Una riflessione sull’alimentazione bioregionale e sull’uso dei prodotti di origine animale
Nel discorso dell’alimentazione “bioregionale”, ovvero una alimentazione basata sul cibo vegetale che viene prodotto nel luogo in cui si vive, in forma biologica e nella naturale stagione di maturazione, si è spesso parlato dell’opportunità di usare alcuni prodotti di origine animale, come il miele, il formaggio o le uova, senza però causare sofferenza agli animali.
Certo l’allevamento intensivo va abolito in tutti i modi, anche per ragioni di inquinamento ambientale, ma forse è possibile mantenere un certo equilibrio fra la presenza animale nelle fattorie contadine e l’utilizzo di alcuni sottoprodotti, come può essere il concime ma anche il latte o le uova.
Ho sperimentato io stesso – ad esempio – un piccolo allevamento di animali da cortile, non per uso carneo ma solo per ottenere le uova spontaneamente deposte e non covate, e questa collaborazione fra pennuti e uomo mi è sembrata conveniente e assolutamente non nociva.
Altrettanto si potrebbe fare con le mucche, se – come avveniva un tempo – esse vengono tenute allo stato brado o semibrado, e anche i maschi venissero mantenuti in vita per aiutare nel lavoro dei campi. Alla loro morte naturale le pelli ed altre sostanze utili, come le corna o le ossa, ecc, possono comunque venire utilizzate.
La cacca di mucca oltre che per concime può essere usata come “combustibile” e la sottrazione del latte alle madri avviene solo dopo l’allattamento dei vitelli. Quindi il latte utilizzato non è mai eccessivo e viene spontaneamente rilasciato dalle vacche domestiche. Insomma l’uso del latte va molto limitato (anche per rispetto alle vacche). La mia abitudine è quella di consumare una piccola quantità di yogurt, diciamo meno di un decilitro, che viene poi mescolato con riso bianco e sale a mo’ di “fine pasto”.
Altro alimento sempre ricavato dal latte, ovvero come sottoprodotto della produzione del burro, è il latticello, ovvero l’acquetta che si forma con la battitura della crema di latte per farne il burro. Questa acquetta è ottima come bevanda, con aggiunta di acqua ed un pizzico di sale ed erbe aromatiche.
Io stesso da anni faccio lo yogurt in casa. E’ semplicissimo: per cominciare si prende un barattolo qualsiasi (di vetro) con tappo largo. Si inserisce una quantità di latte intero a piacimento aggiungendovi una piccola quantità di yogurt attivo, si lascia riposare a temperatura ambiente per 24 ore… ed è pronto!
Dopo la prima preparazione ogni giorno si consuma lo yogurt e si aggiunge altro latte nello stesso barattolo senza mai lavarlo e lo yogurt si farà da sé. Se si vuole si può fare anche il formaggetto in casa… lasciando maturare lo yogurt anche per due tre giorni, farà un acquetta sul fondo ed uno strato di crema in superficie.
Filtrato con una pezza di mussolina, il liquido si può usare per cucinare, e la parte cremosa (dopo che si è ben asciugata) si mette in una ciotolina aggiungendoci: aglio, sale, olio, peperoncino. Sarà un ottimo antipasto o fine pasto, per tartine, ecc.
Paolo D’Arpini
(Fonte: http://www.terranuova.it/Blog/Riconoscersi-in-cio-che-e/La-dieta-bioregionale)