Depistaggio politico sulla strage di Orlando – La vera ragione dell’eccidio non deve trapelare dai media
Sulla strage di Orlando si sono scatenati i mass media per depistare l’attenzione politica da un fatto chiarissimo: Omar Mateen ha urlato che stava uccidendo -degli innocenti- perché voleva che gli Stati Uniti smettessero di bombardare l’Afganistan, sua terra d’origine. Un crimine folle, ma motivato dalla sua opposizione ad un crimine lucido, molto più vasto e continuato.
Questo è il fatto politico da cui si vuole depistare l’attenzione mondiale.
I depistaggi usualmente vengono commessi da chi ha commesso o commissionato un crimine, ma anche da chi è solidale con quei criminali e li vuole proteggere, impedendo che vengano individuati come autori del crimine. Tipicamente, i depistaggi vengono effettuati da associazioni criminali (mafie), da associazioni eversive o da poteri statali, (polizie, servizi segreti: possono essere deviati ma anche fedeli esecutori del potere governativo).
La strategia della tensione, teorizzata e promossa in USA e attuata in diversi paesi, con l’Italia in prima linea, è stata poi occasione e teatro di molteplici depistaggi; le metodologie principali sono state quelle del False Flag (crimine sotto falsa bandiera per attribuirne la paternità a quella bandiera) e quella del False Planning ( Non si mistificano gli esecutori ma i mandanti).
I depistaggi più rozzi sono quelli in cui si costruiscono delle piste totalmente false e appositamente costruite: indizi, testimonianze e prove false contro falsi colpevoli, per nascondere i veri colpevoli; il caso Giulio Regeni in Egitto ne è un ottimo e terribile esempio. Quelli più raffinati invece utilizzano fatti verosimili, parzialmente o totalmente veri per costruire una pista attendibile che porti ad un falso colpevole.
Nel nostro mondo culturale dominato dai mass media si stanno affermando altre tipologie di depistaggio che possiamo riunire nella formula del depistaggio politico. Tornando alla strategia della tensione, è stato notato che in Italia le elezioni politiche sono state precedute da numerosissime ed eclatanti notizie di attentati, omicidi politici, gambizzazioni. Si trattava di fatti veri, probabilmente c’era una componente di False Planning, nel senso che erano promossi e incrementati da chi curava quella strategia, ma certamente venivano amplificati a livello di informazione. Erano esempi di depistaggio politico: lo scopo era quello di depistare i cittadini elettori da certi problemi politici (malgoverno, corruzione, violazione di principi democratici, abusi di potere…) per orientare i cittadini a considerare invece preminenti i problemi di sicurezza ed ordine pubblico. Altre volte accadeva che giornali e Tv rigurgitassero continuamente fatti di cronaca nera descrivendo delitti raccapriccianti. I fatti erano (quasi sempre) veri, ma chi ne ha studiato le statistiche ha scoperto che non erano in aumento, anzi: spesso erano in diminuzione rispetto a periodi precedenti in cui erano più frequenti ma meno “attenzionati”.
Perchè questi depistaggi politici fossero efficienti era necessario disporre di mass media sostanzialmente asserviti, o perchè controllati dagli stessi poteri che effettuavano i depistaggi, o semplicemente perchè erano state epurate le teste pensanti: gli analisti politici e i giornalisti investigativi che non si accontentavano delle verità ufficiali ma cercavano di svelarne i retroscena.
Ormai questo asservimento non è affatto raro: è diventato pressochè normale e questo permette di effettuare tanti altri depistaggi politici. Il meccanismo è lo stesso del depistaggio relativo a autori e mandanti di un crimine, ma ormai in questi depistaggi accade che fra il depistatore, gli autori, i mandanti dei crimini e le piste false non esista alcun rapporto diretto: soltanto una generica solidarietà (o forse collusione) di appartenenza con chi ha interesse al depistaggio. Non si tratta necessariamente di appartenza mafiosa o politica, si tratta di professionisti intellettuali che hanno trovato retribuzione, spazio e carriera seguendo certe direttive, solo talvolta esplicite, dei “poteri che contano”, che possono essere indifferentemente lobbies, multinazionali, poteri finanziari, organizzazioni politiche o massoniche, ma anche semplicemente piccoli poteri locali o sottogovernativi.
Accade ad esempio che i mass media esaltino il lucroso (per loro) progresso delle industrie agroalimentari che con ogm, fertilizzanti, antibiotici e ormoni promettono di risolvere il problema della fame nel mondo, depistando l’attenzione politica dal problema del controllo delle nascite, di sfruttamento dei suoli, di distruzione degli ambienti naturali, di inquinamento, di danni alla salute, di selezione di pericolosi batteri antibiotico resistenti…
Attualmente è in atto un clamoroso depistaggio politico. Riguarda l’attentato di Orlando, in Florida: Omar Mateen ha ucciso una cinquantina di persone e ferito altrettante. Su quali argomenti si illumina l’attenzione dei mass media?
