No alla guerra continua – Fermiamo la mano morta di renzi in Libia
Credo che sia necessario prendere posizione pubblica contro la missione italiana in Libia.
Non perché le nostre parole siano decisive ma perché iniziare a pronunciarsi contro questa missione farà muovere anche gli altri.
I motivi per protestare non mancano
-e’ missione di guerra, se fosse umanitaria dovrebbe soccorrere anche i feriti dell’ Isis o della controparte di Tripoli come fanno Emergency e altre ONG. Chiamarla Ippocrate e’ ipocrita, strumentalizza tutti i medici e migliaia di loro ci darebbero ragione, di tutte le tendenze politiche.
-Si dice contro l’Isis, ma l’Isis non era stata sconfitta a Sirte? E Haftar non e’ nemico armato di Serraj, almeno per ora, eppure Serraj e’ sostenuto da uno schieramento molto piu’ integralista di quello che sostiene Haftar. Insomma la lotta al terrorismo non c’entra niente.
-l’Italia ha enormi interessi in Libia, interviene con le armi per questi. Non siamo nemmeno poveri ingenui, siamo i piu’ influenti in Libia, indipendentemente che governi Gheddafi, Serraj, Fratelli musulmani o altri. Il nostro gasdotto e’ sempre in funzione. Il gas alle citta’ libiche lo fornisce una societa’ dove l’Eni partecipa al 50%,anche ora, nel 2016.Nessun nostro sito produttivo per ora ci e’ stato tolto.
-E’ dimostrato, e sostenuto anche da commentatori moderati ormai, che con questi interventi armati il incrementano il terrorismo e non lo combattono.
Ci sono molti altri argomenti ancora.
Allora scusate se vi chiamo ancora all’impegno, ma qualcuno deve iniziare, e se non lo fa nessuno lo dobbiamo fare noi: chi ha animato la rete NoWar, chi ha tentato la campagna, non molto riuscita per ora, per l’ uscita dalla Nato, chi contribuisce ai siti di controinformazione che sono piu’ di uno ma devono aiutare anche a sostenere una opposizione alle guerre.
Per favore cerchiamo di reagire. Dobbiamo dare un segnale, non scrivere testi che rimarranno immutati nei secoli per i posteri.
Marco Palombo – Lista No Nato
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Commento di Vincenzo Brandi: “Penso bisogna rivolgersi al Parlamento, tagliato fuori furbescamente da Renzi, Pinotti e soci, che fanno la guerra senza dichiararla. Quindi, una manifestazione al Parlamento, come Nowar, anche in pochi (e chiamando anche altre forze disponibili: Lista No Nato, PCI ex-PCDI, RdC, Peacelink?), e una richiesta diretta di ascoltare la nostra voce ai parlamentari disponibili (sicuramente i parlamentari 5 Stelle delle commissioni esteri e difesa, forse in questo caso anche Sinistra Italiana).
PS. E ribadiamo anche la necessità di ritirare le sanzioni alla Siria, l’altra piaga aperta in questo momento.”
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Commento di Marinella Correggia: “…appunto, non c’è solo la Libia, ma le sanzioni affamanti alla Siria (il Comitato contro le sanzioni ha prodotto un opuscolo molto utile e ha una petizione in corso e giacciono mozioni in parlamento) e l’export di armi ai Saud per bombardare lo Yemen (anche lì c’è una petizione e una mozione ma il Gentiloni e la Mogherini sono in ginocchio dai re)”
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Messaggio di Pace:
Dopo aver occupato, oppresso e depredato la Libia dal 1911 alla seconda guerra mondiale, dopo averne bruciato i villaggi, avvelenato i pozzi, giustiziato i resistenti, chiuso in campi di concentramento o deportato la popolazione, uccidendone un terzo, l’Italia torna a muovere guerra alla sua ex-colonia. Non contento di avere, con il governo Berlusconi, a fianco di Francia, Stati Uniti, altri paesi della Nato e satrapi del Golfo, trasformato in sanguinario caos un paese un tempo prospero e pacifico, che non minacciava nessuno, il governo Renzi, vassallo di quello Usa, ne esegue l’ordine per una nuova aggressione.
