Gli “elmetti bianchi” ed il “sì” al referendum (in)costituzionale – Potpourrì di notizie dal mondo della disinformazione democratica

Potpourrì di notizie dal mondo della disinformazione democratica

I cosiddetti Elmetti Bianchi (White Helmets) sono i nuovi beniamini della sinistra. Dai
prezzolati o confusionari nostrani, seduti al Parlamento o in piedi fuori, al liberal americano
George Clooney, tutti li guardano con ammirazione. Addirittura gli hanno assegnato il
“premio Nobel alternativo per la Pace” ed erano candidati persino a quello ufficiale. Ma
assegnargli l’ambito premio sarebbe stato troppo sputtanante, visto che nel frattempo è
emerso che gli Elmetti Bianchi sono sostanzialmente un reparto di public relation e
propaganda del Fronte al-Nusra (ergo al Qaida in Siria), foraggiato da Soros e dal National
Endowment for Democracy, un’organizzazione governativa statunitense che sponsorizza
lautamente ONG utilizzate come battistrada e ausiliarie dei “cambiamenti di regime”. Il
fondatore degli Elmetti Bianchi, James Le Mesurier, è un ex ufficiale dell’esercito britannico,
già coordinatore dei servizi segreti di Sua Maestà in Kosovo. Il pesce non poteva che puzzare dalla testa.

E infatti, gli Elmetti Bianchi, sono caratterizzati da ciò che segue:
a) Dicono di essere indipendenti dai governi, ma sono pagati (esistono i documenti) anche dal governo USA.
b) Dicono di essere super partes, ma sono stati più volte colti a sventolare la bandiera di al-Nusra/al-Qaida ad
Aleppo Est.
c) Dicono di essere disarmati ma sono stati fotografati con le armi.
d) Dicono che il loro compito è aiutare i civili. Può essere che qualche volta accada. Ma abbiamo una serie di domande. Eccone alcune, che assolutamente non esauriscono la lista:
1) Come mai, se i bombardamenti russi e siriani sono così feroci, c’è bisogno di riciclare la
foto della stessa bambina “salvata” ripetutamente e in diversi periodi dell’anno.
Ammesso che il 27 agosto questa povera bimba, chissà perché, sia passata di mano in mano ai
“salvatori”, come mai è stata “risalvata” anche il 24 settembre, data dell’ultimo fotogramma?

