Erdogan schifa il dollaro (usa) e predilige la lira (turca) – Rivoluzione monetaria in corso?

Erdogan ha chiesto ai singoli cittadini turchi e alle imprese turche di convertire le loro riserve di dollari in lire (turche). Diversi imprenditori e cittadini stanno dando seguito a questa richiesta.

Cerco di ragionare su quale potrebbe essere il significato economico della richiesta di Erdogan. Una conversione massiccia di dollari in lire porterebbe a un apprezzamento della valuta turca su quella statunitense (cosa che sta già avvenendo) diminuendo il valore relativo dei debiti e dei beni importati denominati in dollari. Ciò senza dover mettere mano (al rialzo) ai tassi d’interesse turchi, cosa che Erdogan da sempre sembra voler escludere. Parimenti, con questa manovra si potrebbe tener testa a un futuro apprezzamento del Dollaro senza dover ricorrere al controllo sui movimenti di capitali, altra manovra che il governo turco esclude.
Tuttavia, di converso, l’apprezzamento della Lira turca sul Dollaro statunitense potrebbe avere un impatto negativo sulle esportazioni.

Infatti questa richiesta si deve associare a un’altra proposta di Erdogan, cioè quella di eseguire le transazioni commerciali con Russia, Cina e Iran nelle valute nazionali. Ciò porta automaticamente a diminuire le riserve in dollari a beneficio di rubli, yuan e rial.
A questo punto è impossibile limitare l’analisi al puro piano commerciale-finanziario ma occorre inserire le richieste di Erdogan nelle dinamiche del contesto geopolitico verso un mondo multipolare. C’è quindi da immaginarsi che gli USA non stiano prendendo bene queste iniziative di Ankara.

Detto questo, credo che Erdogan sarà costretto ad utilizzare il pugno di ferro per rimanere in sella. Infatti, da almeno un anno sto ripetendo che si è messo da solo una bomba sotto il sedere, e che questa bomba si chiama estremismo jihadista (al quale ha fisicamente permesso di infiltrarsi in massa in Turchia, a partire da Istanbul che da sempre si sa che è piena di militanti dell’ISIS, per dirne una). Questa situazione sarebbe stata difficilissima da gestire anche se il jiahadismo avesse vinto in Siria. Ora che è stato duramente fermato, che il Qatar ha dato forfait (”corrotto” dal mega affare con la compagnia petrolifera russa Rosneft) e che la Turchia è costretta poco a poco a mollarlo, la sua vendetta sarà a ritmo settimanale, c’è da temere. Senza alcun bisogno di una sfera di cristallo, cinque mesi fa scrissi che nel mentre stava andando a San Pietroburgo a incontrare Putin, Erdogan aveva di sicuro messo in conto una lunga sequenza di attentati a casa propria.
Se poi si aggiunge l’ostilità crescente da parte dei neocons americani, il quadro si fa ancora più fosco. Erdogan può solo sperare a questo punto nel sostegno di Russia e Iran (che gli hanno già salvato le chiappe durante il golpe di luglio) e nel nuovo corso di Trump.

Chiudo con una breve nota storica sull’estremismo religioso-politico. Il Califfo dell’Andalusia dell’epoca di Averroè (siamo nel XII secolo) diede corda all’estremismo religioso pensando di utilizzarlo per le proprie lotte e beghe di potere. Ma ovviamente gli estremisti religiosi volevano, simmetricamente, utilizzare per i propri fini il Califfo. Il risultato fu l’indebolimento del califfato andaluso nei confronti dei re cristiani, l’esilio del “laico” Averroè (che probabilmente era il maggior filosofo e scienziato dell’epoca) e la dispersione della sua scuola, con conseguente impoverimento culturale.
La vicenda della povera Ipazia (sicuramente la maggior filosofa-scienziata della sua epoca) e del suo scontro mortale con Cirillo e i suoi fanatici monaci-barellieri, sullo sfondo delle beghe interne all’Impero d’Oriente, ha tratti molto simili.
Insomma, la Storia tende a ripetersi e spesso è una storia di mostri di Frankenstein.

Piotr

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Commento di Marco Palombo:
“Probabilmente già in questo mese di gennaio vedremo altri sviluppi importanti di questa crisi nei rapporti tra Turchia e USA Nato.
Segnalo l’ incontro del 23 gennaio ad Astana tra governo siriano e opposizione, vedremo quale opposizione Turchia e Russia riusciranno a coinvolgere.
Ad Aleppo il dialogo russo turco ha pero’ funzionato ed ha ottenuto un successo che ha cambiato in meglio (anzi in meno peggio ) lo scenario siriano, le reazioni a questo dialogo sono state violente, vedi assassinio ambasciatore russo ed altro, quindi, con tutte le incognite ed i limiti che avrà il negoziato di Astana, dovremmo tutti valorizzarlo, potrebbe essere un altro passo in avanti.
Poi con l’ insediamo ufficiale il 20 gennaio di Trump alla Casa Bianca, cambiano i ruoli nel conflitto, già in corso, tra Obama e Trump.
A questi due appuntamenti annunciati sicuramente si aggiungeranno episodi al momento non previsti.”

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