Le torture sugli animali come “buon” esempio di “cultura” sionista americana
Per due anni ho condotto a Portland (USA) un programma televisivo intitolato “Orwell Today” nel quale intervistavo personalità classificabili generalmente come ‘contro corrente’. E gli spettatori potevano intervenire e porre domande al telefono.
In uno dei programmi ho intervistato un ragazzo che si era fatto assumere in una fattoria di pellicce per filmare cosa succedeva. Coraggioso, perche’ e’ roba da andare in galera – filmare le torture sugli animali e’ reato punibile con pene giudiziarie anche forti.
Uno dei videos faceva vedere la morte letteramente per tortura degli orsetti lavatori e delle volpi, allevati in condizioni gia’ inimmaginabili, eseguite con un elettrodo introdotto nell’ano dell’animale e relativa scossa elettrica – non prima che la creatura gridasse terrorizzata e quasi gia’ morisse per il dolore insostenibile.
Al che una tele-spettatrice telefono’ lamentandosi che “queste trasmissioni” venissero messe in onda quando i bambini potevano vederle, perche’ suo figlio si era messo a piangere. Piccolo specchio di una certa mentalita’. Naturalmente la ri-trasmissione fu ri-programmata dopo l’una di notte.
Approfitto dell’escursus per segnalare che il momento storico attuale, almeno negli us of a, presenta aspetti tipici del “mundus inversus,” fenomeno psico-sociale di cui l’esternazione piu’ nota e’ il carnevale d’antan, ma che si e’ infiltrato in modo plateale in zone della cultura (preferirei il termine ‘pensiero comune’), inimmaginabili fino a poco tempo fa.
Per esempio, a livello mondiale (dell’Occidente), sappiamo che ormai tocca a una certa destra la funzione di quanto una volta era prerogativa della sinistra. Anche se, partendo da ipotesi tutto sommato condivisibili, la destra combattente (e anche coraggiosa, per quanto riguarda l’America), arriva a conclusioni che ritengo cazzute.
Per esempio, la traccia esplicativa di certi fenomeni come l’eliminazione delle nazionalità, immigrazione incontrollata, promozione dell’omosessualita’, transgenderismo, cultura della droga, porno-tortura, pedofilia (sic), etc., giustamente trova le origini nella cosiddetta “Frankfurt School” – scuola di pensiero peraltro prevalente nell’ambiente della caviar-academia, purtroppo sotto stretto controllo talmudista (anche nelle università di ispirazione cattolica (!) – parlo dell’America.
Ho cercato di illustrare il fenomeno nel blog “Was Marx a Marxist?” http://wp.me/p2e0kb-27e
L’inoppugnabile aspetto del ‘mundus inversus’ consiste nel definire (da parte della destra impavida), ‘marxisti’, anzi ‘bolshevici’, i magnaccia e mammasantissima che stanno dietro, finanziano, promuovo e spingono la trasformazione epocale in corso.
Ho anche cercato di dimostrare, dati alla mano, come e perché il termine ‘working class’ sia scomparso dal lessico e sia stato sostituito dal termine ‘minoranze,’ che non distingue tra chi lavora e chi appartiene ai milioni di ‘migranti.’
Peraltro ritengo che in Europa, in Inghilterra (e credo anche in Italia, da quanto posso assumere osservando da lontano,) non ci si renda conto dell’enorme peso, influenza e presenza capillare del giudaismo politico in tutte le fasi critiche dell’ordinamento sociale.
Per citare un esempio, le banche che amministrano le carte di credito abitualmente escludono dall’uso qualunque sito che illustri in modo critico la prepotente presenza del giudaismo-politico, appena la popolarità del sito raggiunga un certo livello. Sono siti dove NON si propaganda odio o attività illegali, ma si espongono avvenimenti ed episodi correnti e storici da un punto di vista non-ortodosso e non talmudico.
Sicché i censurati, tra cui persone assolutamente non fanatiche e di comprovata intelligenza, non possono neanche vendere i loro libri, libri naturalmente anche esclusi da tutte le 120,000 biblioteche e altre centinaia di migliaia di librerie americane. Al contempo, i media, completamente in mano giudaica, attaccano inesorabilmente gli avversari accusandoli di ogni infamia – anche se chi si prenda la briga di verificare quello che dicono, si rende conto che il barrage mediatico e’ una montagna di calunnie.
Basta citare lo storico di meritata fama mondiale David Irving, che non è per niente un anti-semita, ma che si è permesso di dimostrare certe menzogne sulla cosiddetta storica ‘questione ebraica.’ Infatti, è costretto a girare in macchina vendendo i suoi libri durante le presentazioni che compie una volta all’anno qui in America. E ogni volta che viene in citta’, i talmudisti organizzano plotoni di disturbatori per impedirgli di parlare. E le università non possono ospitarlo pena disordini e decurtazione dei fondi.
Continuo a ripeterlo come una cassandra con la ‘c’ minuscola – gli avvenimenti in corso in Europa, Medio Oriente e nell’Occidente in genere, corrispondono quasi alla lettera al piano Coudenhove-Kalergi, fondatore della’Unione Europea. Osservo che e’ apparsa in rete una traduzione (in inglese) di qualche pagina significativa del suo libro “Praktischer Idealismus,” mai tradotto in inglese per veto giudaico. http://balder.org/judea/Richard-Coudenhove-Kalergi-Practical-Idealism-Vienna-1925.php
L’odio della Russia da parte della tribù talmudista e’ ancestrale e comprovato. Nella piu’ recente esternazione le recentissime ulteriori “sanzioni” contro la Russia sono state approvate dal Congresso con 400 e passa voti favorevoli e 2 contrari. Dove sarebbe piu’ opportuno, invece di dire congresso, dire “AIPAC = american-israeli political action committee” etc.
Infine, grazie a Trump, tutti sappiamo delle fake-news. Meno noto è che lo scorso Aprile, Google ha installato un manipolo di “fake-news evaluators” – ennesimo termine orwelliano. In pratica, siti opposti alle guerre “per la democrazia” o a Israele, vengono declassificati in modo da non essere trovati o da fortemente ridurre la possibilità di ritrovarli con ricerche in rete. Tra i colpiti c’è anche il “World Socialist Web Site,” di cui non condivido certe posizioni, ma che pure rappresenta una certa fronda con notevole seguito.
Jimmie Moglia
Il sito menzionato: https://ronabbass.wordpress.com/2011/03/26/jewish-control-of-the-internet-facebook-google-youtube-et-al/ che cita padroni e forze determinanti degli strumenti mediatici di massa.