E’ veramente così sfortunata da finire in continuazione sotto le macerie dei bombardamenti?
Il medesimo “salvataggio” compiuto dopo un bombardamento del 25 settembre e uno del 30 settembre.
Salvataggi che sfidano la Teoria della Relatività. Strabiliante!
2) Come mai c’è bisogno di sapienti makeup? Non ci sono i feriti e i morti veri? Io
immagino di sì, ma evidente c’è qualcosa che non quadra e che sfugge al buon senso.
4) Come mai i civili ad Aleppo Est sono solo 25.000/30.000 e gli Elmetti Bianchi,
amplificati dalle ONG occidentali, dicono che sono in pericolo 100.000 bambini? Non
penso che si riferiscano ai bambini di Aleppo Ovest dove si è rifugiato più di un milione e
mezzo di persone continuamente bombardate dai “ribelli moderati”, recentemente anche
con armi chimiche.
3) Come mai, se i bombardamenti russi e siriani sono così feroci, c’è bisogno di riciclare la
foto di una scuola delle Nazioni Unite distrutta a Gaza dai bombardamenti Israeliani e
contrabbandarla per due ospedali distrutti ad Aleppo Est? Ad Aleppo Est Non ci sono
edifici distrutti far vedere?
La delegazione francese all’ONU si è poi dovuta scusare per la menzogna.
5) Come mai, a proposito, gli Elmetti Bianchi e l’Osservatorio Siriano sui Diritti Umani ci
dicono ogni due giorni, amplificati dai vertici di Amnesty, Medici Senza Frontiere e
Human Right Watch, che un ospedale è stato distrutto? Veramente ci sono decine e decine
di ospedali ad Aleppo Est? E le fonti? Si sa perfettamente che l’Osservatorio Siriano sui
Diritti Umani è composto da una sola persona che si chiama Rami Abdel Rahman. In
aggiunta, il New York Times ha rivelato che questa persona è finanziata dall’Unione
Europea (Nobel per la Pace! ce la cantiamo e suoniamo da soli) e da un “paese europeo”
che però non ha voluto indicare. Ma non c’è bisogno di un grande sforzo d’immaginazione,
visto che Rahman vive a Londra ☺.
6) Come mai gli Elmetti Bianchi non obiettano alle esecuzioni sommarie dei tagliagole, ma
se ne stanno a vedere, pronti a infilare il cadavere del giustiziato nel sacco? E’ un loro
compito abituale?
7) Come mai questi valorosi, parlo proprio degli Elmetti Bianchi, assistono festanti alla
decapitazione di un bambino 12 anni? Questo l’ho già fatto vedere e ve lo risparmio. Ricordo
solo che un portavoce statunitense ha affermato che questi incidenti (sic!) non bastano a
classificare i “ribelli” di Aleppo Est come “estremisti”.
Poi possiamo chiedere ai nostri media e ai nostri politici, a partire da quelli di sinistra, come
mai rilancino tutte queste balle sesquipedali. Come mai non parlano mai dei civili di Aleppo
Ovest uccisi tutti i giorni dai tagliagole coi missili e i mortai, nonostante le denunce e gli
appelli dei vescovi, dei medici, dei volontari che stanno lì. Perché non parlano mai delle
migliaia di civili uccisi dai Sauditi nello Yemen con bombe fabbricate in Italia da una ditta
tedesca e trasportate in Arabia Saudita via Sardegna? Come mai non parlano delle decine di
civili in Iraq e in Siria uccisi tutti i giorni dalla “Coalizione anti Isis” a guida USA, ormai per
un totale di diverse centinaia? Io un’idea ce l’ho. E voi?
2. Perle di insania da disperazione e da autointrappolamento propagandistico
I grandi media USA-Nato, tutti presi da sfrenata predilezione per Killary Clinton
(ovviamente una “predilezione super partes”, come si addice a simili media di razza),
continuano a rilanciare le ossessioni della Madre di tutte le Guerrafondaie (essendo le altre,
Samantha Power, Victoria Nuland e altre erinni di formazione femminista e dirittumanista).
Occorre qui sottolineare che Il Manifesto (quotidiano comunista) non c’è l’ha fatta più, e
dopo essersi a stento frenato, ha raggiunto festante l’ammucchiata del mainstream
filoclintoniano. I vecchi amori non si scordano mai e meno che meno se ne scordano le
ginocrati che hanno in mano l’indegno foglio.
Sapete cosa accomuna la Clinton all’ISIS, al di là del suo utilizzo imperiale per scannare
stati sovrani? Il fatto che tutti e due hanno gli stessi finanziatori, cioè l’Arabia Saudita.
L’ISIS è finanziato per tagliare gole, lapidare donne e gettare omosessuali dalle torri, la
Clinton per parlare di diritti umani, femminili ed LGBT. A ciascuno il suo.
In casa Clinton ormai l’ossessione antirussa ha raggiunto livelli di guardia. Se ieri
accusavano Trump di essere poco meno di un agente di Putin, oggi che è scoppiato il nuovo
scandalo delle email riservate stanno risibilmente denunciando niente poco di meno che
presunti legami del direttore dell’FBI, James Comey, con Mosca. Siamo al delirio.

Questo vecchio cartellone è stato recentemente postato dal Ministero degli Esteri Russo, come commento alla russofobia occidentale ormai imperante. Secondo i nostri governanti la Russia è pronta: a) a invadere la Polonia, b) a invadere i Paesi Baltici, c) a invadere la Finlandia, d) a invadere la Georgia, e) a invadere l’Ucraina. Peccato che abbia deciso per l’anno venturo di ridurre le spese militari del 30%. I Paesi occidentali
invece le aumenteranno. E peccato che le sue forze armate siano progettate essenzialmente per la difesa. Ad esempio non hanno portaerei, che non servono assolutamente alla difesa ma a proiettare all’esterno la propria potenza (ce l’hanno Usa, Francia e UK). L’unica nave russa simile a una portaerei è l’Ammiraglio Kuznetsov, famosa perché sta arrivando davanti alle coste siriane. In realtà è un vecchio naviglio sovietico che fu costruito come compromesso tra chi allora voleva una vera portaerei per questioni di prestigio e chi
invece voleva un incrociatore perché di una portaerei non sapeva che farsene. Fatto sta che mentre tutto l’Occidente dichiara che Putin è uno Stalin senza baffi, il principe Charles è andato contro corrente dichiarando
che Putin è un “nuovo Hitler”. Ne è nato un putiferio diplomatico, ma non capisco perché, visto che Charles ha probabilmente visto esaudirsi il suo vecchio desiderio di diventare il Tampax di Camilla e da un Tampax non c’è
da aspettarsi chissà che. Obama, che secondo me inizialmente si fregava le mani (Michelle detesta la Clinton e ha colto l’occasione della nuova inchiesta per eliminare ogni riferimento a Killary dai suoi account Twitter), ora è preoccupato, perché se quelle email su dei legami gettano luce, essi sono di ben altro tipo e preoccupanti per lui. Perché sono quelli tra l’élite politica di Washington e la Fratellanza (e Sorellanza, ovviamente) Musulmana.

