligenza” riferita al computer o ad altre macchine ad alta tecnologia è errato. Si potrebbe parlare, in questo caso, di “operatività”, di “prestazioni tecnologiche” o di “alta funzionalità”, e sarebbe più corretto.

L’intelligenza è posseduta dall’uomo, ma anche dall’Universo. Non esiste un unico tipo di intelligenza, in quanto le componenti che determinano l’intelligenza sono diverse. Da sempre, l’intelligenza astratta viene considerata il più alto tipo di intelligenza. Essa rappresenta la capacità di concepire pensieri e concetti, di formulare ipotesi e teorie e di immaginare cose nuove che non esistono ancora nella realtà. È l’intelligenza tipica dell’Uomo, che potrebbe anche sopraggiungere improvvisamente, come un’illuminazione. Il noto “Eureka!” di cui alcuni scienziati hanno parlato.

Ma l’intelligenza si può esprimere anche nel tempo, dopo una lunga applicazione dell’intelligenza astratta, che permette risultati importanti. Si pensi alle lunghe ricerche di alcuni studiosi che hanno fatto importanti invenzioni.

Dunque, la rapidità non è una caratteristica costante dell’intelligenza.

Un computer può essere più veloce e preciso di colui che l’ha inventato e costruito, ma questo non significa che possa dare risultati diversi rispetto alla programmazione che è stata fatta da chi lo ha creato. Si pensi alle traduzioni fatte attraverso il computer.

Queste traduzioni presentano spesso brani incomprensibili, che fanno capire che il computer non può capire il linguaggio umano, poiché esso comprende aspetti cognitivi complessi. Ad esempio, nelle frasi “Dobbiamo porci nel modo giusto”, oppure “non date le perle ai porci”, la parola “porci” ha un significato completamente diverso, ma il computer, se non comprende la frase nel suo insieme, non può capirlo.

Quindi, ci può essere una notevole facoltà di elaborazione delle informazioni e una notevole rapidità matematica in un computer, tuttavia esso rimane sempre una macchina complessa, priva di intelligenza.

Infatti, per essere realmente intelligenti occorrono caratteristiche che soltanto la mentre umana può avere: possiamo dire che è LA GLOBALITA’ DELLE POTENZIALITA’ MENTALI A RENDERE POSSIBILE L’INTELLIGENZA UMANA. Queste potenzialità sono complesse e sfuggono all’indagine della scienza sperimentale. È questa scienza ad essere uno dei possibili prodotti dell’intelligenza, quindi essa non può indagare sulla sua origine, in quanto il suo metodo impone lo studio di sole realtà materiali, empiriche ed “esterne”.

I giapponesi utilizzano una sola parola per indicare intelligenza ma anche raffinatezza, nobiltà, seduzione, prestigio, ecc.

L’intelligenza dell’Universo può essere anche molto lenta, ma anche rapida. Gli organismi viventi sono guidati dall’istinto della loro specie, che può agire rapidamente.

L’intelligenza biologica di un corpo è enormemente più grande dell’intelligenza strutturata che l’uomo è riuscito sin qui a produrre. Pensiamo alla procreazione, alla struttura biologica di un verme, o di una cellula. Ci vuole un’intelligenza enorme per stabilire processi biologici così perfetti. Stiamo parlando di intelligenza biologica, che è uno degli aspetti dell’intelligenza dell’Universo.

Anche l’Uomo, come gli animali, è il prodotto di una intelligenza biologica straordinaria, che esprime l’intelligenza del creatore.

Sono stati distinti almeno 3 tipi di intelligenza:

1) Intelligenza biologica: quella organica, come per tutti gli altri animali.

2) Intelligenza strutturata:

a) Sia gli uomini che gli animali possono essere addestrati a certi comportamenti (più gli uomini che gli animali) e seguono dei comportamenti prestabiliti dalla natura (più gli animali che gli uomini).

b) Per gli uomini si potrebbe anche parlare di intelligenza sovra-strutturata. L’uomo è in grado di strutturare la sua intelligenza in macchine e creazioni.

3) Intelligenza astratta, esclusivamente umana. Questo tipo di intelligenza può essere applicato anche ad attività pratiche. Si pensi ai campioni dello sport, che posseggono una grande intelligenza, tattica, tecnica, biologica, e/o strutturata (potremmo chiamarla anche istintiva.

Tenete presente però che quando guidate l’automobile e schiacciate il pedale del freno “per istinto” di fronte a un pericolo, potete farlo perché vi siete addestrati prima a frenare fino al punto da poterlo fare come reazione automatica. Quindi la reazione è istintiva, ma può accadere solo perché lo avete appreso in precedenza, e quindi avete “strutturato un’intelligenza” originariamente “astratta”. Tramite quel tipo di intelligenza e l’addestramento gli atleti sono in grado di risolvere i problemi agonistici e sportivi della loro disciplina.

L’intelligenza astratta, come quella del computer, può essere inadeguata verso i problemi esistenziali. Essa può diventare vittima di illusioni cognitive, proprio come la vista può essere ingannata da illusioni percettive, eppure è quella che tutti utilizzano, con risultati più o meno efficaci. Talvolta ci permette di risolvere alla meglio i problemi concreti, o di riparare un motore, ma può rivelarsi inadeguata a risolvere alcuni problemi importanti, come l’eliminazione delle guerre, della fame o dell’ingiustizia.

