Una memoria su Carlo Azeglio Ciampi…. Pace all’anima sua

In prece di Carlo Azeglio Ciampi. Pace all’anima sua.
Non mi piaceva quando era e perché divenne Presidente della Repubblica. Poi però la figure che hanno ricoperto quella carica successivamente sono andate via via peggiorando. Povera Italia!

Ricordo a quell’epoca cosa successe. Bossi e la sua Lega parevano inarrestabili: era un crescendo wagneriano.
Ed in Europa si cominciava a parlare di moneta unica: il Super Marco teutonico cominciava a dar fastidio alle teste d’uovo di oltre Atlantico. La solita servetta francese, sulla spinta della giudaica Federal Reserve spinse alla moneta unica nel tentativo di arginare lo strapotere crescente Tedesco. Corsi e ricorsi storici…

I parassiti di Roma starnazzarono per essere ammessi nel salotto buono. Immemori, forse perché non erano in grado di capirlo, o forse perché piegati a 90° di fronte (meglio: di terga) al padrone yankee, della forza che la umile Liretta italica aveva dimostrato, permettendo attraverso il gioco dei cambi di favorire in modo significativo l’esportazione del “made in Italy”, chiesero l’ammissione alla moneta unica europea.
Pussa via! Risposero gli stati seri europei, non siete nelle condizioni previste.

Il panico scorse come un torrente nelle vene dei parassiti romani: se l’Italia non fosse entrata nella moneta unica europea, il Bossi (nonostante il condizionamento finanziario di Arcore) avrebbe avuto buon gioco a scatenare la minaccia della secessione, con la giustificazione, non del tutto campata per aria, che una doppia moneta nell’Italia esclusa, una al Nord ed una più debole al Sud, avrebbe favorito entrambe le realtà.
Effetto collaterale: decadimento totale o parziale della canea di parassiti regnante a Roma e dintorni. Bisognava correre ai ripari. Poco credibili e presentabili i parassiti di Roma, fu individuato nel Presidente (Governatore) della Banca d’Italia l’unica faccia che ancora aveva una qualche credibilità nel salotto buono.

E Ciampi partì.

Si presentò col cappello in mano, parente povero, nelle cancellerie d’Europa, invocando misericordia e tratteggiando la “losca” e “luciferina” figura del Lumbard su uno sfondo color nero inferno: “Quello fa la secessione”, piangeva i Governatore.

L’Europa (leggi: quelli che contano. Francia, Olanda e soprattutto Germania. A quell’epoca il Regno Unito per fortuna era fuori dai piedi) fece due conti.

Un Nord Italia con produttività da record e industrie, agricoltura, commerci e turismo assolutamente all’avanguardia, era un cliente troppo pericoloso, se non incatenato e controllato dalla moneta unica. Cliente scomodo e poco incline alla sottomissione.

Quindi si degnarono ad ascoltare il “grido di dolore” che si levava alto dai parassiti romani ed ammisero l’Italia nel consesso.

Però.

Però dissero a chiare lettere che sapevano benissimo che i conti presentati dal Governatore erano falsi e manipolati. E dissero che facevano finta di nulla, a patto che l’Italia importasse prodotti agricoli francesi e tedeschi, che fosse disponibile alla svendita di settori importanti dell’economia, soprattutto industriale e turistica dello Stivale, che si impegnasse a mettere a posto i registri contabili in breve tempo. Che fosse in pratica sotto tutela.

Cosa che poi si è avverata puntualmente: oggi la bandiera nazionale dovrebbe essere un drappo bianco con la scritta “SALDI”.

Il Governatore fu premiato dai parassiti per la riuscita della missione. Fu eletto Presidente della Repubblica.
Tutta l’operazione è stata l’ennesimo esempio della fine annunciata del sistema, e Carlo Azeglio Ciampi ne è stato uno dei becchini più importanti.

Pace all’anima sua.

Fabrizio Belloni

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