La Stampa (di regime…) antivegetariana

In un articolo pubblicato su La Stampa il 15 settembre 2017 il noto “nutrizionista” prof G. Calabrese ne combina un’altra delle sue in fatto alimentare affermando che il mondo vegetale è carente di alcuni nutrienti e quindi non adatto ad un’alimentazione vegetariana-vegana. Se questo fosse vero Ippocrate, Platone, Aristotele, Buddha, Gandhi, Einstein, Leonardo ecc. avrebbero avuto serie carenze nutrizionali e sarebbero passati prematuramente a miglior vita, mentre ci risulta che siano state tra le persone più sagge, intelligenti e longeve della storia.

“La dieta vegan evidenzia carenze nutrizionali importanti come: proteine, zinco, calcio, ferro, vit. D, Omega 3, iodio, taurina e vit. B12”. In sostanza noi vegani (io da oltre 30 anni) secondo il Calabrese dovremmo essere già morti o gravemente ammalati. Disgraziatamente per lui godiamo di una salute eccellente e disponibili a dimostrarlo.

Poi dice che “La soluzione adottata dei vegani è di assumere integratori, perché il piano di alimentazione dei bambini vegani deve essere obbligatoriamente supervisionato da un nutrizionista esperto di età evolutiva”. Anche qui siamo disposti a dare la testimonianza dei genitori vegan che allevano i loro bambini senza integratori e senza ricorrere alla supervisione di esperti nutrizionisti, come è successo per millenni a questa parte per le generazioni che ci hanno preceduto quando attingere a prodotti animali era l’eccezione non la regola e i nutrizionisti non esistevano come categoria.

Afferma anche che “la Società di Nutrizione Tedesca raccomanda che una dieta comprenda anche i prodotti animali. (e chi la conosce!?). Noi conosciamo l’American Dietitic Association che in fatto alimentare afferma che la carne, compresa quella di pesce, nonché gli stessi derivati (latte, formaggi e uova) non siano necessari né utili alla nostra buona salute; che tutte le diete vegetariane, comprese quelle vegane, correttamente pianificate sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale e possono apportare benefici nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie. Appropriate in tutte le fasi del ciclo vitale, incluse gravidanza, allattamento, prima e seconda infanzia, adolescenza, nonché per gli atleti.

PROTEINE. “Pasta e piselli o riso e fagioli forniscono una buona compensazione ma incompleta a causa di alcuni aminoacidi mancanti…”Anche i sassi sanno che non è vero e che l’accoppiata di cereali e legumi fornisce tutti gli aminoacidi necessari a costruire le proteine, e che quelle di derivazione vegetale sono più benefiche e assimilabili senza incorrere ai grassi saturi, colesterolo ed eccesso proteico.

ZINCO. Di è ricco il germe di grano, l’avena, i legumi, la frutta secca, i semi di zucca, di sesamo, girasole, il lievito, i funghi, il cacao, le noci, il cioccolato fondente.

Il FERRO non eme dei vegetali è poco assimilabile? Questo dimostra che la natura vuole che il ferro nella nostra alimentazione sia assimilabile nei tempi e nella quantità adatta al nostro organismo. Infatti eccessi di ferro si depositano nel cuore, fegato e pancreas danneggiandoli. Non risulta che i vegani accusino questa carenza, anzi è più probabile tra i mangiatori di animali. Secondo una nuova meta-analisi pubblicata sul Journal of Nutrition, il ferro-eme che si trova nella carne aumenta del 57% il rischio di malattie cardiache. E una recentissima indagine trasmessa in questi giorni dal telegiornale dice che il ferro-eme aumenta del 27% la possibilità di morte prematura.

CALCIO. In studi condotti da dietologi dell’American Dietetic Association e Medici della Physician Committee for Responsible affermano: “Si ritiene che il latte prevenga l’osteoporosi ma la ricerca medica mostra il contrario. Anzi, un’assunzione maggiore di calcio attraverso prodotti lattiero-caseari è stata associata a rischi maggiori”. E’ vero che il latte è ricco di calcio ma questo nel tubo digerente precipita sotto forma di fosfato di calcio e quindi eliminato dall’organismo legandolo agli atomi di calcio. Solo il 30-35% viene assorbito sia perché reso inorganico con la bollitura, la pastorizzazione, la sterilizzazione, la lavorazione, sia perché latticini e formaggi sono altamente acidificanti e questo costringe l’organismo a sottrarre calcio buono per conservare l’equilibrio acido-basico del sangue e della matrice extracellulare. Ecco perché metà degli americani è carente di calcio nonostante ne bevano a fiumi. Per contro le migliori fonti alimentari di calcio sono: legumi, semi e tutte le verdure a foglia verde; da queste il calcio viene assorbito anche al 60-65%.

VITAMINA D. Per l’approvvigionamento della vitamina D è sufficiente stare all’aria aperta almeno tre volte a settimana per soddisfare il fabbisogno del nostro organismo, senza ricorrere a prodotti animali e subire le conseguenze dei loro effetti collaterali.

OMEGA 3. Una recente ricerca medico-scientifica condotta su oltre 19.000 persone, alla fine del 2010 in Gran Bretagna, i cui risultati sono stati pubblicati sull’American Journal of Clinical Nutrition, rileva che l’assunzione di omega 3 è più efficiente se proviene dai vegetali, come noci, semi di lino e olio di semi di lino, piuttosto che dal pesce, che spesso è contaminato da mercurio, cadmio, piombo e da scarichi industriali.

IODIO. Gli alimenti vegetali più ricchi di iodio sono: frumento e cereali vari, fave, funghi, rape, more, carote, porri, ananas, bietole, fagioli verdi.

TAURINA. La taurina è un aminoacido non essenziale, cioè non è necessario assumerlo con la dieta perché viene sintetizzata dall’organismo. In ogni modo nei legumi troviamo gli aminoacidi precursori della taurina (cisteina e metionina) e il fico d’India è ricchissimo di questo aminoacido.

VIT. B12. E’ molto meglio essere vegan e rischiare una carenza di tale vitamina che essere onnivori e avere la quasi certezza di morire di infarto o di tumore. Probabilmente le generazioni che ci hanno preceduti non avevano questo problema perché consumavano gli alimenti vegetali al loro stato naturale: l’alimentazione industrializzata e l’eccessiva igiene attuale uccide i batteri, fonte primaria di tale vitamina. La carenza di B12, che dipende dalla condizioni di salute dell’organismo, può manifestarsi dopo anni di regine vegano. Comunque nel dubbio consigliamo di assumere un integratore piuttosto che consumare prodotti animali e subire gli inevitabili effetti collaterali della carne che, comunque, non sempre scongiura tali carenze dal momento che gli onnivori manifestano carenza più spesso degli stessi vegani.

Ora, a fronte di affermazioni palesemente errate c’è da chiedersi perché il professore (che si ritiene un luminare della scienza alimentare) si ostini ad osteggiare la scelta vegan universalmente riconosciuta la più salutare oltre che la sola che possa assicurare un futuro all’umanità?

Franco Libero Manco

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