Democrazia autonoma renziana: “DALLA CITTA’ ALLA VOMITODEFORMA”

E’ da vent’anni ormai, poiché il sedicente “grande cambiamento” (sic!) avvenne negli anni ‘90 (la data precisa non la ricordo), che gli italiani gustano la grande soddisfazione democratica formale di eleggere il proprio sindaco, il quale poi nominerà la giunta di sua fiducia.

E, dunque, i cittadini comandano sul proprio territorio, dichiarerà l’ingenuo.

Ma da quando in qua i politici operano per dare potere decisionale ai cittadini ?

Fatta la legge, trovato l’inganno: sì, eleggete nominalmente il vostro sindaco, il quale poi non conterà un piffero, perché la sua capacità decisionale di spesa è bassissima, stante che dipende dai finanziamenti erogati dal governo (infatti i piddioti prima delle ultime elezioni amministrative strepitavano ai cittadini “badate a quel che fate, perché la vostra città rischia di perdere x milioni”; do you remember?).
Dunque il governo centrale ha il potere concreto di sostenere le amministrazioni politicamente amiche ed ostacolare le altre, in barba alla volontà popolare democraticamente espressa tramite “regolari” (ah!) elezioni.
“Ma il governo rappresenta la nazione nel suo insieme, e quindi cura gli interessi della popolazione, anche localmente!”, insiste l’ingenuo (o il malintenzionato).

Qui, già, tutti dovrebbero essersi accorti che il governo non rappresenta affatto la nazione, ovvero la sua popolazione, anzitutto in modo palese, visto che nemmeno il parlamento la rappresenta, a causa delle leggi truffa elettorali che falsano le quote rappresentative rispetto a quelle espresse dagli elettori con il voto.
E come non bastasse, non abbiamo più governi formati da persone elette dal popolo, bensì da nominati che raggiungono Palazzo Chigi col beneplacito della UE, tramite il ricatto di far fallire lo stato chiudendo i rubinetti dei soldi, visto che lo stato medesimo non dispone più di un compratore di ultima istanza per i suoi titoli di debito, quindi può finanziarsi solo con il consenso di UE e Bce, dirette da individui nominati, mai eletti da nessuno.

Il risultato potete osservarlo benissimo: il primo ministro di turno dichiara di voler avviare una spesa ? Deve andare a Bruxelles a discutere quel che vuol fare, sperando di ottenere approvazione, altrimenti non se ne fa nulla, il che, dati i rapporti di forza effettivi, significa che deve chiedere permesso a Frau Fhurer Merkel per sapere se può spendere o no i soldi italiani (a magra consolazione, tra Deutsche Bank ed altre disavventure bancarioe germaniche ora pure Frau Fhurer Merkel ha i suoi grossi grattacapi).

Quindi i cittadini eleggono un sindaco che deve chiedere permesso a un governo mai eletto da nessuno il quale pure deve chiedere il permesso ai vertici di una Unione mai eletta da nessuno che deve chiedere il permesso a banchieri mai eletti da nessuno.

Un commovente esempio di democrazia, non c’è che dire.

Ma di mezzo, quale impacciante perlomeno formale ostacolo a questa tragedia, si frappone la Costituzione italiana, sì, quella carta nata dalla resistenza antifascista scritta ormai 70 anni fa, che osa difendere i diritti fondamentali (e pure accessori) dei cittadini.

E allora come si fa ?

E allora, per evitare che la popolazione si sogni di riappropriarsi della democrazia si distrugge la Costituzione, e per farlo si usa la tecnica della polpetta avvelenata nascosta dentro la scatola di cioccolattni.

Dopo una adeguata campagna massmediatica orwelliangoebblesiana sui costi della politica, sulla riduzione dei parlamentari, sul rinnovamento (curioso, anche il progetto golpista P2 impiegava questa parola: rinnovamento democratico….), tutto condito di fiumi di nauseante retorica falsa e bugiarda si sforna un progetto di presunto nuovo titolo V che prevede di non farvi più votare i senatori, di vendere i beni pubblici proprietà delle amministrazioni locali (cosa non si fa pur di far cassa…..), di poter dichiarare guerra con un solo voto della Camera dei deputati, e che nomina ben 12 volte l’Unione Europea, specificando che la legislazione italiana si dovrà conformare alle indicazioni dell’Unione mai eletta da nessuno (si spera ricordiate tutti il macabro particolare che l’europarlamento è finto, poiché non ha potere legislativo, avocato dalle commissioni di nominati, cioè mai eletti da nessuno, che uniscono dunque i poteri esecutivo e legislativo in una sorta di junta golpista militare, salvo il dettaglio che invece dei carri armati ci sono i banchieri).

Ecco, dunque, che abbiamo a disposizione altri consistenti motivi per votare NO al referendum sulla deforma anticostituzionale dei tirannici schiformisti tanto amati dai grandi banchieri statuinitensi: a parte le ben note posizioni di J P Morgan e Goldman Sachs sulla distruzione della democrazia costituzionale italiana, non dimentichiamo che la Bce è a tutti gli effetti nelle mani della Fed americana.

Ogni cittadino dotato di residuo buon senso il prossimo 4 dicembre o voterà NO o voterà NO, onde respingere lo squallido tentativo euroamericano di continuare la costruzione della folle nuova tirannide: tertium non datur.

Vincenzo Zamboni

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