Musulmani contro musulmani, per compiacere sion – Pellegrinaggio alla Mecca: i sauditi-wahabiti estromettono abusivamente gli iraniani
Non sorprende… Anche questa trovata è opera di sion.
Ovest contro Est (guerra fredda)
Occidente contro Islam,
Islam contro Islam…
L’Arabia Saudita getta il velo e fa quello che mai si sarebbe creduto
possibile: il prossimo pellegrinaggio a Mecca (Hajj) sarà interdetto ai
fedeli musulmani iraniani. Le ragioni politico-religiose di questo
gesto blasfemo sono evidenti. Infatti, il regno dei finto-musulmani di
Riad, ed i loro alleati, non possono più tollerare la santa battaglia
degli iraniani che, oltre a combattere in Libano, Yemen e Siria, si
battono globalmente sul fronte della difesa del vero Islam da quello
spurio dei wahabiti. Secca la risposta dell’Ayatollah Ali
Khamenei, che ha definito i reali sauditi “dinastia maledetta
dell’ingiustizia” e “piccoli poveri diavoli al servizio del grande
Satana, l’America”. Senza dimenticare l’assoluta incapacità
dell’Arabia Saudita di custodire e garantire questo luogo sacro, nel
cui pellegrinaggio l’anno scorso perirono quasi 2.500 persone.
(www.repubblica.it) – L’hajj, il pellegrinaggio alla Mecca che
rappresenta uno dei cinque pilastri dell’islam, dovrebbe unire tutti i
musulmani del mondo. Ma il rito che inizierà sabato 10 settembre sta
mettendo in risalto quest’anno la spaccatura profonda fra le
confessioni sunnita e sciita, facendo esplodere la rivalità fra Arabia
Saudita (il paese che ospita il pellegrinaggio) e Iran. Teheran e Riad
sono impegnate in una serie di guerre per procura sui fronti della
Siria, dell’Iraq e dello Yemen. Quest’anno, per la prima volta da
circa 30 anni, ai pellegrini iraniani sarà impedita la partecipazione
all’hajj.
Il presidente iraniano Hassan Rohani ha chiesto che a Riad sia tolta
la competenza sull’hajj. “I paesi della regione devono coordinare le
loro azioni per punire il governo saudita”. Riad sarebbe colpevole di
“sostenere il terrorismo e versare il sangue dei musulmani in Iraq,
Siria e Yemen”. Il leader religioso di Teheran, l’ayatollah Ali
Khamenei, ha usato toni ancor più coloriti, definendo i reali sauditi
“dinastia maledetta dell’ingiustizia” e “piccoli poveri diavoli al
servizio del grande Satana, l’America”.
“L’Iran sta disperatamente tentando di politicizzare l’hajj” ha
replicato Abdel Latif Zayani, segretario del Consiglio di Cooperazione
del Golfo, un’organizzazione di cui fanno parte il regno saudita e le
altre monarchie del Golfo. Il gran muftì saudita (una sorta di papa
locale) ha lanciato la sua scomunica: “Gli iraniani non sono
musulmani. Sono seguaci dei magi” ha detto riferendosi alla religione
zoroastriana cui i persiani credevano prima dell’islam, e di cui resta
ancora qualche traccia nel paese. La replica di Mohammed Javad Zarid,
ministro degli esteri iraniano, è arrivata via Twitter: “Nessuna
somiglianza fra l’islam degli iraniani & l’estremismo bigotto dei
chierici wahabiti & le prediche dei maestri del terrore sauditi“.
L’anno scorso, il 24 settembre, durante un momento di ressa del
pellegrinaggio, ci fu una strage e a morire fu una maggioranza di
pellegrini iraniani (464 su un totale di 2.426). Nella guerra di
parole di questi giorni, Khamenei, ha accusato i sauditi di “omicidio”
e di “incompetenza”. Riad, temendo che i pellegrini iraniani vogliano
sfruttare il rito per manifestare idee politiche e “scandire slogan
capaci di perturbare la sicurezza”, come ha accusato l’erede al trono
saudita Mohammed ben Nayef, ha negato loro i visti d’ingresso. Il
principe si riferiva a un episodio risalente al 1987, quando un gruppo
di pellegrini iraniani organizzò una manifestazione di protesta a due
giorni dall’inizio dell’hajj. La polizia saudita aprì il fuoco e più
di 400 persone, in maggioranza sciiti, vennero uccise. Dopo
quell’episodio l’Iran boicottò il pellegrinaggio per tre anni.
A gennaio 2016 Riad aveva rotto le relazioni diplomatiche con Teheran
dopo l’attacco della propria ambasciata nella capitale saudita. I
manifestanti sciiti erano infuriati per l’esecuzione della condanna a
morte, da parte dei giudici del Regno, del loro sceicco
Baqir al-Nimr, uno degli oppositori della dinastia degli al-Saud. Che
al loro titolo di “Guardiani dei luoghi santi” – e di leader politici
della regione – non vogliono di certo rinunciare.
Britesco