Vaticano, religione e denaro – Cambiare tutto per non cambiare nulla

Il papa accondiscende a mostrare un’immagine conveniente della chiesa senza in realtà cambiare nemmeno una virgola della struttura. Gli interessi vaticani restano: niente tasse sulle proprietà commerciali ecclesiastiche, niente modifiche reali alla banca di dio, niente cambio di marcia negli investimenti, niente spoliazione delle ricchezze a favore dei poveri, niente accoglienza diretta ai profughi, insomma niente di niente… tutto come prima, cambia solo la facciata. Gesù avrebbe definito questa facciata: sepolcro imbiancato. Ed intanto gli scandali sulla pedofilia e sulle norme sessuali e sulla sperequazione fra generi continua.

Ma chi me lo fa fare di occuparmi degli scandaletti vaticani? In fondo si tratta di “affari” e di “giochi di potere” interni ad una istituzione, sedicente religiosa, che non ha alcuna veste di spiritualità, una aggregazione pretesca che è in realtà un apparato finanziario e “politico”.

Vescovi, cardinali, papa (e antipapi segreti), tutti si sbracciano a dire cose su cose. Sulla sofferenza del pontefice, sui cardinali infedeli, sul nemico esterno, sui cambi di gestione nello IOR, sugli attacchi d’oltre oceano (leggi dal fondo del Mediterraneo), sulla lotta fra clan….

Il fatto vero è che ormai la religione in tutte queste faccende non c’entra più nulla. Il vaticano è una società per azioni, che combatte per mantenere la sua quota nella spartizione della ricchezza mondiale. Ben inteso si tratta di una ricchezza “virtuale” in quanto ormai il senso stesso di ricchezza è obsoleto.. Forse sarebbe meglio usare il termine “capacità di controllo delle masse”. In questo gioco il vaticano è sempre più debole, ha dovuto recedere di fronte ai diritti accampati dai “fratelli maggiori”, di fronte ai potentati economici dei Rothschild, della Goldman Sachs, dei Mordecai vari…

Ormai le diatribe, non son più sui dogmi e sulle dottrine, son solo battaglie finanziare ed i più grandi miscredenti, coloro che professano intimamente l’apostasia, sono tutti lì riuniti, in quella casa romana, con i loro berretti bianco, rossi e viola in testa.
In fondo mi spiace. In fondo provo compassione per la figura di quel povero cristo messo in croce per ottenere il risultato di secoli e secoli di prevaricazioni e persecuzioni contro l’umanità e la natura, tutto compiuto a suo nome dai suoi “rappresentanti” in terra. Povero cristo, sì, e povera Roma imbrogliata due volte, la prima volta quando vendette la sua dignità morale affidandosi al cristianesimo, nel tentativo di continuare la sua missione universale, la seconda volta adesso in cui il marciume accumulato prende a traboccare inesorabilmente trascinando con sé l’ultima parvenza di onore. Roma…

Scriveva Federico Nietzsche: “E’ col trionfo “ecumenico” cristiano (sventura dell’umanità, degli animali, del mondo) che si è realizzata una globale inversione dei valori. Tutto ciò che nel mondo pagano, tra i nostri padri contadini politeisti, era percepito in maniera retta, pulita, veritiera, si è velato e capovolto.
Mai un antico avrebbe dato, per esempio, nome di “amore” all’odio o viceversa. La nera pretaglia sfruttatrice è proprio questo che impose, urbi et orbi. Così, per almeno mille anni essa torturò in nome del bene…”

Paolo D’Arpini

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