L’agguato dei due califfi – …dopo la vittoria di erdogan in Turchia la risalita al potere in Italia di renzie segnerebbe la fine dell’Europa
Con la “dubbia” vittoria referendaria di erdogan che acquisisce poteri quasi dittatoriali in Turchia che gli consentono di gettare le basi di un nuovo “califfato”, visto il fallimento di quello di Al Baghdadi in Siria -Iraq che è in procinto d’implodere, anche l’Europa è a rischio.
La Turchia di erdogan potrà contare sulle schiere d’immigrati turchi in Germania ed in altri stati della UE, nonché potrà manipolare le “repubbliche” balcaniche musulmane della ex Yugoslavia, per lanciare una forte offensiva alla cultura europea e compiere quell’avanzata che non riuscì all’ottomano Müezzinzade Alì Pascià a Lepanto.
Di questi pericoli di perdita d’identità l’Europa non si rende conto, anzi è obnubilata perché costretta da altri interessi a rodere le sue stesse carni. Soggiogare l’Europa alle banche ed all’alta finanza è stata la via maestra attraverso la quale causare la sua disgregazione. Ed invece di prenderne coscienza la politica corrente del potere costituito accusa i populismi che vorrebbero riformare la UE, correggendone il deleterio percorso intrapreso.
“In verità il progetto europeo è a rischio perché è infiltrato da interessi estranei lobbies et quant’altro e non per l’affermarsi e il diffondersi di movimenti populisti. Il disprezzo e la banalizzazione dell’opinione popolare sono semplicemente oltraggiosi, la politica non è proprietà privata di coloro che fanno politica per mestiere, non deve e non può essere riservata ai politici e agli intellettuali, il popolo deve potersi esprimere in tutti i modi che sono alla sua portata, deve essere ascoltato, compreso, coinvolto e invitato al dialogo, trovate parole più precise e appropriate per esprimervi e cercate di evitare di offendere il Popolo che è sovrano (Athena)
Ma tale sovranità viene definita da esponenti flaccidi del finto progressismo targato PDR come “l’illusione di un sovranismo chiuso e aggressivo, e per la crisi del fragile ordine multilaterale internazionale sotto una crescente spinta all’unilateralismo a est e a ovest dei confini dell’Unione” (Silvia Costa, eurodeputata renziana).
Per rispondere a queste sfide “l’Unione Europea deve ritrovare le sue radici e il suo modo di funzionare, profondamente democratico, con il ripristino del fondamentale ruolo della Commissione Europea esautorata dal Consiglio di Ministri e con il rispetto e l’applicazione sistematica del “metodo comunitario” (Athena)
In Italia, per vincere questa seconda Lepanto e ristabilire la cultura europea, basata sulla giustizia e sulla legalità, si richiede un Partito progressista e democratico forte e unito che non può essere il PDR, il PD di Renzi non è più un partito di sinistra è un partito venduto alla globalizzazione, all’economia e alla finanza virtuali della mondializzazione! Ci sono troppe Banche nell’entourage del segretario del PD.
Paolo D’Arpini
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