Chi ha ucciso John F. Kennedy? Varie ipotesi sul piatto…

Tra poco ricorre l’anniversario dell’assassinio del presidente degli USA John F. Kennedy, il 22 Novembre 1963 nella cittadina texana di Dallas.
Non spiegheremo come si sono svolti i fatti, ma faremo luce sul ruolo, più che ipotetico, che hanno avuto nell’assassinio i servizi segreti israeliani, il Mossad, tanto che nel mondo nessuno ha beneficiato di questo avvenimento come Israele. Tuttavia la stampa americana dell’epoca ignorò questo fatto e di conseguenza i media europei fecero lo stesso.
E’ incredibile come dopo mezzo secolo continui ad essere ancora poco chiaro alle autorità statunitensi il più importante assassinio della sua storia. A quanto pare non interessò neppure all’FBI e alla CIA, ampiamente infiltrate dal Mossad, risolvere questo caso.
Il fatto delle infiltrazioni del Mossad nell’FBI e nella CIA è stato frequentemente dimostrato dai ripetuti casi di spionaggio israeliano contro gli Stati Uniti, scoperti negli ultimi decenni e archiviati misteriosamente, senza conseguenze, lo stesso fu per il famoso caso di spionaggio a favore di Israele da parte del cittadino statunitense-israeliano Jonathan Jay Pollard, alto funzionario dell’amministrazione americana. Numerosi ufficiali e funzionari di entrambi gli organi di Sicurezza e Intelligence sono anche cittadini americani, ebrei naturalizzati con nazionalità israeliana e a volte con molti anni di residenza in Israele…

Tratto da un articolo di Said Alami (http://rebelion.org/)

Altri pareri:

“La teoria non è nuova, ha forti basi politiche e geopolitiche di probabilità, ma poche basi fattuali, dato che la presenza di Rabin a Dallas non basta. A me invece pare interessante un’altra ipotesi, da molti accreditata. Quella della partecipazione al complotto Cia (e forse Mossad) della diaspora anticastrista cubana e del Pentagono. Solo poche settimane prima Kennedy aveva rifiutato un piano terroristico contro Cuba elaborato, definito e addirittura firmato dai capi di Stato Maggiore delle Forze Armate Usa. Si trattava del famigerato Piano Northwoods che prevedeva in ogni dettaglio una provocazione anticubana in grande stile e con terrificante spargimento di sangue. Si sarebbe dovuta allestire una serie di campagne di attentati in Florida e poi attraverso gli Stati Uniti, contro proprietà degli esiliati cubani, di cittadini Usa e contro edifici pubblici. Si sarebbe dovuto organizzare un falso attacco cubano alla base di Guantanamo (tipo Tonchino) e, come culmine dell’operazione, si sarebbe dovuto far partire un charter americano pieno di studenti diretti in Centromerica e lo si sarebbe fatto abbattere da un finto caccia cubano. Lo spunto per l’aggressione a Cuba, sfumato dopo il cedimento di Krusciov sui missili, ci sarebbe stato e anche di grande forza. Kennedy, che già aveva avuto altri dissapori con la Cia, rifiutò e questo avrebbe siglato il suo destino. Comunque la mossa di Trump è contro la Cia e lo Stato Profondo, come lo è l’attacco sessuologico a Hollywood.” (Fulvio)

