NATO: “La guerra ci serve come il pane…”
Cosa abbiamo visto negli ultimi anni? Un incremento delle tensioni ai margini della carta geografica. Manovre continue della NATO nei paesi baltici ed in Polonia, ravvolte in dichiarazioni retoriche molto alte nei toni.
In Ucraina, una situazione tesa di impasse in una guerra che è’ ben lungi dall’essere terminata. Dall’altro lato del mondo, attivita’ militare senza precedenti nel Mare del Sud della Cina, ad ugual modo sottolineata da abbondanti discorsi poco conciliatori.
Nessuno arriva a interpretare correttamente questi scenari, tuttavia nel Medio Oriente tutti muovono le loro carte- e le loro bombe – sui piani desertici della Siria e dell’Iraq.
Non si tratta di processi isolati, indipendenti, estranei gli uni agli altri. Le loro connessioni si scorgono meglio se passiamo dalla guerra alla politica ed aspettiamo la nuova rete di trattati transnazionali e, in particolare, ai due movimenti gemelli: il TTP (trattato Transpacifico) e TTIP (trattato Trans Atlantico) che Washington pretende di firmare con l’Unione Europea. Entrambi i trattati disegnano un ampio spazio commerciale -ma anche, implicitamente, politico e militare, che significa, uno spazio di potere- con al centro gli Stati Uniti, che attraversa i due oceani per comprendere dalle coste asiatiche fino alla grande pianura Centroeuropea. Non è’ un caso che le frontiere di questo grande spazio vengano a coincidere precisamente con gli attuali punti di tensione militare in Europa orientale e nel Mare del Sud della Cina.
Per visualizzare meglio lo scenario , buttiamo lo sguardo sulla mappa. cambiamo pero’ il punto di prospettiva: non andiamo a mettere l’Europa al centro, come normalmente fanno gli europei, ma l’America. Vedremo cosi’ in questo modo un amplio insieme che si estende da questo nuovo centro verso i lati e i cui margini si vanno a situare precisamente nei punti dei conflitti più’ intensi. Immaginiamo adesso che su questa mappa rappresentiamo come vettori i movimenti politici degli ultimi 10 anni ; l’incorporazione delle repubbliche post comuniste europee -mediante Washington – alle economia della UE, il cinturone di fuoco delle ingannevoli “primavere arabe”, la nuova amicizia degli Stati Uniti con la Repubblica comunista del Vietnam, ecc..
Tutti questi vettori segnalano, invariabilmente, in una stessa direzione: dal centro – questo centro che adesso si trova in Nord America -verso la periferia. I movimenti geopolitici dell’ultimo decennio coincidono nell’espandere l’egemonia nordamericana attraverso degli oceani e chiudere la Russia e la Cina nello spazio continentale euroasiatico.
Alla stessa dinamica appartengono, come risposta, i movimenti sino-russi di cooperazione attraverso la nuove istanze come l’Organizzazione di Shanghai. Le potenze di terra di fronte a quelle del mare, come nei più’ classici trattati di geopolitica. Dopo tutto il vecchio Carl Schmitt aveva ragione.
Noi ci troviamo attualmente ad assistere quindi ad un grande movimento di espansione degli Stati Uniti? Non esattamente. Bisogna insistere: Washington è’ il motore, senza dubbio, ma quello che stiamo vivendo gia’ non risponde ad un unico padrone dell’espansionismo ma ad una ventata di espansione molto più’ ampia.
Risulta importante ricordare che la tendenza più’ accentuata a livello mondiale è’ l’ambizione di edificare un nuovo ordine planetario, un sistema di convivenza tanto economico che politico, che includa l’insieme del pianeta.
Questo processo non è recente ne’ risponde a congiure segrete. Al contrario questo forma parte manifesta del progetto generale della modernità’, per lo meno dai tempi di Emanele Kant, che espose questo progetto nell’Idea di una Storia Universale in chiave cosmopolita e nella Pace perpetua che preconizzava l’instaurazione di uno Stato Mondiale come contesto morale per risolvere i conflitti che affliggevano il vecchio mondo.
Conviene qui ricordate la Storia del Pensiero per comprendere quello che sta accadendo oggi………
Josè JAVIER Esparza – Fonte: El Manifiesto
Traduzione: Luciano Lago