Calamità innaturali e salvaguardia della fauna selvatica

I numeri delle tante calamità innaturali che a oggi hanno funestato il nostro Paese sono drammatici:

Nel 2017 sono finora andati a fuoco 117.579 ettari di boschi, a fronte dei 38.310 ettari coinvolti in media dalle fiamme ogni anno tra il 2008 e il 2016.

Dall’inizio di luglio a oggi i roghi hanno interessato 100mila ettari di terreno. La settimana peggiore dell’estate è finora quella dal 9 al 15 luglio, con oltre 34mila ettari in fumo.

Dall’inizio dell’anno si contano 608 incendi di grandi dimensioni, oltre i 30 ettari. Il numero è superiore di 3 volte e mezzo rispetto ai 170 incendi verificatisi in media ogni anno tra il 2008 e il 2016.

Considerando una presenza media di 400 animali appartenenti ad ogni specie per ettaro, significa che più di 40 milioni di animali selvatici hanno perso la vita direttamente a causa degli incendi. Ai quali bisogna aggiungere le morti per l’assenza di precipitazioni e quelle dovute all’interruzione della catena trofica.

Le Regioni maggiormente interessate dagli incendi e dalla siccità, che hanno richiesto lo stato di calamità sono 11: Emilia Romagna, Veneto, Toscana, Marche, Lazio, Molise, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna e Provincia autonoma di Trento.

Nella sola Campania il Parco Nazionale del Vesuvio è andato distrutto dalle fiamme.

E ad oggi l’emergenza idrica che ha messo in ginocchio il nostro Paese non accenna a diminuire. Una situazione che continua a provocare gravissime ripercussioni soprattutto all’agricoltura e all’approvvigionamento idrico, attività umane fortemente legate ai cicli della natura, al punto che nei giorni scorsi il Ministro delle Politiche Agricole si è detto pronto ad attivare il Fondo di Solidarietà Nazionale.

Ma anche per la fauna occorre un piano nazionale speciale, una sorta di “Piano Marshall”.

Infatti, per la fauna selvatica si tratta di una vera e propria emergenza, ancor di più alla vigilia dell’apertura della stagione di caccia.

650.000, circa, sono i cacciatori che potrebbero invadere campagne e colline, con un’altra vera e propria “calamità innaturale” fatta di fucili e piombo. Un passatempo esercitato su animali già fortemente stremati, un vero e proprio tiro al bersaglio per esclusivo divertimento.

Circa 100 milioni, ordinariamente, si calcolano gli animali destinati a cadere vittime di ogni stagione venatoria.

Oltre 6 milioni sono i soli uccelli sterminati ogni anno in Italia dal bracconaggio.

E sul fronte Unione Europea al numero 1 è l’Italia per l’estensione del territorio percorso dal fuoco, Italia a lungo nota come maglia nera per il numero di procedure d’infrazione in materia ambientale.

10 sono le impegnative domande che l’Europa ci ha posto con la procedura 6955/14/ENVI, sulla “sostenibilità” (o meglio insostenibilità) dei calendari venatori regionali.

21 sono le prescrizioni dettate dalla procedura Pilot 6730/14/ENVI relativa all’attuazione nel nostro Paese della Direttiva 92/43/CEE sulla conservazione degli Habitat naturali e della flora e fauna selvatica, habitat che troppo spesso versano o sono minacciati dal degrado e dalla distruzione.

“Il 10 agosto abbiamo chiesto al Governo la cancellazione della stagione di caccia – dichiarano ENPA, LAV, LIPU e LNDC – ma a oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta.”

“Siamo nel pieno di un vero e proprio disastro ambientale, che mette a rischio gli equilibri ecologici della fauna e dell’ambiente, con gravi ripercussioni anche sulla nostra vita quotidiana. Per questo motivo è necessario attivare un vero e proprio “piano Marshall” per l’ambiente e la fauna selvatica, una serie di interventi straordinari che consentano di uscire da questa gravissima fase caratterizzata dalle tante calamità innaturali. Come prima cosa chiediamo che il Governo risponda alla nostra richiesta di annullamento della stagione venatoria- concludono le associazioni.”

Info: Ufficio Stampa Enpa – Via Attilio Regolo 27, Roma – tel 063242873

Silvia Premoli
VEGANOK Animal Press
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