Geopolitica – Punti in esame: A) Il puzzle siriano e i rovesciamenti di fronte. B) Intrighi di palazzo a Washington, C) L’ambasciatrice americana all’ONU è anche più demente del suo boss Trump
Punti in esame:
A) Il puzzle siriano e i rovesciamenti di fronte. B) Intrighi di palazzo a Washington, C) L’ambasciatrice americana all’ONU è anche più demente del suo boss Trump.
Il futuro della Siria è sempre più un rompicapo.
a) Notizie della cosiddetta “opposizione” affermano che l’SDF/YPG (cioè i curdi fedifraghi) ha ceduto ai militari russi la base aerea di Ming nella parte settentrionale della provincia di Aleppo.
b) Fonti filogovernative sostengono che Russia, Turchia e Siria hanno pianificato di riaprire la strada tra Aleppo e il confine turco-siriano a Bab al-Salamah. Se ciò verrà confermato, occorrerà analizzare da un punto di vista inedito l’intervento turco a Idlib.
c) Nella provincia di Hama due comandanti dell’Esercito Siriano Libero con decine di combattenti si sono uniti all’Esercito Arabo Siriano nei combattimenti contro Hay’at Tahrir al-Sham (ex al-Nusra, cioè al-Qaida in Siria).
Già questi incroci fanno venire il mal di testa a chi vuole, come me, cercare di analizzarli. Ma c’è dell’altro.
Nella provincia di deir-Ezzor i mercimoni tra SDF/YPG e ISIS sembrano ormai all’ordine del giorno. Non mi è chiara però la vicenda di al-Raqqa. E’ ormai palese che grandi combattimenti tra SDF/YPG e ISIS non ci sono stati. Per contro la città è stata quasi integralmente distrutta dall’aviazione USA-NATO. A parte dover notare che questa devastazione, che ha comportato un numero altissimo di vittime civili, non è mai entrata nei radar della presstitute (mai nomignolo fu meglio appioppato), né di quelli delle ONG filoimperiali e dei dirittumanisti a senso unico (stile George Clooney), che invece avevano pianto su ogni singolo mattone distrutto nella liberazione dei quartieri di Aleppo in mano ad al-Qaida, a parte ciò io mi domando il perché di questa distruzione. Forse l’YPG, curdo, sa che non si potrà tenere la città araba di al-Raqqa in eterno e hanno così pianificato di restituire a Damasco una città fantasma?
La spiegazione basata sulle necessità di guerra non mi convince. L’YPG/SDF ha fatto melina ad al-Raqqa per tutto il tempo che è stato necessario ai propri reparti per arrivare alle porte di deir-Ezzor. In questa corsa per contrastare la liberazione di quella città da parte dell’Esercito Arabo Siriano, l’YPG/SDF ha agito in un modo che ogni analista militare ha definito “incomprensibile”. Cioè allungando un cuneo di centinaia di chilometri in mezzo ai territori controllati dall’ISIS. Ovvero facendo una cosa che non bisognerebbe mai fare, cioè lasciare centinaia di chilometri esposti su ben due fianchi, cosa che, sulla carta, avrebbe dovuto invitare l’ISIS a isolare il nemico in sacche letali. Per questa ragione non pochi analisti militari hanno ipotizzato taciti o espliciti accordi tra YPG/SDF e l’ISIS, a spese dell’Esercito Arabo Siriano. E in effetti, con prove alla mano (foto satellitari e di ricognizione), proprio questo è stato ufficialmente rinfacciato dai Russi agli Stati Uniti.
Ma in vista di deir-Ezzor i baldi curdi, protetti dall’aviazione USA-Nato e affiancati da anarchici e “antifà” europei reclutati niente poco di meno che dalla CIA, si sono trovati di fronte al muro opposto dall’Esercito Arabo Siriano e dall’aviazione russa che hanno risposto per le rime alla “proibizione” curdo-americana di non oltrepassare l’Eufrate (proibizione illegale dal punto di vista del diritto internazionale e francamente ridicola – pensate se la Russia occupasse la Toscana settentrionale, perché così le va, e proibisse all’Esercito italiano di oltrepassare l’Arno per liberare Firenze dai terroristi).
A quel punto al-Raqqa è stata in quattro e quattr’otto “liberata”, previo noto accordo tra YPG/SDF e ISIS. Cioè i curdi dell’YPG hanno occupato la città. Ma questa era ormai stata di fatto cancellata dalla faccia della Terra. Che se ne faranno?
