Mentre negli USA si svolge la farsa elettorale la guerra mondiale è già in corso…
*I nostri media stupidi e/o imbroglioni nemmeno hanno registrato che nel
giro di una settimana i russi e gli americani coi rispettivi alleati si
sono sparati addosso direttamente, ammazzandosi. Gli statunitensi (per la
precisione, il Pentagono) hanno ucciso militari siriani e russi nel
proditorio “first strike” di Deir Ezzor dello scorso 16 settembre e la
risposta russa di quattro giorni dopo è stato l’annientamento con tre
missili di una centrale operativa che nella regione di Aleppo coordinava i
tagliagole che occupano Aleppo Est e Idlib.*
*Ne avete sentito parlare dai nostri grandi media “indipendenti”? Dubito,
perché si è trattato di un attacco imbarazzante. Cioè le perdite sono state
imbarazzanti: trenta ufficiali di nazionalità israeliana, britannica,
qatariota, saudita, turca e infine, appunto, statunitense. Erano là tutti
uniti in amorosi sensi, inviati dai loro governi per smembrare uno stato
sovrano, laico, progressista e multiconfessionale tramite fuori di testa
lapidatori e decapitatori di al-Nusra/al-Qa’ida e tagliagole affini.*
*La conclusione è che russi e americani si stanno già ammazzando
direttamente in Siria. Una conclusione più precisa è che le forze armate
russe, su indicazioni del governo civile, hanno eseguito una rappresaglia
contro i generali del Pentagono, che pare invece non abbiano nessuna
intenzione di ubbidire al loro “comandante in capo” civile (il ministro
della Difesa Ashton Carter aveva detto apertamente che della tregua firmata
dal Segretario di Stato se ne faceva un baffo, et pour cause: leggete
qui: https://southfront.org/todenhofer-interview-with-al-nusra-commander-the-americans-stand-on-our-side/
).
E in the process, inevitabilmente contro gli alleati del Pentagono.*
La farsa delle elezioni statunitensi
*Pochi mesi fa un’infermiera statunitense che stava per morire di cancro
scrisse il proprio epitaffio, di sua mano: “Piuttosto di dover votare per
Trump o per la Clinton preferisco morire”. Povera sfortunata sorella nostra
americana. Sei stata grande!*
*Dopo il dibattito dell’altro giorno tra i due candidati la prima
impressione era quella di aver assistito a una puntata dei “Griffin” o dei
“Simpson”, quando queste due serie cartoon mettono a nudo con cinismo e
sarcasmo la pochezza, la miseria, dei potenti americani.*
*Pochezza e miseria di tipo completamente opposto: da una parte
un’arrogante wasp educata a Yale, con la puzza sotto il naso e divorata
dall’ambizione (nel senso letterale che è ambiziosa fino
all’autodistruzione), priva di una visione passabilmente ampia dei problemi
mondiali, dall’altra un Paperone palazzinaro, pratico e zotico, incapace di
fare un ragionamento filato più lungo di due subordinate, anzi, una e
mezzo. Hanno parlato pochissimo di politica internazionale, se non
dell’ISIS perché nell’immaginario americano, quello a cui si rivolgevano i
due candidati, l’ISIS è un Nemico Cattivissimo e tuttavia generico, che non
necessita di essere identificato in concreto. Perché nel concreto i due
candidati sanno che mediamente il loro elettorato a malapena può indicare
dove sono la Siria, la Russia, la Cina o l’Iran. Un elettorato per il quale
tutto ciò che è fuori dagli USA è un indistinto “Hic sunt leones”, una
regione incomprensibile. Sette miliardi di persone incomprensibili perché
non comprendono i trecento milioni di abitanti della “nazione
indispensabile”, o meglio non comprendono perché sia “indispensabile”.*
*La nazione indispensabile sta devastando i propri cittadini e sta già
preparando i campi di concentramento per loro, perché sa che tra poco non
riuscirà più a scaricare sugli altri Paesi gli effetti della crisi
sistemica e saranno grossi guai sociali. Eppure i cittadini devastati
continuano a mettersi le mutande patriottiche a stelle e strisce. Poi ci
meravigliamo che le vittime delle purghe staliniane si facevano fucilare
gridando “Viva Stalin!”. Ma è così che funziona la propaganda, l’ideologia,
la sindrome di Stoccolma, il mantra rincoglionente del”Siamo i migliori,
siamo indispensabili” e TINA (there is not alternative). Tuttavia i
cittadini devastati non riescono più a stare a sentire i loro politici top
level. I sondaggi dicono che Clinton e Trump sono i candidati meno popolari
