PD e M5S – Ci sono primarie e primarie… ma è sempre la solita sòla
Il sistema delle primarie non aiuta la democrazia, aiuta solo le lobbies e le mafie. L’ultima riprova l’abbiamo avuta con le primarie telematiche grilline in cui 31.000 persone, un terzo di quelle titolate al voto, hanno impalmato di maio come candidato alla presidenza del consiglio alle prossime elezioni politiche. Insomma una minoranza “oligarchica” ha deciso chi deve andare a comandare, se il m5s risultasse vincitore, cosa sempre più improbabile vista la delusione crescente da parte dei simpatizzanti.
Di maio è stato già paragonato a tsipras, la porta aperta alla usurocrazia mondialista. Soprattutto dopo essersi rimangiato tutte le precedenti dichiarazioni in merito alla posizione del movimento riguardo alla UE, alle banche, alla NATO, etc. “Chi dice di combattere la dittatura dall’interno è già complice”. Disse Salvador Allende.
Insomma di maio si prefigura come un nuovo renzie, un bambinone nullafacente pescato dal cappello di chi veramente “conta”. Ed anche i 5 stelluti meno ingenui, quei due terzi che non hanno partecipato alle primarie telematiche, hanno già iniziato a capirlo e si interrogano con sconforto sul come l’illusione di un cambiamento in meglio stia trasformandosi in una ulteriore caduta nel peggio. Ma si sa che al peggio non c’è mai fine. Ed è diventato sempre più evidente negli ultimi anni, da quando cioè sono state stravolte le regole elettorali: prima la scomparsa del proporzionale, poi la scomparsa delle preferenze, poi l’istituzione del premio di maggioranza ed infine il sistema delle primarie. Le primarie, una scopiazzatura del sistema USA, furono iniziate dal pd, in forma aperta a tutti, e successivamente imitate dai 5 stelli in forma riservata ai titolati e notabili.
Ma, nello stesso PD, del rischio delle primarie aperte già nel 2013 ne parlò Ugo Sposetti: “«Anche un delinquente. Anche un evasore fiscale, un truffatore, un violentatore di minorenni. Con queste regole può votare il primo che passa. Tutti possono votare: con due euro e con queste regole anche persone di questo tipo se lo possono permettere. Sono le regole che sono sbagliate. Un congresso, un confronto si deve avere con una base certa, definita tre mesi prima che inizi il congresso. Non puoi essere lì la mattina. È la degenerazione della politica italiana, la degenerazione degli apparati. Se ci fossero stati gli apparati, queste cose non sarebbero successe».
Purtroppo il male delle primarie aperte è anche maggiore di quanto previsto dal tesoriere liquidatore del compianto PCI, infatti abbiamo visto che renzie, un perfetto incapace scelto dalle banche, è potuto assurgere a capo del governo con le “preferenze” indicate ai gazebo, dove hanno votato extracomunitari pagati dalle lobbies, amici del berlusca, disgraziati del sottogoverno ed umanità varia da corte dei miracoli. I risultati li abbiamo visti… Mai la deblacle della democrazia e dei diritti fu più disastrosa da quando al timone è stato posto il “rottamatore”.
Ora renzie ha perso molto smalto e il pd è in caduta libera, continuano a sostenerlo solo quelli che ci campano sopra e dentro. Da qui la necessità di un nuovo “change”. Et voilà, per abituare il popolo al potere dei pochi, ecco che arrivano le primarie del m5s che con soli 31.000 voti consacrano il prossimo incapace, ma ubbidiente ai dettami, a governare l’Italia.
Ma consoliamoci, potrebbe andare anche peggio, potrebbe ritornare in tolda il “caimano”. Per questo prevedo che il numero degli astensionisti alle prossime elezioni sarà in aumento vertiginoso.
Peccato, la democrazia è morta, a causa di una “mutazione” della democrazia. Siamo alla repubblica dei filosofi, descritta da Platone, in cui sbarazzarsi di ogni parvenza di volontà popolare.
Paolo D’Arpini
Articoli in sintonia:
http://paolodarpini.blogspot.it/2016/04/per-aspera-ad-astra-e-genesi-di-un.html
http://paolodarpini.blogspot.it/2017/06/grillo-e-le-5-stelle-cadenti-concluso.html
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Commento di Roberto Tumbarello: “Alla fine è sempre la povera gente, credulona e sprovveduta, a pagare il conto. È un giovane inesperto a gestire il partito, che ha ereditato dal padre. Consulente e socio è un attore di successo. Entrambi seminano disprezzo su una società che gli ha consentito di diventare milionari. Essendo loro stessi privi di preparazione, cultura, esperienza e formazione, non esigono questi requisiti essenziali dalle pedine che manovrano e che, anzi, preferiscono ignoranti. L’esca è il reddito per tutti. Una promessa impossibile e immorale. Produrrebbe fannulloni non ricchezza. A salvare l’Italia dovrebbe essere un loro burattino. E milioni di elettori ci credono. “Gli altri sono meglio?”, è l’obiezione. No. Sono pessimi. Ma ci può essere di peggio e, con arroganza e presunzione, provocare una catastrofe. Non è uno scherzo. È proprio in quella direzione che sembriamo decisi ad avviarci…”