Gli eroi della libertà per lo stato italiano son solo “briganti” – Morto in carcere Doddore Meloni, indipendentista sardo

Lunario Paolo D'Arpini 6 luglio 2017

“Dolore indescrivibile ed enorme rabbia per la morte del fratello indipendentista sardo Doddore Meloni.
Lo Stato italiano pensava alla pietà per Riina ma non ne ha avuta per Doddore, morto in carcere in sciopero della fame come Bobby Sands. Onore a lui, ancora onta e vergogna per l’infima italia. Sprofondi Roma.
Tiocfaidh àr là.
Al neust dì al gnirà.
At a arribare pro nois puru sa die. Sa die chi amus a èssere lìberos.”

(Gioann March Pòlli)

Su tutti i media sardi on line spicca l’irritazione e l’indignazione del popolo sardo per la morte in carcere di uno dei suoi più coraggiosi e coerenti rappresentanti, un gigante sia fisicamente che spiritualmente, che è stato letteralmente messo a tacere con la prigionia, come ai tempi dell’unificazione un secolo e mezzo fa e che la retorica risorgimentale ha distorto a suo piacimento definendoli eversivi, rivoltosi o briganti.

Che sia stato imprigionato e che non gli siano stati assegnati almeno gli arresti domiciliari è stato un atto vergognoso di gretta repressione e punizione che solo uno stato autoritario, accentratore e antidemocratico poteva compiere. Non credo che i responsabili della sua morte saranno perseguiti, anzi probabilmente faranno carriera, come è sempre avvenuto in questo paese di servi e parassiti al potere, che non rappresentano gli interessi della popolazione ma solo i propri, delle proprie clientele politico economiche e delle lobby finanziarie internazionali.

L’indignazione per un atto tanto ignobile non dovrebbe essere solo riservata ai sardi ma a tutti gli italiani e a coloro che credono ancora nei valori dell’autodeterminazione dei popoli, del rispetto per i diritti umani, della libertà e della dignità umana, valori costantemente violati dall’accozzaglia di politicanti che governano questo stato “colonizzato”, dove i criminali dai colletti bianchi non fanno un solo giorno di carcere mentre coloro che rappresentano valori in contrasto con gli interessi dello stato vengono perseguitati e persino uccisi “legalmente”, applicando le leggi in maniera crudele e strumentale.

Uno stato che si comporta in questo modo merito solo disprezzo. Vergogna!
Claudio Martinotti Doria

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Il 5 luglio 2017 l’italia e il suo stato hanno assassinato il patriota sardo Doddore Meloni, in sciopero della fame e della sete da 66 giorni.

Doddore, presidente del movimento indipendentista Meris, era stato arrestato il 28 aprile scorso e si era subito dichiarato detenuto politico belligerante ai sensi dei trattati internazionali sui diritti umani, ratificati anche dallo Stato italiano.
Era detenuto nel carcere di Cagliari ed è morto come padre Kolbe ad Auschwitz o Bobby Sands in Irlanda.

La morte di Meloni era stata più volte annunciata dal suo legale, l’avvocata Cristina Puddu, che aveva lanciato l’allarme e sollecitato le istituzioni italiane a fare tutto il possibile e tutto il necessario per salvargli la vita. Cosa che – evidentemente – si voleva evitare.

Dopo due richieste di essere destinato agli arresti domiciliari il Tribunale di sorveglianza aveva respinto la richiesta (nel secondo caso non aveva nemmeno risposto), perché le condizioni di salute non sarebbero state incompatibili con la detenzione in carcere. Insomma: nel paese dei cachi, che si preoccupa di pluriomicidi come Totò Riina, e dove i criminali la fanno sempre franca, il settantaquattrenne sardo sarebbe stato benissimo. Solo che era un pericolo per ciò che rappresentava. Tant’é che è morto. È stato legalmente eutanasizzato. Altro che “riabilitazione” dei detenuti. Per lui non c’erano le televisioni chiamate per l’occasione e nessun politicante di Roma (tutti complici o corresponsabili) si è scomodato. Nemmeno un prete – loro sempre così in prima fila per i “diritti” degli ultimi arrivati (vi ricordate il “vergogna, vergogna, vergogna!”…?) e invece così distratti per la gente semplice, e che proprio per questo non interessa.

L’avvenimento di oggi è di un’incredibile gravità e svela, se ce ne fosse ancora bisogno, che in italia vige de facto la pena di morte – almeno per i prigionieri politici e per quelli scomodi.
Come vige la tortura – basti vedere le recenti condanne dello stato italiano per i fatti di Genova del 2001.
E svela qual è la ratio che muove le istituzioni tricolori. Una logica criminale e assassina, che vuole a tutti i costi soffocare e uccidere le identità, le patrie e i popoli.

Che sono il vero problema dello stato italiano, che vuole in tutti i modi azzerarle. Anche mandando segnali e intimidazioni con gli omicidi politici, come è stato quello di Doddore Meloni.

Gioventura Piemonteisa – http://www.gioventurapiemonteisa.net/la-morte-di-doddore-meloni-litalia-uccide-gli-uomini-liberi/

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