Sul “Protocollo d’intesa” del Ministero della salute e Federazione Nazionale della Stampa

Il Ministro Beatrice Lorenzin, per il Ministero della Salute, e il dr. Raffaele Lorusso, segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa– FNSI –, il 18 dicembre 2017 hanno firmato un “Protocollo d’Intesa” *

All’art. 2 del medesimo è scritto: “Atteso che la veicolazione di corrette informazioni in un ambito così delicato come la salute riveste una grande importanza, l’obbiettivo dei corsi formativi è, di comune intesa, quello di fornire ai giornalisti conoscenze in ambito sanitario provenienti da fonte istituzionale autorevole e indipendente, al fine di fornire ai cittadini un’informazione corretta e scientificamente validata, contrastando il fenomeno della disinformazione e delle fake news circolanti. “…

e all’art. 9 (Riservatezza: “ Le Parti si rendono garanti che il personale destinato allo svolgimento delle attività oggetto dell’accordo manterrà, nei confronti di qualsiasi persona non autorizzata IL SEGRETO per quanto attiene l’informazione sui prodotti da diffondere: I materiali saranno divulgati secondo le modalità di volta in volta concordate.”

Lorenzin era presente in Quirinale nel corso della giornata nazionale della ricerca sul cancro del 6/11/2014 nel corso della quale il prof. Umberto Veronesi affermò:

“Polarizzandosi solo sugli organi abbiamo tralasciato il tema del pensiero dell’uomo quindi bisogna secondo me nella medicina del futuro ritornare al vecchio pensiero platonico che diceva che bisogna curare l’Anima per curare il corpo. L’ Anima, in greco psiché. Bisogna curare il pensiero, il cervello, il modo di sentire le cose, perché quando una persona si ammala di un tumore in un organo certamente quello si può curare, si può guarire ma poi se la malattia viene percepita ed elaborata nel cervello, nel pensiero, là rimane a lungo. Io dico sempre ai miei colleghi: è facile togliere un nodulo al seno ma è difficile toglierlo dalla mente. Lì rimane per mesi, per anni e fino a quando non è completamente scomparso la guarigione non è realizzata. Noi vediamo la sua guarigione fisica ma dobbiamo pensare anche alla guarigione a livello mentale Bisogna quindi che i medici si rapportino con i pazienti in una maniera diversa, in una maniera più dialogante, più profonda, più conoscitiva per avere la sua fiducia. La fiducia di un paziente non si ottiene con una firma di consenso informato. E’ una firma che serve più al medico, per proteggersi dai rischi del futuro, che al paziente stesso. Il paziente ha bisogno di sapere, di conoscere, ha bisogno di dialogo e quindi dico sempre che bisogna saper ascoltare…” www.youtube.com/watch?v=FM7HZi6Ovfk

Propose l’ascolto, attraverso la maieutica, già Socrate. Maieutica = arte ostetrica, ovvero la capacità di far partorire la verità, attraverso l’esercizio del dialogo, con domande e risposte, – come dal vocabolario – : “tali da spingere l’interlocutore a ricercare dentro di sé la verità, determinandola in maniera il più possibile autonoma” .

Per uscire da questa confusione, che dura da millenni nonostante Socrate-Platone, neoplatonici, teosofi, igienisti ecc., occorre che le persone abbiano consapevolezza delle cause delle loro malattie, endogene od esogene, a prescindere poi dalle svariate cure. Non è sufficiente però occuparsi delle proprie emozioni dopo la diagnostica perchè : “ se la Medicina Psicosomatica, che si pone come la disciplina che, per eccellenza, tenta di superare il dualismo mente-corpo, al di là delle presunte apparenze, è scivolata nuovamente nel riduzionismo meccanicistico di secoli fa, un’altra recente disciplina, la psico-oncologia che presume anch’essa un’attitudine olistica nei confronti del paziente, è scivolata ancora più in basso. In uno dei testi più accreditati nella letteratura italiana, il “Manuale pratico di psico-oncologia”, si afferma nelle prime righe di presentazione che: “La Psico-oncologia costituisce in ambito sanitario un riferimento per tutti coloro – oncologi, psicologi, psichiatri, psicoterapeuti – che nel trattamento della malattia neoplastica hanno una visione olistica del malato, tesa a tutelare e favorire una migliore qualità di vita del paziente considerandolo nella sua complessità, vista la inscindibilità negli esseri umani della componente biologica da quella emozionale” (Grassi, Biondi, Costantini, 2003, pag. IX). Peccato che nelle trecentoventi fitte pagine del testo non c’è una riga in cui si accenni alla possibilità, anche remota, che le emozioni abbiano una qualche determinante nella genesi del cancro! In tutto il manuale pratico di psico-oncologia, le emozioni sono considerate solo in quanto “vissuto di malattia”, cioè la reazione emotiva del paziente tumorale! Viene proprio da chiedersi cosa si intenda con il termine “olistico” o con “l’inscindibilità negli esseri umani della componente biologica da quella emozionale” (da un articolo dello psichiatra Danilo Toneguzzi sulle 5 leggi biologiche scoperte dal dr. R.G. Hamer )

Queste considerazioni valgono naturalmente anche per tutte le altre cosiddette patologie, incluse quelle considerate epidemiche. Ovvio che non si può esercitare la maieutica con i bambini. Devono provvedere gli adulti i quali saranno poi in grado di scegliere in modo più consapevole eventuali prevenzioni e cure per sé e per i bambini.

Paola Botta Beltramo

* Protocollo d’Intesa: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2681_allegato.pdf

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Commento di Adriano Colafrancesco: “Mentre il gregge mangia panettoni sintetici, bevendo spumanti tossici aromatizzati, davanti ad un plasma da 50 pollici, il Regime va avanti con il suo ruolino di marcia. Quante anime dovranno ancora essere sacrificate sopra l’altare di una scienza medica (non democratica e gestita dalle industrie chimiche), prima che si comprendano i crimini che si stanno perpetrando?”

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