Presepe – Rinnegare la tradizione popolare non aiuta la cultura locale

Da qualche tempo leggiamo sui quotidiani che sindaci e assessori,
presidi e professori, fino, (allucinante!!) a parroci, per non creare
“fastidi” nei confronti della sensibilità degli islamici, vietano i
crocifissi nei luoghi pubblici, non autorizzano più i bambini a
cantare in classe le canzoncine di Natale, vietano di allestire fuori
delle chiese i presepi …. Insomma siamo nell’assurdo, nel “crimine”
storico di rinnegare il nostro passato a beneficio di una cultura e
religione maschilista, oppressiva, medioevale e fuori dalla storia.

L’Italia, è invasa ogni giorno da moltitudini di estranei musulmani,
di cui solo un 10% fugge realmente dalle guerre e, quindi, ha diritto
alla nostra ospitalità, mentre il resto è formato in maggior parte da
giovani tra i 18 e i 25 anni, provenienti da aree dell’Africa
politicamente stabili, che cercano solo di “cambiar aria” e sperare in
un Europa, già in difficoltà economiche e soprattutto d’identità, di
trovare una loro sistemazione stabile e “occidentale”. Il nostro
Paese, incapace di rispondere adeguatamente a questa situazione, sta
dando l’impressione di voler rassegnarsi a questa continua invasione,
preparandosi a diventare in un futuro prossimo una nuova terra
islamica.

Ma chi è questa gente italiana che ci rappresenta e che rinnega
millenni di storia e di civiltà per far contenti questi invasori? Con
quale diritto decidono questi “illuminati” di cancellare le secolari
tradizioni di Natale a favore di un Islam che non aspetta altro di
sottometterci completamente appena il numero dei suoi invasori sarà
tale da sopraffarci? Questi italiani, indegni rappresentanti della
civiltà cristiana, se fossero coerenti dovrebbero lasciare subito il
nostro Paese e “rifugiarsi” nelle nazioni islamiche che tanto
ammirano. A questi “traditori” della nostra civiltà vorremmo ricordare
che in Arabia Saudita, nello Yemen, in Pakistan e in quasi tutte le
nazioni islamiche, non è tollerato professare la nostra cultura e
religione cristiana e in molti casi punibile anche con la morte.

E allora? E qui concludo: perché a Riyadh, a Teheran, a Islamabad e in
tante altre città islamiche non si condivide la nostra spiritualità e
cultura, come invece facciamo noi in Europa nei confronti dell’Islam?
Perché non ci autorizzano a realizzare li da loro, per i pochi
cristiani che li ancora sopravvivono coraggiosamente, un piccolo
presepe?

Filippo Mariani

I commenti sono disabilitati.