Nascondendosi dietro alla richiesta del regime fantoccio dei Fratelli Musulmani di Tripoli, inventato dall’ONU e capeggiato da Al Serraji, ma privo di qualsiasi legittimità democratica e alla mercè di bande jihadiste, la ministra di Guerra Roberta Pinotti invia, in aggiunta a forze speciali italiane Nato già presenti, 300 militari a Misurata, supportati da forze navali e aeree, mascherando tale intervento sotto il camice umanitario di alcuni medici e infermieri.
Interviene a gamba tesa in una situazione che vede contrapposti nello scenario libico vari attori dalle diverse protezioni internazionali: dal governo di Tobruk, legittimato dal voto popolare e in passato riconosciuto dalla “comunità internazionale”, a quello islamista di Tripoli, a quelli del tutto fittizio di Al Serraj e alle numerose tribù e relative milizie allineate a diversi referenti esteri.
Ieri come oggi, gli Occidentali che intervengono in Libia lo fanno a detrimento della sovranità, dell’unità e del benessere del popolo libico e nel proprio esclusivo interesse economico. Gli eccessi militaristi della Pinotti e del governo Renzi non conoscono tregua: militari in Iraq con il pretesto di difendere una diga o di addestrare milizie curde; forze speciali in Siria che favoriscono la distruzione e la spartizione di un paese sovrano; spedizione militare in Libia. Tutto sempre con scelta unilaterale, passando sopra il parlamento, a fianco di chi ci dettano gli Usa (che così risparmiano soldi e uomini) in sostituzione di un approccio diplomatico, equilibrato, di pacificazione.
Dobbiamo opporci con tutte le forze a questa ennesima, irresponsabile, iniziativa militare che, come tutte le altre, provocano infiniti lutti e devastazioni e costituiscono autentici crimini di guerra e contro l’umanità
Via dall’Iraq, dalla Siria, dalla Libia, dal’Afghanistan. Rispetto per la sovranità dei popoli. Pace!
Fulvio”
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Documento di Peppe Sini:
NO AL FOLLE INVIO DI CENTINAIA DI SOLDATI ITALIANI NEL CARNAIO LIBICO
Ricorrendo a uno squallido, infame escamotage la ministra della Difesa e il Ministro degli Esteri annunciano il prossimo invio di centinaia di soldati italiani in Libia, follia delle follie.
La Libia e’ ridotta nelle attuali tremende condizioni di guerra civile a causa della scellerata guerra mossa contro quel paese dall’Italia e da altri stati terroristi, veteroimperialisti e neocolonialisti nel 2011; inviare oggi soldati italiani in Libia in nessun modo puo’ contribuire a salvare le vite, a far cessare la guerra, a ripristinare un ordinamento giuridico che possa far cessare i massacri e gli orrori e che possa evolvere in uno stato di diritto.
Inviare oggi soldati italiani in Libia e’ un ennesimo scellerato e insensato atto di guerra da parte di un paese che e’ tragicamente tra i primi responsabili della guerra e delle innumerevoli vittime che dal 2011 ad oggi essa ha mietuto e tuttora miete.
Inviare soldati italiani in Libia significa esporli con certezza all’elevatissimo pericolo di essere uccisi come a quello di uccidere, significa contribuire vieppiu’ alla guerra e alle stragi, significa favoreggiare di fatto un ulteriore avvitarsi di quel conflitto, significa promuovere nuovi orrori.
Altro occorre: pace ed aiuti umanitari, sostegno diplomatico e supporto tecnico ad una soluzione negoziale dei conflitti tra gli attori politico-militari locali non terroristici che ripristini un’organizzazione statuale con piena giuridisdizione sull’intero territorio che ponga fine a tutte le uccisioni e ricostruisca le infrastrutture civili del paese a beneficio della popolazione e non di milizie stragiste e di potentati economici colonialisti e schiavisti.
L’Italia torni al rispetto dell’articolo 11 della Costituzione che ripudia la guerra.
L’Italia torni al rispetto del diritto alla vita di ogni essere umano.
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Aiuti umanitari si’. Interventi armati no.
Strutture mediche si’. Armi assassine no.
Aiuto alla ricostruzione delle infrastrutture civili si’. Strumenti di guerra no.
La pace si costruisce con la pace, con il disarmo, con la smilitarizzazione.
La legalita’ e la democrazia sono incompatibili con le guerre e le stragi, sono incompatibili con le occupazioni militari straniere, sono incompatibili con la fin spudorata complicita’ con i mercanti di morte e le organizzazioni assassine.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la nonviolenza puo’ salvare l’umanita’ dalla catastrofe.
Il “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” di Viterbo”