Vediamo.

Innanzitutto, il computer sequestrato dall’FBI è quello dell’ex parlamentare Anthony Weiner.
La sua ex moglie (con la quale continua a intrattenere rapporti politici) è Huma Abedin, capo
dello staff di Hillary. Cresciuta in Arabia Saudita, la Abedin vanta un padre che cura una
rivista specializzata nel riportare l’opinione dei Fratelli Musulmani. La madre di Huma,
Saleha Abedin, presiede l’associazione saudita delle Sorelle che fanno parte della Fratellanza
e ha lavorato con la moglie dell’ex presidente egiziano Mohamed Morsi. Suo fratello Hassan
lavora per conto dello sceicco Yusuf al-Qaradawi, predicatore dei Fratelli Musulmani e
consigliere spirituale di Al-Jazeera.

Ora, non ci vuole molto, per chi sa – e loro (intendo quelli a Washington) sanno, anche se a
noi i media non dicono niente – non ci vuole molto a capire che una nocciolina può tirare
l’altra. Noccioline come queste:
a) Il responsabile della campagna elettorale di Killary, John Podesta, ex segretario generale
della Casa Bianca sotto la presidenza di Bill Clinton, è il lobbista ufficiale dell’Arabia
Saudita al Congresso (per 200.000 dollari mensili).
b) La Fondazione Clinton ha impiegato come responsabile del suo progetto “Clima” Gehad
el-Haddad, uno dei dirigenti mondiali della Fratellanza. Al momento della cooptazione era
responsabile di una trasmissione televisiva coranica. Suo padre era stato uno dei rifondatori
della Fratellanza nel 1951, rifondazione dovuta alla CIA e all’MI6. Durante la campagna
elettorale di fratel Mohamed Morsi, Gehad è diventato il suo portavoce. Ora è quello ufficiale
della Fratellanza Musulmana su scala mondiale.
c) E’ un Fratello anche Mehdi K. Alhassani che dal 2009 al 2012 è stato membro del
Consiglio di Sicurezza Nazionale, la più elevata istanza esecutiva negli Stati Uniti. E’
difficile persino crederci, vero?
d) L’ambasciatore degli Stati Uniti alla Conferenza islamica, Rashad Hussain, è un Fratello.
e) Louay M. Safi, Fratello e membro della Coalizione Nazionale Siriana (antigovernativa,
ovviamente) è stato consigliere del Pentagono.
La lista di Fratelli negli USA è ancora lunga, anche se riguarda personaggi minori. Ma se
l’FBI intende seguire questa pista, rischia di imbattersi anche in Barack Obama, il
“presidente nero” che tanto ha fatto palpitare la sinistra fino al punto da paragonarlo a
Vladimir Luxuria vincitrice all’Isola dei Famosi. Era in realtà viceversa (vedi lo stupefacente
articolo di Liberazione, l’ex rivista di Rifondazione Comunista), ma i paragoni formano
tecnicamente una relazione di tolleranza, che è riflessiva e, qui sta il punto, simmetrica.

Perché può entrare in scena Obama? Perché il suo fratellastro, Abon’go Malik Obama, è il
tesoriere dell’Opera Missionaria dei Fratelli Musulmani in Sudan e presidente della
Fondazione Barack H. Obama. Abon’go lavora direttamente sotto il comando del presidente
sudanese Omar al-Bashir.

Da sempre sostengo che il lancio ufficiale della famigerata “primavera araba” che tanto ha
fatto scodinzolare la sinistra rosa, rossa e rossissima (si ricordino la Rossanda, Ingrao e tutti i
trotzkisti) è stato il famoso discorso di Obama al Cairo dell’aprile del 2009. Orbene, due
mesi prima di quel discorso, il presidente Obama aveva segretamente ricevuto una
delegazione della Confraternita allo Studio Ovale. Ma al momento del suo insediamento
aveva già invitato Ingrid Mattson, la presidente dell’Associazione dei Fratelli e delle Sorelle
Musulmani negli Stati Uniti.

