Italia renziana – Peggio della STASI: “Anche i pubblici dipendenti alla mercè delle spie (private)?”
Stasi è l’abbreviazione di Ministerium für Staatssicherheit, “Ministero per la Sicurezza di Stato”, abbreviato in MfS o popolarmente in Stasi appunto, infatti essa era la principale organizzazione di sicurezza e spionaggio della Germania Est (RDT). Rimase famosa per avere arruolato numerosi tedeschi dell’Est per il controllo delle attività dei propri concittadini, in modo da poter impedire il sorgere di moti contro il governo autoritario della Germania Est. (Wikipedia)
Un dipendente pubblico, come ogni altra categoria di dipendenti, può essere spiato da un 007 privato… così sembrerebbe stando a quanto affermato da alcuni quotidiani online. Novità sorprendente per uno come me che credeva nella “inviolabilità” del pubblico dipendente da parte di investigatori che pubblici non fossero.
Premetto, onde evitare equivoci: chi ruba, si assenta senza permesso, sfrutta leggi e leggine per fare i comodi propri etc. va punito severamente,senza se e ma. Pubblico o privato che sia, deve pagare un prezzo, proporzionalmente alla mancanza compiuta, licenziamento compreso.
Ovviamente tutti i cittadini, che del pubblico impiego hanno una pessima opinione (spesso giustificata), se potessero prenderebbero pure a frustate (in deroga al buonismo imperante) chi riceve uno stipendio dallo Stato e poi si comporta in modo indegno, ed è comprensibile, solo che la gran parte dei pubblici dipendenti non usa comportarsi in modo simile e da questi fatti riceve solo “danni collaterali” quali il risentimento (a volte odio e disprezzo tangibile) di una opinione pubblica aizzata anche attraverso alcuni media (e le azioni di reprimenda da parte dei governativi al potere n.d.r.).
Chiarito questo, rilevo però la grave mancanza di questa novità giuridica: dove sta la reciprocità?
Se un dirigente può affidare a dei privati (come, con quali impegni di spesa, mediante bando pubblico o a “trattativa privata”?) le indagini su un suo sottoposto, è data al pubblico dipendente facoltà di ingaggiare un Marlowe per comprovare violazioni ed abusi che ritenga vengano commessi ai suoi danni?
Sarebbe bene che,se è giusto spiare chi timbra il cartellino e se ne va a pescare o chi finge di assistere la mamma invalida e poi si reca dal parrucchiere in ore di ufficio, una pari opportunità venga offerta al dipendente vittima di stalking lavorativo oppure di molestie.
Senza contare i comportamenti dirigenziali e della “catena di comando” gerarchica posti in essere nel caso di presenza di reati vari quali norme igieniche,di sicurezza etc…che,per trovare riscontro,andrebbero segnalati dal dipendente “agli organi competenti”..ovvero a “se stessi (gli organi)”.
Per tagliar corto: se lo stato (rappresentato dal dirigente che prende la decisione) è autorizzato ad assumere un privato per investigare su un pubblico dipendente, tale facoltà deve essere concessa pure allo stesso dipendente per investigare e comprovare comportamenti illeciti a suo danno..
Questo “riequilibrio” morale e giuridico già non sarebbe tale in quanto il travet dovrebbe pagare lui il (salato) onorario allo 007 (senza licenza di uccidere) assunto mentre se lo fa il dirigente paga Pantalone…. però sarebbe perlomeno equo.
Accadrà? Ne dubito…, visto lo scempio messo in atto nel settore del lavoro privato, non ho alcuna fiducia nella “giustizia” !
Oggi possono licenziare un lavoratore con la scusa che ha “scritto male della azienda su Facebook”…ma lo stesso non può raccogliere prove sul padrone che pianga miseria e non paga,su un consiglio di amministrazione che decida di licenziarlo,su dove siano finiti i soldi della liquidazione ed i mancati versamenti Inps,su tante altre mancanze che lo riguardano ma difficili da controllare e comprovare (sempre che sia in grado di pagare le spese di investigazione).
Risultato…? Una conquista dei tempi attuali con lavoratori pubblici e privati sullo stesso piano: di maggiore debolezza verso chi comanda e si fa le leggi a favore !
Vincenzo Mannello