Questo e le notizie sopra riportate mi fanno pensare che l’attuale “spezzatino” siriano non sia per nulla una cosa stabile.
Nel frattempo la de-dollarizzazione dell’economia mondiale procede imperterrita ed equivale a ben più di una bomba all’idrogeno esplosa su New York City.
La reazione USA è furibonda (David Harvey nel suo notevole “La guerra perpetua”, nel 2003 aveva previsto che sarebbe stata “selvaggia”). Purtroppo gli USA assomigliano sempre più a un pugile con muscoli mastodontici ma totalmente rintronato. Che quindi mena i fendenti alla cieca, a destra e a manca. Cosa pericolosissima perché, per l’appunto, i suoi muscoli sono mastodontici. Non si era mai visto nessuno prima d’ora andare all’Assemblea Generale dell’ONU a minacciare pubblicamente genocidi, cioè la “distruzione totale” (sic!) dell’Iran e della Corea del Nord. Non si era mai visto nessuno che impegnato direttamente in guerre in Afghanistan e Siria, indirettamente in Libia e Yemen, minaccia altre due guerre in Asia, minaccia di invadere il Venezuela e infine minaccia di muovere guerra alla Russia, un’altra potenza nucleare.
Ragazzi, io ho strizza! Ha ragione Paul Craig Roberts (che li conosce bene): questi qui sono pazzi psicopatici!
A Washington regna il caos, con un intrigo dopo l’altro. Il Comitato Nazionale Democratico ha preso le distanze da Hillary Clinton sul caso di corruzione riguardante il “nuclear deal” con la Russia. Insomma, quando la nave affonda, i topi scappano. Per ora i neo-liberal-cons hanno vinto. Hanno impacchettato (loro dicono “boxed”) Donald Trump, costringendolo a fare quello che vogliono, in primis non interferire col potere parallelo del complesso industriale-militare-securitario e con le sue autonome decisioni, un complesso che già faceva di testa propria anche negli ultimi anni della presidenza Obama (di fatto negli USA, cioè la più grande superpotenza mondiale, si è consumata una sorta di silente colpo di stato militare – e chi non capisce la pericolosità di questa situazione è stupido senza speranza).
Ma forse oggi i neo-liberal-cons iniziano ad avere il fiato corto. D’altra parte la loro strategia ha un unico esito possibile, cioè la III Guerra Mondiale. Posso immaginare che negli USA qualcuno, sebbene obtorto collo, voglia imboccare un’altra strada.
Dal canto suo, Donald Trump interpreta alla perfezione la decadenza dell’Impero. In un mondo dove i principi ereditari voglio essere dei Tampax e i primi ministri fanno il bunga-bunga, la super-potenza in decadenza non poteva che esprimere un super-zotico (in compenso i suoi avversari politici sono solo dei super-ipocriti).
Il caos neuronale che regna a Washington è personificato alla perfezione da quella demente di Nikky Haley, la neo ambasciatrice americana all’ONU. La sciagurata ha recentemente dichiarato che “l’ingerenza di Mosca nelle elezioni presidenziali americane sono un atto di guerra”.
Ora, la bestia è stata messa lì da Trump. Se quindi Trump è stato messo alla Casa Bianca dalle ingerenze russe, le stesse ingerenze russe hanno messo lei all’ONU . Ovvero, l’idiota ha affermato: “Io sono ambasciatrice americana all’ONU per colpa di quegli impiccioni dei Russi”.
Ma si può? E questi hanno lo strapotere sull’Occidente! E io non dovrei avere strizza?
Piotr
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Commento di Gere: “Parte in USA la caccia alle streghe con processi dal puro tratto maccartistico per scovare i “traditori/responsabili” del russiagate tra i funzionari dello staff di Trump. Qualcuno dovrebbe incaricarsi di informare quei signori che l’URSS ( purtroppo) non esiste più e che la Russia è integrata a pieno titolo nel sistema capitalistico pur dimostrando di possedere molto più buon senso in politica estera rispetto a chi ritiene di dover dominare il mondo perché è Dio che lo vuole. Vorrei credere che anche queste sceneggiate siano gli ultimi colpi di coda dell’ agonizzante impero ma temo, purtroppo, che dovremo assistere ad altri irresponsabili e incoscienti atti di distruzione con conseguenti massacri di viventi . Hiroshima e Nagasaki ce lo ricordano…”