Tempo di elezioni e sistema di governo, cosa non si fa per te? “Il lavoro aumenta assieme alla disoccupazione”
Disoccupazione in diminuzione? – Colazione calda al baretto dei cinesi di Spilamberto. Non solo il cappuccino era bollente, anche le notizie para PD sparate dal maxischermo e persino dalle pagine filo PD di Repubblica annunciavano la lieta novella: disoccupazione in diminuzione. – “Con il governo gentiloni diminuiscono le disoccupazioni…” – Lo conferma la tv di stato e di nicchia parastatale, e quindi è “vero!”, e lo dice pure l’ISTAT: “aumento dell’occupazione dovuto all’aumento dei contratti a termine; lieve diminuzione della disoccupazione.” –
Il PD esulta inebriato da questo successo avvenuto sotto il suo governo ed il segretario renzie ha precisato “è tutto merito mio, grazie alla mia legge sul jobs act…”. Tutti contenti o è un caso di “chi si accontenta gode”? di “meglio di così non si può”? o di “una presa in giro” in vista delle elezioni? Alcuni commenti raccolti a caldo confermerebbero quest’ultima ipotesi: “La crescita dei posti di lavoro ( che sono solo a termine) Sarebbe come dire che, in tempo di vendemmia, crescono i lavoratori a termine, ma questo avviene principalmente nel nord..” (C.d B.) – “…i dati Istat sono forvianti ed emessi a vantaggio del pd. Contratti che presto saranno conclusi, chiamate giornaliere, lavoro nero incontrastato!”. Come a latere spiega l’istat ammettendo che la povertà sta aumentando a 9.3 milioni di persone mentre ci racconta di una ripresa economica? Come spiega l’istat di stipendi di laureati di 4/600 euro mensili? (R.M.).
Insomma nel conteggio dei lavoratori vengono inseriti anche i contratti a termine di un solo giorno con stipendi da fame… Quanto potrà resistere ancora il Paese in mano ad incapaci di tale fatta?
Paolo D’Arpini
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Integrazione di Fernando Rossi: “Occupazione. Battuto ogni record” strombazzano su tutti i media Renzi e Gentiloni, “ Il livello di occupati più alto da 40 anni”, “il jobs act funziona”. Sugli ultimi dati ISTAT va in onda l’ormai abituale e ripetutamente sputtanato spettacolino in cui Renzi e ora il suo erede Gentiloni fingono di meravigliarsi della moltiplicazione dei posti di lavoro.
Sanno benissimo che tale ‘moltiplicazione’ è frutto del fatto che hanno deciso di calcolare ‘occupato’ chiunque abbia svolto nella settimana in cui è intervistato, almeno “un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo monetario o in natura”.
Ciononostante (a fini elettorali e convinti dall’aforisma goebbelsiano ‘Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità’, e dalla certezza che i giornalisti dei media del sistema non andranno a studiarsi i dati ISTAT) il capo Renzi, il conte Gentiloni e tutti i clientes piddini vanno ripetendo che trattasi di enorme successo dei loro governi.
Cosa dicono i dati ISTAT ?
a) Mancano ancora 1 milione di unità di lavoro rispetto al 2008, poiché gli occupati in più dipendono dalla crescita del part-time imposto e della sottoccupazione, non da posti di lavoro a orario pieno.
b) Rispetto al novembre 2016, il 90,5% dell’occupazione in più è con contratti precari e meno del 10% è con tempo indeterminato.
c) La crescita infatti è concentrata tra gli over 50, per gli effetti della controriforma Fornero delle pensioni, per gli altri ci sono solo contratti precari e di breve durata. Gli over 50, sono cresciuti di 396mila unità, rispetto ad un anno fa a fronte di un aumento complessivo di 345mila occupati, e diminuiscono invece in termini assoluti gli occupati nella fascia di età tra 35 e 49 anni, meno -161mila.
Questo insuccesso sociale-occupazionale, è avvenuto nonostante il balzo dell’export: vedasi i paesi Asean (Associazione delle nazioni del sud-est asiatico) con un più 57 per cento, e l’interessante ritorno della Russia (più 39,4 per cento). A seguire la Cina (più 36,6 per cento), gli Stati Uniti (più 35,8 per cento), il Giappone (più 29 per cento) e i paesi Mercosur (il mercato comune dell’America meridionale, più 23,1 per cento).
https://www.ilfoglio.it/…/istat-import-export-extra-ue-ita…/
Per abbassare i costi di produzione, in ottemperanza ai dettami dei globalizzatori della grande finanza, i vari governi Napolitano hanno bloccato e ridotto i salari, eliminato l’articolo 18, portato a demansionamenti, videosorveglianza e precarietà generalizzata; ma hanno anche attinto alle casse pubbliche con circa 20 miliardi di decontribuzione nel triennio, a cui vanno aggiunte le risorse andate alle imprese per i tagli strutturali all’Irap e all’Ires (non meno di 8 miliardi annui), e quelle legate alle mille forme di incentivi messi in campo.
Ma i dati ISTAT non dicono tutto, le cose vanno molto peggio perché, alla faccia del record occupazionale, la bolla del Jobs Act sta per esplodere.
Un report della Fondazione studi dei Consulenti del Lavoro ha individuato in oltre un milione i posti di lavoro a rischio. Di questi circa 700mila riguardano le assunzioni effettuate nel 2015 con lo sgravio totale triennale dei contributi previdenziali, terminato lo scorso 31 dicembre.
Vi si aggiungono poi oltre 300mila contratti attivati nel 2016 e che beneficiavano di una forte decontribuzione e quelli iniziati l’anno scorso con i bonus «Occupazione Sud» e «Occupazione Giovani» (poco più di 100mila quasi tutti nel Mezzogiorno).
Più gente si informerà uscendo dalla ipnosi mediatica è più la balla occupazionale di Piddini & complici diventerà un boomerang, contribuendo alla loro giusta disfatta elettorale.” (Fernando Rossi)