L’Europa, come sempre, è sacrificabile – La Guerra incomincia dall’Ucraina, con il veleno che vien dagli USA

Il cavallo di battaglia della strategia statunitense della finanza internazionale è alle corde, contrastato da Cina e Russia, sconfitto in Siria, calpestato in Venezuela, sfidato dalla Corea democratica e in particolare schiaffeggiato dalle sanzioni russi che ne puniscono l’arroganza espellendo dalla Federazione russa 755 diplomatici degli Stati Uniti. In un precedente articolo, abbiamo ritenuto che l’inevitabile risposta del dipartimento di Stato degli Stati Uniti, fortemente rimproverato a rispettare il diritto internazionale da Mosca, potrebbe avvenire per procura, preferibilmente con operazioni sul teatro ucraino dove, a differenza della Siria, tutte le opzioni militari sono ancora aperte.

La questione dell’invio di armi statunitensi a Kiev è un serpente di mare che riemerge regolarmente da 3 anni nel conflitto tra le forze ucraine filo-NATO e le forze separatiste filo-russi che imperversano nel Donbas. Da oltre 2 anni, un pacchetto di aiuti militari, sostenuto da avvoltoi neocon come John McCain, tenta di riavviare la guerra aggirandone le difficoltà tecniche (standardizzazione e istruzione), politiche (bilancio, l’approvazione del Congresso) e diplomatiche (accordi di Minsk, Russia) Finora, a parte piccole consegne effettuate tramite società private che operano in Ucraina, e l’invio di attrezzature non letali e di collegamento come autoveicoli, armi non sono state ufficialmente fornite all’Ucraina.

Ma quest’anno coi kit radiomedici e giubbotti antiproiettile in lattice, sono apparse dei mirini ottici per i fucili di precisione cecchini schierati in prima linea nel Donbas. Nel frattempo le esercitazioni degli alleati occidentali per integrare l’esercito ucraino nella NATO, ma anche gli istruttori, aumentano e si avvicinano al Donbas, come i droni strategici statunitensi che spuntano al fronte.

Dopo l’espulsione dei diplomatici statunitensi, i 31 luglio 2017, il Wall Street Journal annunciava l’attuazione di un piano di consegne di armi all’Ucraina. Questa armi letali da consegnare, che alcuni propagandisti ancora hanno il coraggio di vestire con l’eufemismo cinica di “difensive”, se attuate rapidamente e in grandi quantità sarebbero senza dubbio un altro importante passo nella folle corsa che porta lentamente ma inesorabilmente verso una nuova guerra mondiale.

In effetti, è probabile che la consegna all’esercito ucraino di armi letali sarà usata contro la popolazione civile del Donbas, permettendo di far rivivere la violenta offensiva contro le difese, riportando al coinvolgimento diretto di Mosca al fianco dei ribelli filo-russi, che nonostante le fantasie di Kiev non si ebbe a causa della reazione militare-diplomatica che causerebbe.

Il potere militare-industriale degli Stati Uniti ha il sopravvento sulla strada per la guerra

Finora la Casa Bianca, cosciente di questa potenziale e probabile reazione a catena, non ha il coraggio di dare il via libera a tali consegna di armi, come al tempo dell’amministrazione Obama, tuttavia responsabile del terremoto Maidan. Ma oggi, paradossalmente, sconfitta Clinton, i neocon hanno una posizione mai così forte che dall’avvio a fine luglio delle nuovo ritorsioni economiche contro la Russia, illustrandone il sequestro del presidente Trump, costretto ad aderire alla loro strategia aggressiva anti-russa la cui reazione legittima dei russi ha compiuto un nuovo passo verso il confronto aperto.

Tra le armi fornite dagli statunitensi per rafforzare l’esercito ucraino, vi sono sistemi d’arma antiaerei per proteggere le unità di artiglieria e d’assalto di Kiev dalla risposta russa. Possibilmente anche missile anticarro di ultima generazione “Javelin” capaci di distruggere i blindati delle forze repubblicane. E il falso pretesto dell’interferenza russa nella sua elezione sembra rafforzare ulteriormente l’emarginazione del presidente Trump, già nel mirino dei neoconservatori nelle discussioni sull’invio di armi all’Ucraina. Così un alto funzionario dell’amministrazione statunitense ha ammesso che il presidente non fu informato del piano, mentre il suo segretario della Difesa statunitense James Mattis nel frattempo l’approva!

Durante la precedente proposta di armare l’Ucraina si parlò solo di armi difensive per le forze di sicurezza ucraine nella regione di Kiev. Questa volta il loro uso nelle operazioni del teatro de Donbas è considerato un’”emergenza”… Se Germania e Francia, garanti dell’accordo di pace per l’Ucraina firmato a Minsk, rimangono scettiche sugli effetti di tali consegne di armi, il dipartimento di Stato degli Stati Uniti invitava i Paesi della NATO (tra cui i russofobi Canada, Regno Unito, Polonia, Lituania) a sostenerle. Il Generale Curtis Scaparrotti, comandante in capo dell’esercito degli Stati Uniti in Europa e della NATO, da sempre esorta vivamente ad armare l’Ucraina contro la Russia, supportato dal nuovo consigliere speciale per l’Ucraina statunitense Kurt Volker, la cui carriera e responsabilità nel giro del guerrafondaio McCain non lascia alcun dubbio sulla sua ideologia apertamente antirussa. Nel frattempo, sotto la copertura delle crescenti manovre alleate, la NATO continua la militarizzazione dei Paesi dell’Europa orientale ai confini della Federazione russa, facendo rivivere l’intermarium, questo spalto militare che collega Baltico al Mar Nero e destinato ad isolare la Russia.

Nel Donbas, nonostante una “tregua del pane” che dovrebbe “calmare le cose” fino all’avvio dell’anno scolastico, i combattimenti e i bombardamenti ucraini sono aumentati nello stesso tempo dell’inasprimento dei rapporti USA-Russia degli ultimi giorni, e alla vigilia della riunione di Minsk del 2 agosto.

Dall’utile idiota di Majdan all’ariete scarificale della NATO

Nel gioco degli scacchi, il sacrificio di un pedone, per creare l’apertura per attaccare, è chiamato “gambetto” (del re, della torre, ecc …) la tentazione degli Stati Uniti di sacrificare l’Ucraina armandola e gettandola contro la Russia per provocarla, è grave e può riuscire dato che Kiev non solo è una pedina sulla “grande scacchiera”, ma soprattutto il principale folle dell’arsenale puntato contro Mosca! Oggi più che mai l’Europa è seduto sulla polveriera e l’Ucraina è il detonatore! Ma la Russia, che ha appena picchiato sul tavolo della diplomazia, è in allerta e mostra le zanne alla soldataglia che si aggira troppo vicino alle sue mura.

Le gigantesche manovre “Zapad-2017” (14-20 settembre 2017), coinvolgeranno 100.000 soldati russi e bielorussi sul “passaggio Suwalki”, questo punto debole dell’articolazione NATO, sono un messaggio assai chiaro ai seguaci del caos: Attenzione l’orso si è svegliato! Speriamo che in occidente la ragione prevalga sulla follia (possiamo sognare, no?)

Erwan Castel, volontario della Nuova Russia – Alawata

Fonti:
Wall Street Journal
Zerohedge
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

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