“La rappresentanza democratica non può essere più suddivisa in centro-destra-sinistra” – Ed il M5S dove sta?

Non sono affatto d’accordo con il dividere gli schieramenti in sinistra, centro, destra. Oggi la distinzione va fatta tra allineati all’establishment mondiale, ai dictat del neoliberismo, contrapposti a quelli che vi si oppongono (tutti additati come populisti).
In questa visione il M5S dove va collocato, visti gli incontri avuti da Di Maio con i poteri forti e la dichiarazione della Lezzi a Cernobbio “Noi forza di governo. E’ giusto parlare con le lobby e i poteri forti” ?
L’accostamento al PCI ha senso se si guarda alla percentuale di elettori (molto più del 50% di sinistra), ma non è realistico se si pensa a Di Maio che dice a Landini che fa vecchia politica, a Di Battista che elogia Bruno Vespa, ai rapporti indecifrabili del movimento con i sindacati, alle politiche economiche tese a favorire la piccola e media impresa.
Cosa accadrà dopo le elezioni, che saranno fatte quasi certamente con un proporzionale puro ? Innanzitutto lo sapremo meglio dopo i risultati in Francia (molto più importanti di quelli tedeschi) perché se vincesse la Le Pen e si creasse un nuovo equilibrio mondiale con Putin e Trump, allora credo che in Italia potremmo assistere a una alleanza di governo M5S-Lega. L’ipotesi resta in piedi anche qualora Berlusconi faccia la voce grossa con Salvini (lo spero vivamente, perché si darebbe la mazza sui piedi per sempre).
SI è come SEL, niente da cena. Insulsa, non credibile, con un elettorato immaturo e incapace di distinguere. Non va conteggiato.
Gli altri (Meloni compresa, visto che il suo partito ha ricevuto sovvenzioni da PD e dal Centro di Monti) lavoreranno per dare continuità a questa nefasta esperienza, con la loro ignavia e la loro sfiducia in se stessi, per la gioia della metastasi per eccellenza, il signor De Benedetti.
Quanto a Berlusconi posso fare una scommessa: se Renzi continuasse a comportarsi come un cretino (e non vedo come possa evitare di farlo) e i sondaggi lo dessero perdente non mi stupirei che il cavaliere all’ultimo si defilasse e si avviasse a fare qualche accordo con le donne che tanto gli anno ricordato la sua prima Forza Italia (le sindache di Roma e Torino). A lui interessano solo le sue aziende.
Ovviamente non c’è nulla di maturo e compiuto a sinistra, come si addice ai paesi privi di tradizione democratica.

Giorgio Mauri

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Integrazione di Vincenzo Zamboni;

Bisogna riappropriarsi della politica e ricostruire la democrazia, attualmente in stallo partitocraticobancario.
“Governo di programma” è una recente dizione che rasenta il pleonastico, dal momento che ogni governo dovrebbe essere “di programma”.
Ma, si badi bene, NON “di programma governativo”, bensì “di programma parlamentare”, essendo quest’ultimo generato quotidianamente dal fatto che siccome costituzionalmente il potere legislativo appartiene al parlamento, e il parlamentare eletto rappresenta la nazione, ogni giorno ogni parlamentare ha facoltà di presentare progetti di legge, discuterli articolo per articolo, e a fine discussione votarli, risultando approvati quelli che raccolgono il 50%+1 dei voti e bocciati gli altri.
E solo a questo punto subentra costituzionalmente il governo, subordinato al parlamento che costituzionalmente deve essere subordinato all’elettorato, e l’azione subordinata di governo consiste nel dirigere i ministeri nella applicazione delle leggi decise dal parlamento che è deciso dall’elettorato.
Il golpismo anticostituzionale vigente deforma questa gerarchia cercando di sostituire alla repubblica parlamentare una res privata governativa.
Sia come sia, al concetto di “governo di programma” aderiscono, finora, solo m5s e lega, ma, per quanto sia dato di sapere, i due soggetti non si parlano.
Dovremmo dunque aspettarci che il capo dello stato assegni mandato esplorativo per la formazione di un governo ad un rappresentante m5s o lega, il quale presenti un programma e chi ci sta ci sta.
Ma ciò non accade, e l’impostore del quirinale ha buon gioco: grazie a 130 parlamentari incostituzionali da premio di maggioranza fraudolento (la cui colpa d’essere ricade anche sulla passata alleanza elettorale di sel) sa di poter contare su una maggioranza a priori benchè strutturalmente falsa: con i 130 incostituzionali una minoranza nel paese può agire fraudolentemente come maggioranza in parlamento, e perpetuare il golpismo antidemocratico instaurato nelle istituzioni italiane.
L’unica via di uscita è il ripristino della legge elettorale del 1946, il proporzionale puro che rispetta l’artico 3 della Costituzione sulla “uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge”, mentre di fronte alla deforma elettorale il voto du Tizio vale più di 1 e quello di Caio meno di 1, con violazione evidente dell’articolo 3.
Di fronte a questo stallo, solo i cittadini e/o la magistratura possono imporre di uscirne.
Quelli stessi cittadini che il 4 dicembre hanno respinto una massiccia deforma costituzionale, quindi possono decidere di respingere anche le deforme elettorali,imponendo una referendum abrogativo delle leggi maggioritarie e imponendo una feroce contestazione contro i suoi difensori.
La stessa magistratura che ha portato in Corte Costituzionale problemi sui quali la Corte ha dovuto sentenziare che i principi fondamentali come prevalgono sul resto della costituzione, così come sulle altre leggi, naturalmente.
Ceteris, senza lotta di classe non si approda a nulla.
La lotta di classe non mai è finita, ma negli ultimi decenni la hanno fatta i grandi capitalisti, e quelli che non la hanno fatta hanno perso.
Chi combatte può sempre perdere, ma chi non combatte ha già perso.
Infatti, tra le altre cose, abbiamo perso la democrazia, e se non la rispristiniamo ci tenimao il golpismo.
E non dimentichiamo: il voto di preferenza costituiva un vincolo di mandato a termine nelle mani dell’elettore.
La legge elettorale de ‘46 non era raffazzonata, le deforme successive sono anticostituzionali.
Non è il governo che deve avere un programma, è ogni parlamentare, dipendente dall’elettore: il governo deve limitarsi ad eseguire le decisioni dell’assemblea parlamentare subordinata al popolo.
Senza di che democrazia rappresentativa non vi è, rimane il golpismo partitocraticomilitarbancario.
Cioè la mano del capitale che schiaccia i popoli.

Vincenzo Zamboni

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