Il mare sta morendo… ed anche la terra!
…anno dopo anno, abbiamo registrato spiaggiamenti di cetacei, morie impressionanti ed improvvise di pesci, calamari giganti emersi dal profondo degli oceani e poi defunti sulle spiagge e poi ancora foche e uccelli acquatici trovati morti a centinaia e a migliaia su tutte le spiagge del pianeta. Per meglio capire il fenomeno abbiamo fatto una ricerca dal 1800 ad oggi per documentarci su questi disastri ecologici. Abbiamo scoperto che soprattutto a partire dal 1900 si sono registrate improvvise morie di pesci in molti mari della Terra, ma questi eventi erano attribuibili ad inquinamenti locali, esperimenti nucleari in atolli oceanici e ad improvvise variazioni di temperatura delle acque dell’Oceano Pacifico lungo la corrente di Humboldt.
Tutto però collocabile ad eventi ben definiti localmente e avvenuti in maniera episodica e non continuativa. Uno o due fenomeni di consistenti morie di pesci ogni decennio al massimo. Dal 1980 ad oggi invece abbiamo notato che questi eventi nefasti hanno cominciato ad essere più frequenti, fino a passare negli ultimi 10 anni non più come fatti episodici, ma costanti in cui spiaggiamenti di cetacei, risalita e morte di creature abissali, stragi di milioni di pesci sulle spiagge di tutto il mondo si sono manifestati in un crescendo preoccupante anno dopo anno, mese dopo mese.
Si calcola che per questi motivi, molti dei quali attribuibili all’inquinamento di origine antropica, gli abitanti di questo pianeta dal 2000 ad oggi hanno perso circa il 20% del pescato potenziale. Se poi aggiungiamo la rapina dei mari attraverso la pesca intensiva e criminale, si calcola che l’umanità abbia distrutto un altro 30% della vita marina.
Viene spontanea la domanda: “Ma fino a quando i mari del pianeta potranno garantire cibo alla crescente umanità? Cosa avverrà quando i mari avvelenati e caldi non sosterranno più la pesca e la vita delle sue creature? “ Qualcuno se lo è chiesto?
F.M.