Scrisse il Circolo Vegetariano VV.TT.: “C’era una volta Calcata”

“…. La necessità di inventarsi Calcata, da parte di chi la “utilizza” come valvola di sfogo all’alienazione del mondo moderno o come mezzo di sussistenza alternativa, avviene a causa della frantumazione sociale che contraddistingue la nostra società. Viviamo in un contesto sociale suddiviso, apparentemente unito da una sembianza di comune appartenenza. Le persone che abitano o visitano Calcata comunicano attraverso l’immaginato, sono abitanti di un mondo alla Matrix per intenderci, fantasmi nell’antro Platonico. Ma questo “luogo” non può essere vero, mancando la condivisione reale, il senso di necessità e fatica comune, l’incontro fisico, il contatto… è un mondo in cui tutto si riduce ad una rappresentazione, uno spettacolo mediato, filtrato, manomesso….. un teatrino o castello degli specchi. A Calcata viviamo come dentro al “Facebook” nel quale l’interagire è demandato al pulsante di un terminal. Allo stesso tempo siccome capiamo che questo “sogno” -che definiamo “concreta realtà”- è fallace, per sfuggirgli siamo pronti ad inventarci e dare per genuino un luogo ideale in cui rifugiarci, un paese folkloristico del weekend, con suoi propri valori (basati sul vuoto)…. Calcata, la bella, la fulgida, per trascorrervi vacanze da artisti, per compiervi ritiri spirituali ed estetici o notti di follia rave – per godere almeno l’illusione di un incontro con noi stessi e con i nostri simili….”

Paolo D’Arpini

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