di tutta la storia degli Stati Uniti. Qualcuno, come abbiamo visto, ha
preferito morire pur di evitare di dover scegliere uno dei due.*
*I commentatori dicono che dipende dalle loro personalità. La personalità
conta, ma conta poco in relazione a quanto conta la crisi sistemica.*
*Gli anni d’oro del capitalismo sfornarono John Kennedy. Possiamo dire
tutto quello che vogliamo, nel bene e nel male, su di lui, ma non che non
avesse idee e che non incarnasse una speranza. Perché all’epoca c’era la
speranza, l’economia tirava e le scelte all’interno delle grandi coordinate
usuali erano possibili. Tante scelte, anche quella di non fare la
guerra con l’Unione Sovietica. Oggi no. Oggi le scelte lungo la strada
solita non sono più possibili: o si va verso il disastro o bisogna
ripensare tutto da capo a piedi.*
*Il guaio è che i due candidati non vogliono ripensare tutto da capo a
piedi. Non vogliono perché non riescono a inquadrare i problemi se non nel
modo vecchio e perché nemmeno lo vorrebbero fare. Sono come dei dinosauri
che sono stati addestrati a fare i dinosauri e non possono far altro che i
dinosauri. Darwin con loro fallisce!*
*Così la proposta di Trump è fare la guerra alla Cina e quella della
Clinton è fare la guerra alla Russia. E tutti e due, Donald l’amico di Bibi
(Netanyahu) e Hillary l’amica dei Saud, vogliono fare la guerra all’Iran.*
*Qui c’è un’alternativa. Ma che bell’alternativa!*
*A prima vista, da un punto di vista statunitense, l’idea della Clinton è
più sensata di quella di Trump, perché la Russia è una minaccia più
immediata alla supremazia statunitense (troppo vicina a un’Europa
insofferente anche se leccapiedi e troppo spalmata sull’Eurasia) e un
ostacolo al contenimento della Cina. Per quello (e per il business delle
armi e della speculazione finanziaria e forse anche perché Trump ha detto
che non spingerà mai per primo il bottone) che il Pentagono e Wall Street
stanno con Hillary.*
*Ma entrambe sono ipotesi strategiche insensate, perché la Russia e la Cina
sanno benissimo che caduta una toccherà all’altra. Come farà la Clinton a
convincere i Cinesi che devono lasciare che la Russia (con cui condividono
un confine immenso) sia annientata (fisicamente e/o politicamente)?
Spaventando i Cinesi, gente che è abituata ad aspettare pazientemente di
vedere passare sul fiume il cadavere del proprio nemico? Come farà Trump a
convincere la Russia? TINA: la guerra, se la vogliono fare, devono mettersi
in testa che la devono fare con tutte e due assieme (se non altro perché
nel tempo in cui cercheranno di convincerne una, l’altra sarà in grado di
far polpette della superpotenza).*
*Ad ogni modo c’è chi vede in Trump una possibilità in più per evitare la
prossima guerra mondiale. Ad esempio Adam Walinsky, collaboratore sia di
John che di Bob Kennedy, del quale era lospeechwriter, una vita al servizio
del Partito Democratico e che suPolitico Magazine ha dichiarato
che
mettere l’accento sui difetti e gli errori di Trump vuol dire “evitare le
grandi domande sulla pace e la guerra, sulla vita o la morte del nostro
popolo e della nostra nazione .This is why I will vote for Donald Trump for
president”.*
*La crisi sistemica genera caos e ribalta tutto ciò che sembrava acquisito,
rimescola le carte in un modo che impressiona anche me, che pure me lo
aspettavo. Irrompe nelle nostre menti e nella nostra organizzazione sociale
con la forza di un’utopia evangelica ma coi contenuti di una distopia
satanica: non viene a metter pace ma spada, non a unire ma a dividere.*
*Ecco perché un ex collaboratore di Reagan come Paul Craig Roberts spende
tutte le sue energie per contrastare la politica guerrafondaia di
Washington, ecco perché un vecchio sincero democrat come Adam Walinsky
voterà per un molto controverso candidato repubblicano, ecco perché
la “sinistra antagonista” italiana non perde occasione di portare acqua al
mulino della propaganda guerrafondaia imperiale e gli ex-comunisti al
governo sostengono i neo-nazisti di Kiev e, su consiglio della JP
Morgan, cercano di bruciare sulla pubblica piazza la Costituzione nata
dalla Resistenza.*
(Piotr)
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Articolo collegato: Hillary o Donald. Dalla padella alla brace – http://paolodarpini.blogspot.it/2016/02/usa-dalla-padella-trump-alla-brace.html