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“Anche se non l’ho letto tutto, conosco il libro di Collins Piper. Come magari sarai d’accordo, in questi casi l’opinione e l’assenza di opinione si equivalgono. Il meglio che si possa raggiungere, consiste nel presentare quei fatti su cui non esiste dubbio e trarne conseguenze logiche, anche se pur sempre ipotetiche.
Nella fattispecie, del programma “Northwood,” frutto della cricca dei militari facenti capo al Gen. Lemnitzer, non c’e’ dubbio perche’ i documenti sono consultabili. Quanto a Kennedy, la probabilita’ delle coincidenze, – leggi Oswald in grado di centrare obiettivo mobile, e rapidamente ricaricare un fucile italiano del 1940, che Mussolini aveva scartato per l’esercito come non affidabile – gia’ eccede il probabile. Che un mafioso (Ruby) con una fedina e un passato da criminale DOC, si impietosisca per la vedova Kennedy al punto di ammazzarne il presunto assassino, moltiplica vieppiu’ l’improbabilita.’ Se poi si aggiungono le teorie (seriamente sostenute) che quando un projettile colpisce un obiettivo (nel caso la testa di Kennedy), l’obiettivo invece di essere spinto avanti, viene spinto indietro, si raggiunge l’impossibile. Per rimanere solo alle caratteristiche piu’ note dell’evento – ce ne sono molte altre.
Per quanto mi riguarda, l’avvento dell’Internet ha dato a me e a milioni la possibilita’ di conoscere fatti ed opinioni, nonche’ libri e risultati di ricerche, di cui prima era improbabile conoscerne persino l’esistenza.
Per quel che vale, la saga dell’assassinio di Kennedy ha notevoli somiglianze con quella del 9/11. E’ chiaro a chiunque si sia informato sulla dinamica degli eventi, anche solo superficialmente, che la storia ufficiale e’ una palla immesurabile. Nel 9/11 direi, ancor piu’ che con Kennedy, le tracce di Zion sono incancellabili e inconfondibili. A mio avviso ancor piu’ orripilante, e’ il successo di Zion nell’avere abbindolato urbem et orbem con la palla dei piloti sauditi – senza neanche contare il WTC7 che e’ caduto da solo.
Purtroppo, anche se 9/11 fosse ufficialmente confermato come operazione Mossad, non succederebbe niente. Il controllo sionista sull’America eccede quanto possa concepire l’immaginazione. E’ se l’Internet ha esposto tante verita’ nascoste, le masse, pur avendo l’Internet, continuano a guardare la TV, le cui 5 reti sono possesso assoluto di talmudisti sfegatati, come del resto stampa etc.
Ma per precauzione, e’ cominciata la caccia alle cosiddette ‘fake news,’ leggi ‘qualunque tipo di informazione che non piaccia ai talmudisti. Perche’ una volta un anti-semita era uno a cui non piacevano gli ebrei, oggi un anti-semita e’ chiunque non piaccia agli ebrei. Il “first amendment” e’ sulla strada del cesso.
Al momento, l’unica consolazione, se cosi’ si puo’ definire, e’ il poter documentarsi, al di la’ di ogni dubbio, sui crimini talmudisti, sullo strangolamento dei canali di informazione, e su quello che si puo’ dire e non dire, specialmente in storia, politica ed accademia o anche commenti personali. Nonche’ sull’evoluzione del fenomeno, che arriva da lontano nel tempo.
Obbiettivamente, mi tolgo tanto di cappello – una tribù maxi-razzista convince il resto dell’umanità che sono loro ad essere razzisti, e che metterlo in quel posto ai goym e’ fatto per il loro bene. Pochi, per non dire nessun’altra etnia, ha mai avuto tanto successo – come tale, ha diritto ad ammirazione.” (Jimmie)

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“Dimentichiamo che Kennedy ebbe anche il torto di mettere in circolazione banconote fuori dal sistema Fed. Anche Lincoln creò le banconote “green-backs”, e venne ucciso poco dopo. Durante la guerra civile americana, i Rothschild di Londra finanziarono il Nord, e i Rothschild di Parigi il Sud. Per ridurre il livello del debito che il suo governo avrebbe affrontato, Lincoln emise le banconote “green-backs” che erano prive di interessi bancari. Ciò si rilevò potenzialmente disastroso per le banche, e se la cosa fosse continuata dopo la guerra e si fosse diffusa in altri paesi, le banche e i banchieri avrebbero perso il loro potere. L’assassino di Lincoln , John Wilkes Booth , secondo alcuni studiosi era un agente della Casa Rothschild. Dopo la morte di Lincoln cessò anche la stampa dei green-backs.
Kennedy propose la stessa soluzione . E’ probabile che gli obiettivi principali fossero di prendere il controllo della moneta della nazione, togliendola dalle mani delle Banche della Federal Reserve e di terminare così la guerra in Vietnam. Dopo l’assassinio il vicepresidente J.B.Johnson, appena assunta la carica di Presidente, ordinò il ritiro di tutte le banconote “anomale” . Kennedy aveva ordinato l’emissione, da parte del Tesoro, di 4.292.893.815 dollari, con banconote che non riportavano più la scritta “Federal Reserve Note”, ma quella, invece, di “United States Note” (ordine esecutivo E.O. 11110 del 4 giugno 1963). Per impedire una commissione d’inchiesta, libera ed indipendente , Johnson e il capo dell’FBI, Hoover, crearono la “Commissione Warren” per fornire ed avvalorare la versione ufficiale sull’assassinio. Di questa Commissione faceva parte anche un certo J. McCloy, che non aveva avuto alcuna esperienza nel campo del crimine, né dell’ordine pubblico, né in quello della sicurezza della nazione. Era però era il Presidente della Chase Manhattan Bank.”(Sebastiano)

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