Media mainstream e monopolio delle bugie (a stralci)
Media: monopolio delle bugie senza rete
La stampa scende in campo per proteggere l’informazione veritiera contro manipolazioni e manomissioni. Stupidini, ma cosa avete capito? Mica si parla di autocritica, di applicazione tenace di codici deontologici, di rispetto dei doveri della professione giornalistica, no. Le reprimende insieme alla manifesta volontà di imporre regole di comportamento vigilate da occhiute autorità di sorveglianza e controllo riguardano l’odiata rete……….possiedono tutte le armi, quelle della propaganda, quelle delle leggi promulgate per demolire la democrazia e immiserire la partecipazione, quelle del profitto dispiegate per legittimare guerra, sopraffazione, ruberia, quelle del mercato per persuadere che tutto e tutti sono merci da comprare e svendere,…… Anna Lombroso, 2 gennaio 2017
Pubblicata una “fake news” colossale. E ora che si fa…. chiudiamo i giornali?
E’ tutto uno strepitare contro la disinformazione online, senza nemmeno una parola contro quello che invece rappresenta il vero problema: la disinformazione autorizzata ovvero le tecniche di spin doctoring che permettono di manipolare notizie e coscienze salvaguardando la forma; perché vengono diffuse dalle stesse istituzioni; approfittando – anzi, abusando – della loro autorevolezza. – Marcello Foa , 2 gennaio 2017
La Cia minaccia apertamente la Casa Bianca. Perché si sente forte?
Persino la Botteri dovrebbe essersene accorta: è in corso una guerra civile negli Stati Uniti. Una guerra non (ancora) dal basso, ma che oppone i vertici. Una guerra pericolosissima. Anche per noi vassalli, ovviamente, perché deciderà se saremo in mano ad un superpotere totalmente criminale o meno. E’ la guerra civile che oppone la Cia al presidente eletto Donald Trump. Ovviamente, nella frase qui sopra, “la Cia” è una semplificazione. Sta per i numerosi “servizi” in attività clandestina che, dall’11 Settembre 2001, sono stati autorizzati (dall’amministrazione Bush jr.) ad ogni genere di operazioni criminali, torture, assassini, false flag, disinformazione, reclutamenti di terroristi islamici eccetera; e che negli 8 anni dell’Amministrazione Obama hanno acquisito una autonomia e un potere senza precedenti. – Maurizio Blondet 7 gennaio 2017
Il lascito di Obama: Ministero della Verità
Ed ecco che s’avanza, non lo strano soldato di Fo, soldato del quale, porca miseria, si continua a non vedere l’ombra all’orizzonte, bensì il Trio della Resa dei Conti con gli irrispettosi, potenziali delinquenti della rete: Giovanni Pitruzzella (un abusivo che ha dirazzato dall’Antitrust alla Privacy), Mattarella e, immancabile nelle stalle di Augia, Boldrini. Il primo lancia il sasso, gli altri due ne esaltano traiettoria e bersaglio da centrare in fronte. I populisti, i trolls in rete, quelli che danno retta a RT, hanno applaudito alla Brexit, non hanno vomitato su Trump ma su Hillary, hanno votato No il 4 dicembre, si ostinano a parlare di “Aleppo liberata” e di nazisti a Kiev, non concordano con Soros, Luigi Manconi e “il manifesto” secondo cui fa bene ai migranti sradicare mezza Africa e tutto il Medioriente e integrarli da noi… Insomma tutti quelli che si incaponiscono a votare, pensare, dire, in divergenza da quanto conviene. Quelli della “post-verità”. Noi. – Fulvio Grimaldi, 7 gennaio 2017
“L’indagata e il lambito”
Pochi notano che la disinformazione, così come la corruzione, l’evasione fiscale e il doping, muta ogni giorno pelle per rendersi sempre più subdola, inafferrabile e invisibile. La vecchia cara bugia, che consisteva nel negare o nel ribaltare o nel tacere una verità, non funziona più: funzionava quando giornaloni e telegiornaloni, tutti tendenzialmente omologhi al Sistema, avevano il monopolio dell’informazione e se la cantavano e se la suonavano in perfetta solitudine, riuscendo a mentire senza tema di smentita. – Marco Travaglio, 8 gennaio 2017
Adriano Colafrancesco
www.adriacola.altervista.org
“Non temere il nemico, che può solo prenderti la vita. Molto meglio che tu tema i media, poiché quelli ti rubano la verità e l’onore” Mark Twain