Venezuela – Eletta la nuova Assemblea Nazionale Costituente
La vittoria del governo Maduro in Venezuela rafforza la rivoluzione socialista nel nostro paese!
Domenica 30 luglio 2017 la rivoluzione bolivariana ha vinto un’importante battaglia contro la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti. Le forze reazionarie del Venezuela, le oligarchie imperialiste USA ed dell’Unione Europea e i governi asserviti di alcuni paesi dell’America Latina hanno mobilitato le forze di cui dispongono in Venezuela per impedire ad ogni costo che il popolo venezuelano partecipasse alle elezioni dell’Assemblea Costituente indette dal governo Maduro.
Nonostante le intimidazioni e le aggressioni messe in atto dalle forze reazionarie e dai mercenari degli imperialisti che operano in Venezuela e che in alcune regioni del paese hanno reso addirittura difficile se non impossibile il voto il voto, 8.089.000 elettori hanno votato per l’ANC
È il numero più alto di voti raccolti dal fronte delle forze rivoluzionarie nelle elezioni degli ultimi anni. Avevano raccolto 5.620.000 voti nelle elezioni del 6 dicembre 2015 che diedero la maggioranza dell’Assemblea Nazionale alla destra, 7.505.000 nelle elezioni del 14 aprile 2013 che portarono Maduro alla presidenza e 7.444.000 nell’ultima elezione che confermò Chavez alla presidenza il 7 ottobre 2012, cinque mesi prima della sua morte il 5 marzo 2013.
Per capire appieno il significato del risultato, bisogna tener conto che in Venezuela la gerarchia cattolica è apertamente schierata con la reazione (fu alla testa del colpo di Stato che nel 2002 cercò di eliminare Chavez: i golpisti lo catturarono e lo tennero prigioniero per due giorni e ne uscì vivo solo perché i soldati del plotone d’esecuzione si ammutinarono). Il cardinale Urosa Savino, arcivescovo di Caracas e presidente della Conferenza episcopale venezuelana, ha dichiaro illegali le elezioni dell’ANC e il cardinal Parolin, segretario di Stato del Vaticano, gli ha fatto eco. La borghesia tiene ancora nelle sue mani gran parte dell’apparato produttivo e dell’economia del paese e sabota la distribuzione di viveri, medicinali e altri generi di prima necessità dando la colpa al governo. Quasi tutti i mezzi di comunicazione di massa sono nelle mani della borghesia. Bande armate di mercenari e di reazionari imperversano in varie parti del paese, compresi i quartieri ricchi della capitale. La prepotenza e la violenza della reazione è tale che una parte delle forze rivoluzionarie critica il governo Maduro perché procederebbe con troppa moderazione.
In questo contesto i risultati elettorali ottenuti dall’iniziativa di far eleggere una Assemblea Costituente con il compito di promuovere l’espansione del settore pubblico dell’economia e la partecipazione delle masse popolari all’attività politica sono un grande successo. Le forze armate venezuelane hanno sostenuto lealmente il governo Maduro e la sua iniziativa permettendo lo svolgimento delle elezioni benché per ordine del governo non potessero usare armi da fuoco neanche contro le bande reazionarie intente a commettere aggressioni e crimini. Le manovre della destra per arrivare presto alla guerra civile dispiegata che sarebbe sostenuta dall’aperto intervento militare degli USA e dei loro paesi satelliti (come fecero i governi di Hitler e di Mussolini in Spagna nel 1936, come fecero gli USA in Guatemala nel 1954, in Nicaragua nel 1979, come hanno fatto recentemente i governi USA ed europei in Libia e in Siria) sono state sventate dall’alta partecipazione popolare alle elezioni dell’ANC e dalla lealtà delle forze armate. I governi di altre grandi potenze, in particolare la Repubblica Popolare Cinese e la Federazione Russa, alle prese anch’esse con l’aggressività della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti, hanno solidarizzato con il governo bolivariano del Venezuela.
Il governo cubano e vari governi progressisti dell’America Latina (Bolivia, Ecuador e Nicaragua in primo luogo) hanno dichiarato la loro solidarietà con il Venezuela bolivariano. Contemporaneamente la Repubblica Popolare Democratica di Corea ha proseguito con un lancio di missili il programma di rafforzamento delle sue forze armate con cui dissuade gli USA e i suoi satelliti dall’aggredirla. La Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti capeggiati dagli USA continua ovunque a fare danni ma è sempre più divisa al suo interno e con le sue manovre sono più le opposizioni che suscita che i successi che raggiunge.
In conclusione il governo Maduro ha vinto e l’Assemblea Nazionale Costituente è stata eletta con la maggior partecipazione che ci si poteva aspettare. La guerra continua, ma le forze rivoluzionarie hanno vinto una battaglia.
