I cento anni di Kirk Douglas… e la Verità
Sono grato a Maurizio Cabona, scrittore, esperto di Cinema e giornalista
de La Verità, di avermi ricordato che Kirk Douglas è ancora vivo e compie
il 9 dicembre 2016 ben 100 anni. Un attore che tutti, chi più e chi meno, ricordano. Un
attore che intelligentemente si fece subito produttore, la qualcosa gli
permise di creare senza intralci una serie di film di denuncia che pochi
altri registi possono documentare. RICORDO che il film SPARTACUS fu il
primo oggetto di una mia conferenza. Faccio inoltre presente che la mèta
dei 100 anni, alla quale il buon Kirk è giunto, sembra piuttosto ardua, ma
penso anche che a tale traguardo tengono ancora lontano il sottoscritto
soltanto diciannove primavere, fatto da non passare sotto silenzio. Si
arriva a queste date senza accorgersene, ma nel momento in cui si
percepisce l’illuminazione, s’impone la sensazione di aver già vissuto
un’intera e definita esistenza. ( Col beneplacito del Dio Priapo,
beninteso.) I film che hanno lanciato il personaggio di volta in volta
impersonato da Douglas sono tutti estremamente interessanti per le ragioni
che qui voglio elencare. Il Grande Campione, di Mark Robson: un pugile già
suonato viene convinto da ALCUNI SPECULATORI di essere una grande boxeur ed
indotto alla grande impresa di scalare i ring fino allo scontro finale. Il
povero illuso incontra avversari pagati per perdere fino al momento in cui
si deve scontrare con un avversario autentico. E’ ovvio che i suoi sponsor
hanno puntato i soldi sull’avversario ed il tapino vola al tappeto. Quando,
incredulo, si risveglia, gli viene fatto capire con modi tutt’altro che
gentili di togliersi di mezzo. Un apologo che il sottoscritto ha più volte
citato, fin dal momento in cui QUALCUNO scovò un certo Matteo Renzi da
qualche parte. Un altro film di chiara denuncia è L’Asso nella manica, Un
cronista piuttosto delinquente sfrutta una terribile situazione di
incidente sul lavoro, facendo di tutto per non fare arrivare i soccorsi pur
di scrivere una serie di articoli sulle sofferenze dell’operaio rimasto
intrappolato fra le macerie. Un ottimo apologo. Alla fine l’operaio muore e
lui stesso muore pugnalato durante una lite. Pietà per i Giusti, di
W.Wyler. Un poliziotto tenace nel perseguitare un certo gangster, scopre
che costui era stato l’amante della sua attuale moglie e, nel farla
abortire, ne aveva leso la capacità riproduttive. Sconvolto, il poliziotto
trova il modo di farsi uccidere da un criminale occasionale. L’attrice in
questo ruolo eccezionale era la bellissima Eleanor Parker. Una vera
bellezza bionda. Orizzonti di Gloria, di Stanley Kubrick rappresenta il
massimo, almeno dal mio punto di vista, della denuncia sociale, perché ci
fa vedere, anzi, vivere, la situazione di alcuni militari francesi vittime
delle rituali decimazioni che hanno caratterizzato il primo conflitto
mondiale.Dove, a pagare i conti, sono sempre i più deboli. ( Su questo
argomento aggiungo due note: relativamente a quella guerra si è scritto
anche del conflitto endemico fra vecchi e giovani, mentre ho motivo di
credere, con molto piacere, che per quanto riguardava il fronte italiano,
alcuni generali decimatori finivano anch’essi “decimati” con un salutare
colpo di fucile alla schiena). La brillante carriera di Douglas, il “figlio
del venditore di stracci” ( Rizzoli 1989) non è paragonabile a quella della
maggior parte degli altri attori hollywoodiani, magari più noti, proprio
per questo impegno REALE nella denuncia della perenne ingiustizia sociale.
In conclusione e proprio in questo senso, va vista la splendida
interpretazione del povero Vincent Van Gog, un grande artista i cui quadri
oggi valgono miliardi, mentre a lui venivano pagati con un pasto più o meno
caldo.
Giorgio Vitali