Chi è “dio”? E’ maschio o femmina? Esiste o non esiste? E qual’è il sesso degli angeli? – Discussione teologica canicolare
Scrive Stefano Panzarasa.: “…appena tocchi la parola Dio tutti si irritano… Eppure dietro il Dio patriarcale delle religioni monoteiste c’è la violenza alla natura, le donne e gli animali. E’ così strano che le persone normali non se ne vogliano rendere conto…”
Mio commentino: “Dio deriva dal sanscrito dyaus; “brillare”, “emettere luce”, “splendore”. Dal sanscrito Dyaus a Deus il passo è breve. La trasposizione della divinità al maschile, con l’esclusione del femminile, è una invenzione giudea, fatta propria dal cristianesimo e dall’islamismo. Queste sono le religioni patriarcali in assoluto che meritano di essere sradicate dalla società…. Ci vorrà tempo. Non è il concetto di “dio” in se stesso che è negativo ma è l’accezione che gli si da come creatore separato dalla sua creazione, infatti alcuni preferiscono chiamarlo “divinità”. Div è il prefisso personalizzante, può essere attribuito a Deva (maschile) o Devi (femminile). Comunque l’attribuzione ad un entità antropomorfa è successiva, all’inizio valeva solo il significato di “splendere” “emettere luce”, il che riporta alla svastica che è il simbolo solare. In India ed anche nella civiltà indoeuropea la divinità ha continuato a mantenere una duplice valenza: il maschile (Shiva) come inerte coscienza e il femminile (Shakti) come energia attiva. Il discorso è lungo…” (P.D’A)
Replica di Stefano Panzarasa: “Bella sintesi caro Paolo. Che in India ci sia stato un simbolo solare 11.000 anni a.C. non mi stupisce, altri simboli simili comparvero nell’Antica Europa nello stesso periodo all’incirca. Giustamente il Dio antropomorfo è arrivato più tardi (patriarcato) ma è quello che c’è adesso (per i semplici che comunque sono tantissimi… – il Dio padre). Ora il punto non è neanche più se Dio esiste o no (gli atei negandone l’esistenza è come se partecipassero ad un gioco le cui regole sono fatte dall’avversario – i credenti…). Il punto è che dobbiamo cercare una nuova sacralità della vita e Berry la trova nell’universo (anche dicendo che solo così i cristiani potranno evolversi e magari non estinguersi… e anche gli atei, aggiungo io). Quindi quando qualcuno mi cita Dio che senso ha? Cosa c’è sotto? Cosa mi vuole inculcare?”
Commento di Caterina Regazzi: “Quanto vi piace chiacchierare……… Dio…. Dea…. scusate, ma chi ha detto che se c’è una forza superiore che ha dato origine all’universo o che lo governa, questo debba essere identificato come un essere maschile o femminile? Secondo me tutte e due le opzioni sono fallaci, questa forza non può avere una forma, un nome e così tanto meno un sesso…. si diceva pure che non aveva senso disquisire sul sesso degli angeli, figuriamoci su quello di una (eventuale) divinità! Certo che col patriarcato i “furbi” maschietti avranno trovato opportuno dargli un aspetto a loro simile, ma di anni ne sono passati… A leggere questi discorsi torno ad apprezzare il mio essere una agnostica spirituale. Non ho la presunzione di dire che Dio è in me o che sono io, lo lascio dove è, ma so che nel mio cuore c’è uno “spirito buono” e che mi piace coltivarlo e coccolarlo (o coccolarla)…”