Gli avvenimenti venezuelani sono ricchi di insegnamenti per i comunisti e gli elementi avanzati delle masse popolari italiane. Oggi noi comunisti lottiamo perché nel nostro paese le masse popolari formino in ogni azienda e in ogni zona del paese organismi operai e popolari che, nei casi in cui è possibile farlo localmente, facciano fronte da subito almeno alle manifestazioni più gravi del corso catastrofico delle cose assumendo il ruolo di pubbliche autorità locali, che si coordinino tra loro fino a costituire un loro governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare e lo facciano ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia rendendo il paese ingovernabile per essi. Le manovre messe oggi in atto dalla destra e dai gruppi imperialisti in Venezuela sono analoghe a quelle che reazionari e gruppi imperialisti metteranno in atto in Italia dopo la formazione del GBP. Quindi la resistenza delle masse popolari venezuelane è esperienza anche per noi. La lotta sarà dura, ma anche noi possiamo vincere e arrivare fino a instaurare il socialismo.
Solo costituendo un governo d’emergenza della masse popolari l’Italia spezzerà effettivamente le catene della NATO, dell’Unione Europea e dell’Euro (Banca Centrale Europea). Spezzare queste catene è indispensabile per porre fine al catastrofico corso delle cose ma l’idea, circolante nel movimento sociale e politico Eurostop fondato a Roma il 1° luglio, che per liberarsene basti fare dimostrazioni e proteste è campata in aria. Per rompere effettivamente quelle catene bisogna creare le condizioni necessarie a costituire un governo d’emergenza che abbia la volontà e la forza per spezzarle e far fronte alle manovre dei gruppi imperialisti e delle forze reazionarie per ristabilirle. Per questo bisogna avere un preciso piano d’azione. Questa è la linea del Governo di Blocco Popolare.
Il corso delle cose è oggi così catastrofico in ogni campo e le situazioni create dalla borghesia imperialista così gravi che chi si lascia andare alle impressioni che quello che accade suscita di momento in momento in lui, o diventa cinico o si dispera. Ciò che caratterizza noi comunisti è che invece abbiamo una analisi del corso delle cose, ne conosciamo la ragione e attuiamo una linea per venirne a capo. Proprio perché queste (analisi, causa e linea) le abbiamo ben ragionate e le abbiamo definite a ragion veduta (salvo verificarle e apportare le eventuali rettifiche), ognuno di noi agisce serenamente e attua al meglio delle sue capacità il compito che gli è assegnato nel piano d’azione del partito.
Avanti quindi!
Per il GBP, per la rinascita del movimento comunista, per l’instaurazione del socialismo!
Con il socialismo nessuna donna e nessun uomo è un esubero!
Con il socialismo c’è posto per tutti quelli che sono disposti a far la loro parte dei compiti di cui la società ha bisogno!
Non c’è problema, “disastro naturale” e malattia a cui gli uomini oggi non sanno far fronte: è il capitalismo che ce lo impedisce!
Osare sognare, osare pensare, osare vedere oltre l’orizzonte della società borghese!
Nuovo pci – nuovopci@autistici.org
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Commento di Fulvio Grimaldi: “Benissimo, tutti a festeggiare. Anche se penso che il peggio debba ancora venire, la coda del rettile pestato si avventerà con tutte le sue forze (amerikane. mediatiche,). Per ora uno degli ultimi scampoli di socialismo-in fieri e di antimperialismo resiste. Ma ora speriamo in una rinnovata radicalità. Il tanto acclamato e perseguito “dialogo” (papa, Zapatero, ceti medi…) lo si faccia con il proprio popolo in armi (armi politiche, morali, culturali, ideologiche), non con il nemico. Assad dialoga forse con quelli che gli scatenatori del terrorismo jihadista eufemizzano in “moderati”? Bonificare l’amministrazione bolivariana dai corrotti e opportunisti, approfondire i rapporti con le organizzazioni popolari militanti, sviluppare sul serio le Comuni, più coraggio e impegno nei rapporti con partner alternativi (Russia, Cina), basta tolleranza verso i grandi conglomerati del feudalcapitalismo (Grande Distribuzione, terratenientes, finanza), cacciata di tutti i bubboni infiltrati dai sovvertitori Usa (Ong, diritti umani…): sono gli auspici dei sostenitori non ottusi della rivoluzione bolivariana e del popolo venezuelano nella migliore sinistra latinoamericana (dove quel termine ha ancora un senso)..
E a chi, come il “manifesto” si è precipitato ad allinearsi, nel solito manto untuoso dell’ipocrisia e del cerchiobottismo (“Chi non è da un lato o dall’altro della barricata è la barricata”, Lenin) e ha cacciato la migliore giornalista sull’America Latina e a chi insiste a coprirsi di opportunismo collaborandovi nel sottoscala, peste lo colga.”