Scosse telluriche ed eruzioni vulcaniche (prevedibili al tempo dei Borboni ignorate ai nostri giorni)
Il primo regolamento antisismico d’Europa nacque nel Regno di Napoli per volontà dei Borbone, dopo il terribile terremoto della Calabria meridionale del 1783 (https://it.wikipedia.org/wiki/Terremoto_della_Calabria_meridionale_del_1783).
E se per ipotesi dovesse tornare attivo ed eruttare il Vesuvio? Vulcano presso il quale hanno costruito quasi fin dentro al cratere, sarebbe di nuovo una tragica circostanza avversa?
Il Vesuvio dall’ultima eruzione del 1944 è ritenuto in quiescenza anomala, nel senso che secondo le statistiche e probabilità avrebbe già dovuto tornare a manifestarsi, in pratica è in ritardo rispetto alle previsioni. Se dovessero esplodere in superficie i 400 kmq di magma che contiene ad alcuni km di profondità, e se lo facesse con un certo impeto, cosa accadrebbe ai 3 milioni, dicasi tre milioni di abitanti che abitano nella zona a rischio?
Qualcuno dirà, ma le eruzione dei vulcani, a differenza dei terremoti, sono prevedibili con giorni di anticipo. Vero, abbastanza vero, soprattutto per quelli molto antropizzati e quindi monitorati 24 ore su 24, dove i sismografi sono posizionati ovunque e registrano ogni movimento, ma il problema sorge quando si deve valutare la pericolosità dell’allarme ed applicare i piani di evacuazione e di sicurezza.
Credete li abbiano mai implementati? Che siano mai stati fatti conoscere alla popolazione? Che quest’ultima sia preparata? Credete abbiano mai fatto una simulazione, o esercitazione? Credete che riusciranno ad evacuare le centinaia di migliaia di famiglie a rischio?
La natura va rispettata, non fosse altro perché è pericolosa, ma gli italiani questo concetto non lo hanno mai compreso e tanto meno assimilato, sono incapaci di assumersi responsabilità in prima persona per le loro scelte, la colpa è sempre di altri, del destino, del fato, delle circostanze, della sfiga, del malocchio, ecc..
I politici ed i media a loro asserviti in queste circostanze tirano sempre fuori la virtù della solidarietà italica, ma essa non è sufficiente e soprattutto è sempre successiva agli eventi e mai preventiva, e rischia di divenire un alibi per perseguire e proseguire nelle peggiori caratteristiche italiche, che lo rendono un popolo immaturo, ignorante ed incivile. Dopo di ché si può fare tutta la demagogia, mistificazione ed il sofismo che si vuole, ma i fatti rimangono inalterati e sono cruenti, prove schiaccianti per il giudizio della storia, e purtroppo sono destinati a ripetersi, sempre più gravi e devastanti, che potrebbero ridurre in macerie (non solo materiali) il nostro fragile ed anomalo paese.
Claudio Martinotti Doria