“De Reditu” – Roma… le Radici… ed il Ritorno
“… Ascolta, o bellissima regina del mondo ch’è tuo, o Roma ormai accolta tra le sfere celesti! Ascolta, o genitrice degli uomini e genitrice degli dei, che mediante i tuoi templi ci fai sentire d’esser meno lontani dal cielo! Te cantiamo e sempre te, finché i fati lo concederanno, canteremo: nessuno che sia superstite al mondo può essere immemore di te. Più presto un sacrilego oblio potrebbe seppellire il sole che non svanire dal mio cuore la tua gloria. Ché tu diffondi i tuoi benefici come il sole i suoi raggi, per ogni dove l’Oceano, scorrendo intorno, spumeggia. Febo istesso, che tutto abbraccia, si volge per te, desta i suoi cavalli dalle tue terre e nelle tue terre li nasconde… Quanto la natura autrice di vita ha steso il suo slancio verso gli estremi confini del mondo, altrettanto la terra è stata accessibile al tuo valore. Hai creato per genti di ogni terra una patria sola; ai popoli senza legge fu gran ventura essere soggiogati da te. Nell’offrire ai vinti la parità coi tuoi diritti, hai trasformato in una sola città quel che prima era il mondo. Riconosciamo che autori della tua stirpe sono Venere e Marte, la madre degli Eneadi e il padre dei Romulidi. La clemenza vittoriosa mitiga la forza delle tue armi, entrambe le divinità uniscono i loro influssi sui tuoi costumi. Di lì nasce il tuo santo compiacimento di risparmiare il nemico, pur combattendo contro di lui: Roma vince chi le ha infuso timore, e poi ama chi è stato vinto da lei… Tu… che hai abbracciato il mondo coi tuoi trionfi apportatori di leggi, fai vivere unite tutte le genti nella garanzia del comune diritto. Te, dea, te celebra ogni angolo del mondo, divenuto romano e liberamente assoggetta il collo al pacifico giogo. Tutti gli astri, che si muovono in perpetuo lungo le loro orbite immutabili, non hanno mai visto un impero più bello…”
(Rutilio Namaziano)
Il Ritorno
“Il ritorno” è la storia di Claudio Rutilio Namaziano, patrizio romano del V secolo d.c. Film italiano diretto dal regista Claudio Bondì, realizzato con risorse molto limitate (e ad onor del vero la cosa è evidente), con attori provenienti dalla “gavetta”, è tratto dall’opera dello stesso Namaziano “De Reditu suo”, scritta appunto negli anni della sincope della tradizione romana.
Namaziano è un patrizio romano pagano, di origini galliche, che decide di intraprendere un difficile e pericoloso viaggio da Roma alla natìa Tolosa, per verificare le condizioni delle sue proprietà dopo le invasioni di Alarico, che hanno distrutto l’Impero d’Occidente, a quel tempo governato dalla imbelle figura del cristiano Onorio. In realtà il suo intento segreto è di fomentare una rivolta dei maggiorenti locali gallici, quasi tutti pagani, contro Onorio, per acclamare un imperatore pagano. Le strade dell’Impero, ormai ridotte a dominio di bande di predoni e di signorotti locali, non sono sicure, e cosi Namaziano comincia il suo viaggio per mare, con una imbarcazione condotta da un losco figuro, avido di denaro. A Roma nel frattempo, viene scoperta la vera ragione del viaggio e un drappello di pretoriani viene lanciato all’inseguimento di Namaziano per ucciderlo.
Arrivato in Gallia tra mille difficoltà, Namaziano scopre che i suoi amici si comportano ormai più come signori feudali (del resto l’alto medioevo è imminente), che come cives romani. Essi tengono rapporti ambigui con Roma, e Namaziano capisce presto che presso di loro non troverà aiuto. Decide allora di tornare in Italia, e sulla strada incontra un suo vecchio amico, un patrizio delle Gallie ostinato nel perseguimento della tradizione dei suoi padri, che, constatato lo strazio di vivere in un mondo in rovina, ove i valori sono stati invertiti, preferisce uccidersi. Lo fa con calma dignità, come si addice ad un romano, come Catone, come Seneca, in un momento molto intenso del film, e lasciando Namaziano ancora più solo e disperato.
De Reditu – Il Ritorno (completo):
https://www.youtube.com/watch?v=XOIfS2OACOY
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Una riflessione sulla situazione corrente – Scrive Davide Mura: “Il vecchio continente sta perdendo la propria identità e la propria cultura, e tutto in nome di un presunto multiculturalismo e di una concezione distorta dell’uguaglianza, che fa tabula rasa della memoria storica e culturale di un popolo, per far spazio a presunte nuove culture, pronte, per loro conto, a conquistare e occupare gli spazi lasciati vuoti dalla vecchia, ormai rinnegata. Ciò sta accadendo in tutta Europa, dove le comunità islamiche sono sempre più influenti, numerose e forti (sono persino organizzate in partiti politici)… e pronte a sostituirci, in un prossimo futuro…”