Ora queste cose, risapute (non da noi che ce le tengono nascoste, ma da chi deve sapere) ma
tenute assopite, rischiano di emergere come una mina a scoppio ritardato.

Sostengo da tempo che Obama appoggia ufficialmente Killary ma nei fatti cerca di farle il
prato inglese sotto i piedi. Interpreto così il fatto che se ne è stato zitto quando l’FBI ha dato
notizia della nuova indagine sulla Clinton. Ma adesso appare preoccupato e ha fatto
affermazioni in stile berlusconiano sugli inquirenti, perché questi legami con qualche
probabilità rischiano, come si è visto, di coinvolgere anche lui.
A Washington regna il disordine legato alla guerra tra élite e strategie differenti. I
candidati alla Presidenza sono solo dei segnali, più o meno simpatici o più spesso antipatici,
più o meno capaci, più o meno presentabili, più o meno ambiziosi, dei rapporti di forza tra le
diverse fazioni (quando sono troppo indipendenti rischiano molto, vedi JFK e secondo me
rischia anche Trump).

Queste contraddizioni erano all’opera anche nella squadra di Obama: da una parte la Clinton
coi suoi accoliti e le sue accolite, dall’altra il senatore John Kerry che nel 1991 aveva invece
contribuito a far fallire la banca pakistana, registrata nelle Isole Cayman, BCCI, centro di
finanziamento delle operazioni segrete ordite dalla CIA coi Fratelli Musulmani e coi cartelli
latinoamericani della droga. Eppure nel secondo mandato Kerry è stato preferito alla Clinton
dal fratellastro del Fratello.

Dal canto suo, per l’FBI il sostegno alle organizzazioni jihadiste è un reato e quindi è
difficile che possa chiudere un occhio con troppa disinvoltura.
Se diamo invece uno sguardo allo schieramento di Donald Trump, notiamo che nella sua
squadra milita il generale Michael T. Flynn che è stato sempre decisamente e apertamente
contrario alla creazione del Califfato, voluta invece dalla Clinton, dal senatore repubblicano
John McCain (già avversario di Obama alle presidenziali del 2008), dall’ex direttore della
CIA, generale David Petraeus (poi finito in manette), e dalla lobby israeliana. E vi milita
anche Frank Gaffney, che ha denunciato la presenza dei Fratelli Musulmani nello Stato
federale. Ovviamente gli hanno dato del “cospirazionista”. Ora l’FBI rischia invece di dargli
ragione.

Come finire in bellezza? Ad esempio informando che Craig Murray, ex diplomatico
britannico, oggi rappresentante del Partito Nazionale di Scozia e amico di Julian Assange, ha
rivelato che la “gola profonda” di Wikileaks che tanto danno sta procurando a Killary, non
sta a Mosca, ma sta proprio a Washington! E proprio nell’entourage della Clinton!
Insomma, siamo in presenza di una perfetta guerra interna da basso impero.
Io non so se la Clinton ce la farà. Ad ogni buon conto, i suoi già hanno fatto sapere che non
escludono che cercheranno di invalidare una possibile vittoria di Trump. Un fatto inedito
nella storia americana e che la dice lunga sullo stato comatoso della loro “democrazia
perfetta”. E dato che il pesce inizia a puzzare dalla testa, c’è poco da stupirsi se anche le
democrazie europee stiano entrando in coma.

D’altra parte Cesare Romiti, già uomo forte della FIAT, lo disse senza peli sulla lingua già 20
anni fa: il prossimo futuro sarà caratterizzato dall’impoverimento della classe media in
occidente e da una democrazia sempre meno sostanziale e sempre più autoritaria. Se non mi
ricordo male parlò di una “pura apparenza democratica”.

Il referendum costituzionale di casa nostra va in quella direzione.

Tutto si tiene e tutto ormai si vede. Peccato che, come diceva il grande Altan, il trucco c’è,
si vede benissimo, ma non gliene frega niente a nessuno. E specialmente non gliene frega
niente ai sinistri e soprattutto ai sinistri della mia generazione.

Vero che fate il tifo per la Clinton e che voterete SI e che continuerete a votare PD? Non è vero, eh?

Piotr

Articolo collegato: http://altracalcata-altromondo.blogspot.it/2016/11/tutti-i-retroscena-della-disfida-tra.html
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Mio commentino: Mi scuso con i lettori per lo stato “confusionale” della grafica di questo articolo, ma trattandosi di “intelligence” giunta per vie fortunose non ho potuto aggiustarne la formattazione… P.D’A.

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