Geopolitica. Situazione complicata in Siria, Iran, Israele, Russia, USA….

La Russia ha un ottimo apparato militare, ma è ancora debole economicamente ed è impegnata, o meglio, viene impegnata ad arte su molti fronti per metterla in difficoltà. Si sa che per sostenere uno sforzo militare prolungato ci vogliono anche i soldi. Anche l’esercito siriano che combatte da 6 anni ed ha avuto più di 100.000 morti non è in condizione di stravincere in tempi brevi soprattutto per la pervicacia criminale con cui gli USA e Israele continuano a manovrare i loro mercenari jihadisti e kurdi (dove sono più i famosi marxisti-leninisti antimperialisti del PKK?) che tentano di impossessarsi di tutti i giacimenti di gas e petrolio dell’Est siriano prima che vi arrivi l’esercito. Per questo probabilmente tutti agiscono con prudenza in una situazione difficile e densa di pericoli. Persino gli Hezbollah, di fronte alle vili provocazioni israeliane con bombardamenti continui sulle loro posizioni in Siria, non reagiscono, come potrebbero, ad esempio colpendo Israele con i missili di cui sono in possesso. Lo stesso vale per l’Iran, che pure avrebbe i missili in grado di colpire Israele. Purtroppo, quando si gioca, c’è anche l’avversario dai possenti mezzi che gioca, che non è certo una tigre di carta. Quindi realismo, prudenza e consapevolezza della consistenza delle forze in campo…
(Enzo)

Commento-integrazione: “…non credo che la Russia sia tanto debole da dover retrocedere o star zitta su ogni iniziativa e provocazione,  concedendo spazi al nemico che inevitabilmente ne approfitta. Il fatto di  non reagire, neanche diplomaticamente, alle continue incursioni mortali di Israele, il fatto che si continui ad accreditare un ruolo degli Usa nella lotta al terrorismo anziché smascherarli, mi ricorda atteggiamenti molto simili dell’URSS. Sarà che il trauma di aver dovuto combattere ripetutamente invasori sulla propria terra, con oceani di sangue versati, ha lasciato qualcosa nel profondo dell’animo russo. In queste ore i curdi-Usa si sono presi il più grande giacimento di petrolio della Siria e quello era davvero un osso da contendere all’invasore. Credo anche che aver tentato di tenersi buoni i curdi, illudendosi di poter addomesticare o perfino conquistare quella che, a ogni evidenza, è una forza mercenaria di Israele e degli Usa in tutti i paesi in cui opera, significa anche aver negato una mano ai paesi da destabilizzare: Iraq, Iran, Siria (a prescindere da quel manigoldo di Erdogan). Quanto a debolezza economica, credo che nessuno superi al momento gli Usa, proprio a causa del loro demenziale impegno militare…” (Fulvio)

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