Gerusalemme Liberata… ed il “riconoscimento” del Re Nudo, Donald Trump
Nessuno pensa ed ha mai pensato che Trump sia un grande rivoluzionario o il nuovo salvatore del mondo. La sua elezione significa, però, che l’establishment tradizionale USA, fatto di finti democratici, guerrafondai e filo-sionisti, tipo Clinton e la moglie Hilary, Madeleine Albright, il premio Nobel per la pace Obama, ecc. , è entrato in crisi e non riesce più a controllare la situazione. Ne segue uno scontro accanito al vertice fatto di pugnalate alle spalle, minacce di impeachment e fake news, come quella che Trump è stato eletto dai Russi, lo stesso tipo di fake news che un altro “democratico”, l’ex-vice-presidente di Obama, Biden, usa contro l’Italia per ricattare i partiti italiani ed intervenire pesantemente nelle prossime elezioni.
Il fatto del “riconoscimento di Gerusalemme come capitale indivisa di Israele” è emblematico. Questo riconoscimento in realtà era stato già fatto dal Congresso USA nel 1995 (!), in piena presidenza Clinton, ed era stato ipocritamente tenuto in sordina ed in frigorifero per poter far continuare le finte trattative israelo-palestinesi in cui tutti (compresa gran parte della dirigenza palestinese) fingevano di credere che sarebbe sorto uno stato palestinese (comprendente forse Gerusalemme Est? Comprendente la zona C della West Bank? Comprendente le colonie israeliane? No! Nessuno lo diceva!). Ora il “pazzo”, in difficoltà, confuso, ed attaccato da tutte le parti, incapace di ipocrisia e diplomazia, fa la cazzata, dice la verità e scatena il casino. Il Re è nudo! I Palestinesi, che dormivano da tempo sonni tranquilli ed al massimo si mobilitavano contro la Siria, scendono di nuovo in piazza contro Israele. Persino l’Arabia Saudita, ed il suo strumento, la Lega Araba, sono costrette a protestare e congelano l’alleanza di fatto con Israele in funzione anti-iraniana. Beirut è percorsa da manifestazioni. Il resto del mondo arabo è in subbuglio. Persino Macron, temendo il casino, protesta con Netanyau. E non siamo contenti?
Forse dovremmo preferire i Clinton, gli Obama, quelli che fanno, o continuano le guerre, e distruggono i paesi come la Jugoslavia, l’Afghanistan, la Libia, la Siria, ecc. , ma poi fingono democrazia, rispetto di diritti umani, moderazione, diplomazia. Fanno le peggiori cose e poi nascondono la mano. Non è meglio quando il bubbone scoppia? Non è meglio quando salta il coperchio del pentolone in pressione, e i cattivi (cioè i poteri forti USA), divisi sulle strategie da seguire, si attaccano e si dilaniano tra loro? Trump rappresenta una nuova fase (indubbiamente pericolosa) di debolezza ed incertezza della politica USA. Dobbiamo allora preferire un presunto “meno peggio”? V. Brandi
Il 8 dicembre 2017 alle 13.57 ’stefania russo’ via nowaroma ha scritto:
Il disgusto rabbioso per l’aberrante individuo della casa bianca è ai massimi livelli per quanto mi riguarda.queste mie poche parole rudimentali sono rivolte a tutti coloro che all’indomani delle elezioni yenki si mostravano possibilisti ,per non dire ottimisti, sui nuovi equilibri geopolitici che si sarebbero creati con il soggettone parruccone a guida degli usa.esperti e pensatori contro tendenza che leggevano tra le righe solo perché la stampa Main stream andava addosso a questo analfabeta.magari cominciare a farsi qualche domanda?
Vincenzo Brandi
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Commento di Agostino Chiesa Alciator: “A conferma dell’acuta analisi di Brandi, la votazione -contestuale al riconoscimento presidenziale di Gerusalemme- alla Camera dei rappresentanti USA, che nega la messa in stato di accusa del Presidente, con una più che confortevole maggioranza. E’ il primo, non troppo alto, prezzo che ha dovuto pagare alla Loggia pansionista. Fra non molto, ne dovrà pagare il secondo, molto più alto: il riconoscimento delle colonie israeliane in Cisgiordania. Il terzo? La guerra all’Iran. Quando? Probabilmente se e nel momento in cui vorrà esser rieletto. Questo calendario è conosciuto da tempo, in particolare dalla Russia, che sta già preparando un strategia di risposta…”
Commento di Fernando Rossi: “La forzatura che la lobby sionista ha preteso da Trump, anche se sostenuta da centinaia di altri segnali imposti a suoi ‘dipendenti politico-finanziari’ nel mondo ( in Italia spicca la Gazzetta dello Sport che dovrà far partire il Giro d’Italia 2018 dalla pretesa capitale del sionismo ), si sta già rivelando un ulteriore boomerang e compatterà il mondo arabo-musulmano contro il sionismo ( quello cristiano politico, nonostante la forte dipendenza dalla lobby ebraica segnala un disaccordo di facciata e quello religioso resta in stand-by, ma non potrà restarvi a lungo, visto che Gerusalemme è culla/capitale delle 3 religioni monoteiste).”