In Polonia come in Italia – Revisionismo storico in corso…

Lunario Paolo D'Arpini 16 settembre 2017

Condanniamo i cambiamenti dei nomi delle strade in Polonia voluti dal governo e il numero crescente di devastazioni e abbattimenti di monumenti che celebrano gli eroi della lotta contro il fascismo. Un recente esempio è rappresentato dallo smantellamento del Mausoleo dell’Armata Rossa a Trzcianka. I cambiamenti dei nomi delle strade e gli attacchi ai monumenti dei soldati sovietici e polacchi, dei partigiani comunisti e dei militanti del movimento operaio sono il risultato della politica riguardante la storia imposta dalle autorità statali, avviata dall’Istituto della Memoria Nazionale (IPN) che ha messo in discussione persino che la Polonia sia stata liberata nel 1944-1945.

Ci opponiamo all’ “Atto di Decomunistizzazione” che impone cambiamenti ai nomi delle strade e agli altri oggetti pubblici e la liquidazione di monumenti e memoriali che si ritiene promuovano il comunismo. In molti luoghi, durante manifestazioni pubbliche, gli abitanti si sono espressi in modo praticamente unanime contro il cambiamento dei toponimi delle strade. A causa di questa resistenza molte autorità locali hanno rinunciato ad attuare la “decomunistizzazione”.

L’ “Atto di Decomunistizzazione” e il modo con cui viene tradotto in pratica dimostrano che il parere della società non viene preso in considerazione dalle autorità. Nell’ambito di questo provvedimento, i voivoda – i rappresentanti locali del governo centrale – hanno il potere di imporre i nuovi toponimi qualora le autorità locali non siano riuscite a farlo. E’ un’interferenza illegale nelle competenze delle autorità locali, per cui gli appelli contro tali decisioni devono essere indirizzati ai tribunali amministrativi. Inoltre, i costi e le conseguenze di questi cambiamenti ricadono sui cittadini, anche quelli che vi si erano opposti.

L’obiettivo principale dell’attacco è rappresentato dai nomi di coloro che hanno partecipato alla lotta contro il fascismo: essi costituiscono i 2/3 della lista di nomi da cambiare, compilata dall’IPN. La politica riguardante la storia attuata dalle autorità conduce alla sostituzione di questi nomi con quelli di esponenti anticomunisti.

Mettere sullo stesso piano comunismo e fascismo è elemento costitutivo di tale politica, e ciò indirettamente porta alla minimizzazione delle responsabilità del fascismo. L’obiettivo di questa politica non è solo quello di modificare la visione della storia, ma anche la promozione delle posizioni anticomuniste più aggressive, soprattutto tra i giovani.

In questa situazione, è necessaria la resistenza contro la falsificazione della storia. Il modo più efficace per opporsi all’ “Atto di Decomunistizzazione” è un’ampia resistenza sociale. In molte città, sono state avviate campagne per preservare i nomi delle strade e i monumenti. Il Partito Comunista della Polonia esprime il suo sostegno alle iniziative dei gruppi locali e invita tutti i suoi membri e simpatizzanti a partecipare a questa resistenza.

Comunicato del Partito Comunista della Polonia

(Fonte: solidnet.org – Traduzione di Marx21.it)

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Mio commentino: “ Mentre in Italia procede la cancellazione del passato fascista in Polonia le autorità filo Nato condannano il comunismo. Ma il passato non cambia…!” (P.D’A.)

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