Mossad – La fabbrica dei pupazzetti (di cui uno è passato per Milano)
“E’ passato per Milano“, (è lui, non c’è alcun dubbio! – ndr).
“E’ stato immortalato da una delle tante telecamere attive sul posto. In quello stesso punto sono centinaia le persone in transito in questi giorni di festa. “Fa impressione sapere che il killer è passato da qui – dicono – I controlli sono massicci ma qualcosa di brutto succede sempre” (Repubblica.it).
Di fronte al tg che non c’è, cadono davvero le braccia!
Mentre i media sollevano il polverone utile ai mandanti, e sviluppano la “narrativa” conseguente , mi limito a sottolineare solo tre o quattro dati su Amri.
Il calibro ridicolo, un .22, della sua arma. Con la quale il terrorista ritiene opportuno sparare ai due agenti, dando così loro la motivazione legale per “rispondere al fuoco” (capirai, ne ha ”ferito uno”) e freddarlo immediatamente. Nemmeno ferirlo, ma farlo secco subito.
Il piazzale Primo Maggio dove è stato fulminato è a 300 metri dal Centro Islamico di via Tasso, dove c’è movimento continuo giorno e notte. Ma soprattutto, dove probabilmente il tunisino ha bussato o provato a bussare ad alcune porte che conosceva e riteneva ‘sicure’ (non aveva nemmeno ricambi d’abito), e che può aver trovato “chiuse”.
Il TIR polacco – mi indica un amico – prima di andarsi a schiantare a Berlino aveva fatto un carico alla OMM srl. In via Cesare Cantù 8, a Cinisello. Ossia a un chilometro dal piazzale della Stazione di Sesto dove Amri ha trovato la morte.
Dunque, Amri si è fatto ammazzare là dove il camion polacco era partito per il suo ultimo viaggio; e forse dal punto in cui anche lui era venuto. Siamo sicuri che all’andata, oltre alle merci da portare a Berlino, il polacco non portasse anche Amri, caricato anche lui a Cinisello? Spesso i guidatori di TIR caricano clandestini dietro compenso.
L’autista del TIR valica il Brennero il 16, e rimane fermo a Berlino 3 giorni. Non è un comportamento normale per nessuna ditta di autotrasporti, lasciare inoperoso camion e guidatore (che paga anche quando è fermo).
Infine il video in cui Amri si dichiara vendicatore dell’IS e bla bla bla. E’ firmato dalla solita e nota sigla (che i media hanno generalmente nascosto): SITE di Rita Katz
Stragi islamiche. Ma “marketing” israeliano (Maurizio Blondet 24 dicembre 2016)
Sono tanto bravi a fornire identità false ai loro sicari quanto questi sono incapaci di non “perderle” nei punti giusti. E’ comportamento logicissimo per un terrorista rendersi irriconoscibile col passamontagna (Charlie Hebdo), o addirittura non comparendo per niente sulla scena (11/9), epperò portarsi appresso i documenti è lasciarli in bella vista talché li possa trovare anche il più Clouseau degli ispettori.
Per poi scatenare una caccia all’uomo transnazionale che militarizzi anche le panchine dei parchi e metta in riga chi aggrotta le sopracciglia e diffonda “fake news”. Nelle macerie polverizzate in nanoparticelle delle Torri Gemelle, Clouseau trova il passaporto intonso del capo-dirottatore, Atta; sul cruscotto dei giustizieri di Charlie Hebdo, l’indefettibile Inspecteur Clouseau cattura la carta d’identità di uno dei fratelli Kouachi (entrambi uccisi da un battaglione di robocop che li poteva catturare più facilmente di uno scippatore); e, ora, sotto il sedile del camion, dopo appena due giorni (occhiute e rapide queste forse speciali tedesche!), Herr Inspektor Klouseau riesce a scoprire il documento di identità del gironzolone tunisino Anis Amri, soggetto classico delle montature terroristiche, con la sua storia di disturbato mentale. Chiude definitivamente il ciclo di questi geni investigativi l’Ispettore Clouseau italiano che, in un “controllo ordinario del territorio”, incappa a Milano nel fuggiasco Amri e, coma da ordine di servizio, non può esimersi dal farlo secco. Tocca a lui, come a tutti gli altri figuranti. Bocca tappata, mandanti e complici svaporati. Ammette il questore di Milano: “Potrebbe sembrare paradossale”. Ma no, per carità, quale paradosso. Non è così, facendo “ordinari controlli del territorio”, che ti capitano tra i piedi terroristi masskiller da far fuori? E’ la prassi.
Chi ci guadagna – Ovvio che ognuna di queste patetiche e ripetitive sceneggiate convincerebbe d’acchito il più diffidente dei San Tommasi che nessuno dei così identificati e messi a tacere c’entra una cippa con l’attentato. Chi c’entra sono con ogni probabilità coloro che di questi figuranti, estratti da bettole, CIE, carceri, o liste nere di “sospetti” compilate in vista dell’evento, hanno fatto trovare le generalità e allertato la serie di ispettori Clouseau. Anche perché si tratta dei mandanti di tutti gli ispettori Clouseau impiegati per la bisogna da coloro al cui vantaggio sistematicamente si risolvono queste operazioni. Quale vantaggio?
A) Distogliere l’attenzione da un’altra operazione, ben più originale e gravida di ripercussioni geostatiche e geodinamiche: l’assassinio dell’ambasciatore russo ad Ankara…………..
B) Far dimenticare la prova provata che a lanciare contro la Siria (e quindi contro la Libia, l’Egitto, la Nigeria, l’Iraq, l’Europa, Boston, New York) la peste jihadista e a gestirla e dirigerla ovunque, fino al ridotto di Aleppo Est, sono stati Usa, Israele, la Nato e i loro alleati nella regione……
C) Giustificare alle plebi psicotizzate fino al panico l’adozione di ulteriori misure repressive che perfezionino lo Stato di polizia necessario alle guerre contro popoli e classi interne…………
Ah se non ci fosse Clouseau! – Fulvio Grimaldi, 23 dicembre 2016)
Adriano Colafrancesco
www.adriacola.altervista.org