Commerci contro natura e godurie del libero mercato (che piace anche a certa “sinistra”)

Le gioie del mercato libero (libero da che?)

Qualsiasi riforma o cambiamento che in apparenza dovrebbe favorire gli utenti e consumatori italiani, in questo paese inqualificabile si rivela una fregatura.

Non voglio scrivere un saggio o disquisire esaustivamente su cosa sia accaduto negli ultimi 20 anni, da quando hanno iniziato ad avviare il cosiddetto libero mercato dei servizi pubblici all’utenza, qualche vantaggio ci sarà pure stato, ma faccio fatica a individuarlo e soprattutto a ricordarlo, più che altro ho avuto semplicemente l’impressione che da alcuni regimi di monopolio si sia passati a diversi regimi di oligopolio, perlopiù organizzati sotto forma di “cartello”. Pertanto solo in pochi e particolari settori si sono avuti benefici effettivi, seppur lenti e concordati tra oligopoli ed istituzioni pubbliche di controllo (che dovrebbero in teoria favorire sempre l’utenza e non le aziende), come nelle telefonia mobile, le cui tariffe sono calate enormemente soprattutto grazie alla tecnologia ed alla grande diffusione di massa, ma per il resto non mi pare di aver riscontrato i benefici tanto sbandierati.

Le tariffe italiane rimangono le più alte d’Europa, dall’energia elettrica al gas, dall’acqua ai combustibili, per non fare confronti poi con quelle americane, perché il confronto sarebbe per noi molto doloroso, quasi incredibile. Quindi il passaggio dal pubblico al privato e dal monopolio all’oligopolio non ha avvantaggiato affatto gli utenti ed i consumatori, a causa di due motivi tipicamente italiani: la tassazione eccessiva ed il parassitismo politico clientelare (leggasi altresì “corruzione”), che poi si riconducono ad uno solo, il parassitismo, perché l’eccessiva tassazione e burocratizzazione è dovuta al parassitismo, cui personalmente attribuisco almeno la metà delle spese del settore pubblico, e non è affatto una sparata approssimativa. Intendo proprio affermare che l’inefficienza del settore pubblico, dovuta principalmente a motivi politico clientelari, nepotistici e corruttivi, provoca un raddoppio della tassazione e dei costi per qualsiasi servizio fornito alla collettività. E temo sia un calcolo per difetto. La situazione sarebbe gravosa ma sopportabile se almeno i servizi fossero a livelli quantomeno accettabili, ma salvo rare eccezioni localistiche e personalistiche, generalmente sono mediocri se non pessimi.

Vi faccio un solo esempio tra le centinaia che potrei citarvi, vissuti personalmente o riferitimi da persone con le quali sono in stretto contatto.

Da alcuni mesi tramite un fornitore aziendale privato (non ENEL) nel cosiddetto libero mercato dell’energia elettrica, ho avviato nel marzo scorso una pratica per ridurre da due contatori (uno da 4,5 e l’altro da 3,0 kw/h) che avevamo nell’abitazione, ad uno solo, mantenendo in attività quello da 4,5 kh/h intestato a me, chiedendo venisse volturato a mia moglie. Ebbene a distanza di 4 mesi, numerose email inviate, diverse vane telefonate ai call center in Albania che poi ti passano a call center nell’UE, dopo diversi invii di ulteriori moduli da compilare con le stesse sigle tipiche e complicanze della retriva burocrazia italica di kafkiana memoria, le bollette arrivano ancora con la vecchia intestazione, ma non solo, arrivano pure al contatore sbagliato, cioè a quello da 3 kw/h, e questo spiega anche il perché ogni tanto in estate salta, quando si accendono troppi elettrodomestici.

Hanno cioè fatto esattamente il contrario di quanto richiesto. Ed il mio non è un caso isolato, conosco persone che anche loro sono in attesa da molti mesi che i fornitori di servizi alle abitazioni recepiscano richieste semplici, elementari, che neppure una volontà interlocutoria demenziale potrebbe trascinare così a lungo senza trovare soluzione. Questo è anche il frutto dell’eliminazione degli sportelli sul territorio e di ogni rapporto diretto tra soggetti umani in grado di intendere e di volere, e dell’inutilità dei call center, quando non si rivelano addirittura truffaldini, per cui fanno quello che gli conviene, secondo gli ordini interni, non recependo quanto gli utenti richiedono, addebitando servizi non richiesti o alterando le condizioni contrattuali per renderle più penalizzanti per il cliente finale. Questi sono generalmente i benefici del libero mercato in Italia, perpetuando aridamente un’offesa all’intelligenza ed alla dignità umana, costringendoti perennemente a difenderti dal parassitismo e dalla stupidità che ci pone in stato di assedio, sottraendoci gradualmente ed insidiosamente le nostre sudate e limitate risorse.

Prima o poi questo stillicidio non basterà più per mantenere in vita questa classe così numerosa di parassiti e le istituzioni perverranno ad adottare misure estreme di confisca delle risorse ancora in possesso delle famiglie, magari con interventi diretti sui conti correnti e sulla gestione dei risparmi. Del resto segnali inquietanti in questo senso ci sono già stati, i test li hanno già effettuati, non ci sono limiti alla loro avidità e scorrettezza, basti pensare a come ci costringono a pagare la tassa sul possesso di televisori ed altri apparecchi idonei a ricevere immagini via etere o cavo, tramite addebito in bolletta elettrica, arrivando a spalmare i costi per frazioni ambigue (18 euro a bolletta?) in modo che si perda il conto del totale costringendoci a conservarle tutte per poi a fine anno verificare cosa ci hanno sottratto … con la faccia di tolla di proseguire a definirlo un canone, come fosse un servizio di cui usufruisci e che tu hai richiesto, quando, nel caso del sottoscritto, sono parecchi anni che non vedo i programmi tv per ribrezzo (già solo un televisore accesso mi provoca il voltastomaco) e mi limito ad usare il monitor per vedere video su Youtube o film e documentari su Netflix.

Che altro dire se non che non essendoci limite al parassitismo ed alla stupidità umana (dis)organizzata, dobbiamo solo attenderci il peggio, che non sarà mai abbastanza, perché riuscirà a stupirci andando oltre la più pessimistica delle nostre previsioni. La realtà supererà sempre la fantasia, anche la più perversa e pessimistica.

Claudio Martinotti Doria

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