Lettera aperta a Pierluigi Bersani
Caro Bersani, mi rivolgo a lei, una volta e vorrei sperare ancora oggi, incarnazione di una aspettativa di autentica e virtuosa metamorfosi della sinistra italiana (nella quale ho personalmente posto in passato fiducia), ma parlo, ovviamente, anche a tutti quelli che sentono di appartenere – a mio avviso, ancora troppo timidamente – alla cosiddetta minoranza PD.
Il quadro crescente di emergenza che vede il Paese scivolare sempre più rapidamente in derive antidemocratiche e di sempre più evidente perdita della sovranità popolare, non può non destare allarme, oggi più che mai preoccupante.
Dal martirio dei principi fondanti la nostra Costituzione attraverso l’insulso insulto del jobacts – moderna riconduzione a concezioni utilitaristiche (per non dire “schiavistiche”) del primo e inalienabile diritto della persona – alla letterale applicazione delle linee guida del Piano di Rinascita Nazionale di Licio Gelli in materia di informazione, tutto suona a tragica conferma della condizione subalterna dell’Italia a inquietanti ingerenze globaliste di triste e costante memoria per il nostro Paese.
Non lo dico io, da visionario complottista. Lo ha recentemente (e impunemente) affermato un ministro dell’attuale governo in pubblica assemblea.
“Oggi noi stiamo vivendo un enorme conflitto tra democrazia ed economia. Oggi, sostanzialmente, i poteri sovranazionali sono in grado di bypassare completamente le democrazie nazionali… i soggetti che si sono costituiti a livello sovranazionale, spesso non legittimati democraticamente, sono in grado di mettere le democrazie di fronte al fatto compiuto“. Il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, alla festa del Fatto Quotidiano il 3 settembre 2016.
In questo scenario si colloca una guida di governo in tutta evidenza a cura di una ridicola e impunita “Matteonetta”, imposta agli italiani, alla quale da troppo tempo ormai si sta, molto imprudentemente, permettendo di fare carne di porco della democrazia e del banale buon senso.
Bugie, tradimenti, accozzaglie indecorose che male celano la commistione della gestione della cosa pubblica con interessi affaristici e persino malavitosi, sono all’ordine del giorno. Fino all’affronto della “pubblicità ingannevole da magliaro” – come forse persino troppo bonariamente la descrive nel suo ultimo articolo Marco Travaglio – per imbrogliare la buona fede degli italiani nelle scelte vitali e potenzialmente catastrofiche del prossimo referendum.
Potrei andare molto oltre nel lanciare, come cittadino, questo grido di allarme, ma qui mi fermo perché sono tanto sicuro che il messaggio che lancio sia esaustivo (ancorché di molto ampliabile e tutto puntualmente e minuziosamente documentabile), quanto poco fiducioso che, pur leggendomi, o avendo da altri notizia di ciò che scrivo, possa ritenermi degno di risposta.
Mi fermo quindi e la saluto insieme agli altri che leggono in copia, con una speciale avvertenza e una domanda:
L’avvertenza: la rinuncia all’azione vera di contrasto di un regime di governo grottesco come quello attuale, coincide inevitabilmente con la complicità!! E in assenza di questa la responsabilità materiale e morale dello sfascio in atto è e ricadrà tutta e soprattutto su di voi……se continuerete a mostravi solo timida minoranza!
La domanda. a quando una manifestazione seria di piazza – o almeno di viale (Mazzini) – per un nuovo
No M day
Grazie dell’attenzione, Adriano Colafrancesco
www.adriacola.altervista.org
………………………..
Commento integrazione di Vincenzo Zamboni: “A giudicare dall’evolversi dei fatti sembra di poter dire che il renzismo, apogeo della lunga e noiosa fase di tentata costruzione, in Italia, di un corso storico di autoritarismo gerarchico, abbia iniziato ormai la sua irreversibile parabola discendente, nonostante i formali colpi di coda di regime progressivamente sempre più agonizzante. Non c’è troppo di che stupirsi, poiché a lungo andare è fisiologicamente inevitabile l’insorgere di fastidio e intolleranza da parte dei cittadini, i quali prima o poi ripudiano di fatto lo spirito di imposizione, seguendo una pulsione naturale verso la libertà, con discredito generale e perdita di potere reale delle figure che usurpano il potere politico e sociale. Buon tramonto, dunque, agli aspiranti tiranni di fasullo regime fantoccio…”