Quindi, la sola intelligenza che utilizziamo tramite le facoltà razionali potrebbe non essere affatto abile di fronte a problematiche di alto livello.

Geoffrey C. Filbert nel suo libro Excalibur Revisited scrisse che “…probabilmente a Dio piacerebbe molto imparare a riparare il motore di un’automobile…”, mentre noi che sappiamo riparare un motore, vorremmo tanto diventare gli Dei della nostra esistenza”.

Secondo Albert Einstein, la mente serve soprattutto per stabilire ciò che non è vero, per poterlo poi scartare. Quindi, non riuscire a risolvere un certo tipo di problemi non significa non essere intelligenti.

Nel gioco dell’esistenza sembra non essere utile soltanto l’intelligenza razionale, ma soprattutto quella dell’intuito, della creatività e del cuore. Persino la più alta intelligenza umana potrebbe non garantire effetti positivi, trasformando gli esseri umani in “intelligentissimi idioti”.

Si pensi agli scienziati che hanno creato la bomba atomica: erano senz’altro molto intelligenti, ma la loro intelligenza non era “globale”, in quanto non comprendeva l’intelligenza del cuore. Per questo motivo, credevano di dover “salvare” il mondo distruggendolo!

Quante persone, anche ai nostri giorni, utilizzano un’intelligenza idiota! Ci sono persone di notevole intelligenza che agiscono a favore delle guerre, credendo che esse siano ineliminabili. Non riescono ad afferrare il semplice ragionamento che se ogni nazione la pensasse in quel modo, prima o poi l’uomo si autodistruggerebbe.

La domanda è: com’è possibile che persone intelligentissime possano agire in modo idiota?

La risposta più ovvia è che queste persone utilizzano alcuni aspetti della loro intelligenza, ma NON LA UTILIZZANO NELLA SUA GLOBALITA’.

In effetti, l’intelligenza è come un corpo: se tagli le parti lo stai distruggendo, se lo lasci integro e lo proteggi affinché rimanga tale, stai alimentando la Vita.

Ne deriva il fatto che lo sviluppo abnorme di un solo aspetto dell’intelligenza umana produce realtà negative, errate, o con un forte bagaglio di distruttività.

L’esempio più evidente è quello della cultura in cui stiamo vivendo: essa, da secoli, potenzia gli aspetti razionali, come fossero gli unici, eliminando o disprezzando gli altri.

Di conseguenza, le capacità intellettive sembrano essere diventate le più importanti.

Nelle scuole si insegnano concetti razionali, matematici, fisici, chimici, mettendo a fuoco realtà materiali o concetti logici. Anche se a scuola possono esserci materie artistiche, di fatto queste sono considerate marginali, e il ragazzo impara ad utilizzare maggiormente (o esclusivamente) la parte sinistra del suo emisfero cerebrale, ovvero quella delle operazioni logiche, della matematica e del linguaggio. Altre facoltà sembrano essere estranee all’intelligenza, ma di fatto non è così. Al contrario, se un individuo segue soltanto la razionalità si ritroverà prima o poi di fronte ad un problema insolubile: infatti, i problemi umani non possono essere risolti se non utilizzando l’intelligenza nella sua globalità.

Questo spiega perché nel nostro mondo, nonostante secoli di importanti opere scientifiche, matematiche ed economiche, siamo ancora fermi all’assurdità della guerra, e non abbiamo nemmeno imparato a rendere accessibili i beni (almeno quelli necessari) a tutti.

La verità è che l’utilizzo della sola razionalità, o ragione, porta ad un potere iniquo della mente sull’uomo, intendendo come “uomo” la persona ricca di potenzialità, che la ragione reprime, ignora o stigmatizza.

L’intelligenza dell’Universo è “globale”, nel senso che essa comprende innumerevoli potenzialità, non è stereotipata, non è rigida, non è priva di cuore, non è ripetitiva, non pretende affatto conformità.

Si pensi al fatto che ogni entità esistente è unica, in quanto l’Universo non produce cloni. Ogni entità è dotata di potenzialità funzionali alla sua esistenza, e ha anche un margine di flessibilità e di adattamento ai cambiamenti.

Se ci fosse rigidità o ripetitività, probabilmente, la natura si sarebbe autodistrutta. Non è certo un caso che le ideologie rigide, intransigenti, frutto di un eccessivo razionalismo posseggono un altissimo bagaglio di distruttività e la tendenza a separare gli elementi della realtà. Basti pensare alle maggiori ideologie politiche: sia il nazismo che il comunismo di Karl Marx prevedevano la guerra, la lotta tra nazioni o tra classi, e l’imposizione di un dominio che doveva sovrastare la scelta degli individui.

Tuttavia, anche le religioni dogmatiche, nonostante vogliano professare un ideale spirituale, commettono lo stesso errore: imponendo dogmi e comportamenti che devono essere uguali per tutti, privano gli individui della possibilità di scegliere sulla base della loro intelligenza, del loro “sentire”.

La nostra tecnologia mostra come sia possibile creare un congegno intelligentissimo idiota, e purtroppo basta ascoltare il telegiornale per capire quali sono le forme-pensiero 0’prodotte da una cultura intelligentissima ma idiota.

Antonella Randazzo

(Fonte: N. 254 de La Nuova Energia)

(Fonte secondaria: http://alexfocus.blogspot.it/2018/01/gli-inelligentissimi-idioti-globali.html)

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