Libia. Quanto territorio controlla davvero Sarraj? – Michele Marsiglia: “Purtroppo la Libia è divisa e dei tre governi in carica uno solo è riconosciuto dalla comunità internazionale”
Libia. Quanto territorio controlla davvero Sarraj?
“Il governo e’ colpevole di mancata comunicazione sulla situazione libica. Abbiamo chiesto a più riprese di inserire in calendario audizioni per affrontare il tema, ma oggi così come in passato non riceviamo risposte in merito. Ci sono cose più importanti delle Olimpiadi in Brasile, come invece affermato dal Premier Renzi”.
. E’ questo il duro j’accuse di Michele Marsiglia, Presidente di FederPetroli Italia, che intervistato da H2Oil chiede al Governo maggiore chiarezza sulla reale situazione internazionale dopo i bombardamenti americani su Sirte che, secondo quanto dichiarato dal Presidente Barack Obama, dureranno almeno un mese. Una situazione altamente instabile che danneggia tutte quelle aziende che operano nel settore dell’oil e gas in Libia.
“Per noi la situazione è critica –ha proseguito Marsiglia – le assicurazioni hanno immediatamente innalzato le polizze, abbiamo criticità con le lettere di credito delle banche e sulle prenotazioni per i moli dove devono attraccare le navi. Una situazione drammatica per le aziende e come FederPetroli in questo momento consigliamo di non avvicinarsi al territorio libico. Non sappiamo quanto dureranno i raid, ma soprattutto ci allarma il silenzio di un’azienda come ENI che ha in Libia circa il 25% del suo business, ma che ha interrotto ogni tipo di comunicazione sulla reale situazione nel Paese.
Purtroppo la Libia è divisa e dei tre governi in carica uno solo è riconosciuto dalla comunità internazionale, il che rende tutto più difficile. Di fatto siamo tagliati fuori da ogni tipo di comunicazione, una situazione che alla lunga non è più sostenibile e crea un clima di incertezza per le nostre aziende”. Il Presidente di FederPetroli Italia, tornando poi a parlare della situazione del centro oli di Viggiano (Potenza), non risparmia un’altra stoccata ad ENI: “Mi chiedo per quale motivo lo stabilimento sia stato chiuso per tutti questi mesi, quando si poteva andare avanti almeno con parte della produzione. Rimaniamo perplessi dal comportamento di Eni”.
Intervista del Presidente della Federpetroli, Michele Marsiglia, pubblicata da Agenparl
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Commento ricevuto dalla Lista Comitato No Nato: “Il Centro Oli di Viggiano (cui ho dedicato parte del docufilm “L’Italia al tempo della peste”) è rimasto chiuso per ordine della magistratura che lo aveva sequestrato e gli aveva inibito ogni attività produttiva. Questo in seguito alla scoperta che l’ENI, oltre a compiere varie illegalità gestionali e fiscali, iniettava nei suoi pozzi esauriti, e quindi nel sottosuolo fin nelle falde, i residui tossici di lavorazione del petrolio avvelenando mezza Basilicata. Scoperta dovuta alle annose denunce della popolazione e delle organizzazioni ambientaliste, da me registrate per il TG3 fin dal 1995. Ricordo un inserto di 4 pagine del “manifesto”, qualche mese fa, non presentato come pubblicità, in cui si magnificava la visita di una scolaresca agli impianti ENI in Basilicata e il valore ecologico delle sue attività.
Per cui non si capisce il senso dell’osservazione di Marsiglia, bonzo della Federpetroli.
Gli attacchi all’ENI di questi giorni, relativi a presunte tangenti a Algeria e Nigeria (tangenti praticate da tutte le compagnie petrolifere), puzzano di strumentalità come l’operazione Regeni (dipendente del masskiller John Negroponte in Oxford Analytica) e paiono ancora una volta diretti contro i rapporti tra ENI (Italia) ed Egitto, anche alla luce del ruolo di disturbo per la Nato che l’Egitto svolge in Libia con il generale Haftar e con l’unico governo democraticamente eletto che è quello di Tobruk.” (Fulvio)