Per alcuni democratici ci sono Migranti e migranti – Israele come buon esempio di porte “aperte” (ma solo agli ebrei)
“Sinistra per Israele”, una delle componente di maggior peso all’interno del PD e nel governo italiano, opera da sempre affinché le frontiere dell’Italia non costituiscano alcun intralcio all’immigrazione clandestina. In altre parole per costoro i confini vanno aboliti e qualsiasi “migrante” è libero di entrare a suo piacimento senza dover essere obbligato a declinare le proprie generalità. Tutta la loro politica in materia è indirizzata in questa direzione: favorire in ogni modo l’afflusso d’immigrati africani e accusare di razzismo tutti coloro che vi si oppongono.
Con tutto ciò che questo comporta, non solo da un punto di vista legale.
Strano invece che verso Israele, il quale ha eretto migliaia di chilometri di alte mura e filo spinato non solo con i territori occupati palestinesi ma anche con tutti i Paesi confinanti, non abbiano nulla da dire. Silenzio assoluto. Lì l’immigrazione clandestina è ridotta a zero o quasi, salvo la politica d’accoglienza per soli ebrei provenienti da altri parti del mondo, che per “diritto ancestrale” sono già considerati a priori cittadini dello Stato Ebraico.
Quindi una politica migratoria fondata rigorosamente su base religiosa o razziale, perché ci sono anche molti ebrei che si stabiliscono in Israele pur non essendo religiosi. Tutti gli altri fuori dalle balle. Forse è il caso che, freudianamente, la parte sinistra del cervello di questi signori si metta d’accordo con quella destra. E nel frattempo noi si proceda il più rapidamente possibile a sanare una situazione non più sostenibile. Perché come noto c’è democrazia e Democrazia, e qualcuna è più Democrazia di altre. Anzi, in questo caso è l’Unica-Democrazia-del-Medio-Oriente.
Paolo Sensini