Sul fatto che le vittime fossero omosessuali, il che porta a dare la colpa all’omofobia dell’attentatore.
Sul fatto che la prima moglie avesse capito le tendenze omosessuali di Omar, il che darebbe la colpa alla sua omosessualità e al suo senso di colpa per quelle tendenze.
Sul fatto che la seconda moglie avesse capito le sue intenzioni, ma non le avesse denunciate alla polizia, il che darebbe la colpa alla moglie.
Sul fatto che l’FBI non abbia controllato a sufficienza l’attentatore, già segnalato per tendenze e fatti Jihadistici, il che darebbe la colpa all’insufficiente controllo sui cittadini (non basterebbe il Patriot act !).
Sul fatto che l’attentatore lavorasse per la G4S, una di quelle equivoche società di polizie private, il che darebbe la colpa alla diffusione di “giustizieri privati” in Usa e nel mondo.
Sul fatto che l’attentatore fosse islamico praticante, il che darebbe la colpa all’islamismo.
Sul fatto che Omar si fosse potuto tranquillamente e legalmente comperare un fucile da assalto e migliaia di munizioni, il che darebbe la colpa alle armi.
Sul fatto che la NRA (National Rifle Association), la potentissima lobby delle armi si compera senatori Usa in entrambi i partiti per favorire il commercio interno delle armi, il che darebbe la colpa alla NRA e ai senatori corrotti.
Sul fatto che il primo emendamento della Costituzione Usa sosteneva il diritto dei cittadini di armarsi per difendersi, ma in un periodo in cui la polizia era inesistente e in cui il massimo livello tecnologico erano le -oggi- ridicole pistole Colt a sei colpi singoli, pure difficili da ricaricare, il che darebbe sempre la colpa alla NRA, ma forse anche al progresso tecnologico o alla Costituzione Usa…
In questo lungo (e incompleto) elenco ciascuno può trovare fatti incontestabili o credibili o possibili e può avere la sua opinione sulla rilevanza di quei fatti nel causare o meno la strage di Orlando.
Ma c’è una notizia che manca: sui media la si trova, perchè sono raccontate le testimonianze di alcuni sopravissuti alla strage, ma non le è stata data alcuna rilevanza: il depistaggio politico sta proprio lì, nell’aver nascosto quel movente della strage, chiaramente urlato da Omar, e aver dato rilevanza a tutti gli altri.
Omar Mateen, nato in Usa e di origine afgana, criticabilissimo per tanti aspetti, era angosciato dalla sua impotenza a fronte di un delitto inaccettabile e prolungato: i govenrni Usa, repubblicani o democratici, da anni bombardano l’Afganistan e uccidono cittadini afgani con i loro droni.
Se un commentatore politico o semplicemente un giornalista si soffermasse ad esaminare questi crimini dovrebbe riconoscere che sono assolutamente contrari ad ogni principio di diritto e ad ogni principio morale, non solo islamico, ma anche cristiano, ateo, buddista…
Si tratta di un fatto di rilevanza politica? Certo, perchè quei crimini sono avvenuti o avvengono per esplicita iniziativa del governo Usa e dei suoi alleati (governo italiano compreso).
E allora? beh… è proprio il caso di effettuare un gran bel polverone in cui tanti intellettuali professionisti dell’informazione depistino i cittadini perchè non si accorgano di questo fatto politico: un bel depistaggio politico.
Geri Steve
Fonte: Agoravox
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Commento di Piero:
E mentre negli Usa la Convenzione delle chiese Battiste del Sud ha decretato a stragrande maggioranza di vietare l’uso della bandiera confederata (Deo gratias! è proprio il caso di dire) il pastore battista di Sacramento (California), Roger Jimenez, ha affermato che l’uccisione di 50 omosessuali (e quindi, per lui, “pedofili”) è “una cosa buona. Così da oggi Orlando è più sicura” (sic!).
Gli Usa, come tutti gli imperi, sono un grande paese. Grande nel bene e grandissimo nel male. E ancor più grande nel male è questo impero che decade senza avere il sostegno di una profondità storica e culturale e con la prospettiva che per la prima volta nella storia del capitalismo, lo scettro potrebbe essere perso dall’Occidente a vantaggio di due potenze che, tanto per dirne una tra mille, nemmeno usano l’alfabeto latino e con una che addirittura parla un linguaggio che non pretendo che sia impastato col Latino, come anche l’Inglese è, ma che non è nemmeno indoeuropeo. Suoni inafferrabili, prima ancora che incapibili, dall’orecchio occidentale.
Uno shock. E uno shock che genera a ogni piè sospinto insania mentale, oltre che politica.
Piero
P.S. Ho cercato il termine Depistaggio Politico su Wikipedia e non l’ho trovato. Ma non ho trovato neanche il termine Depistaggio, neanche su Wikipedia in versione inglese: ho provato con : diversion, distraxtion, misdirection…
Credo che sia un interessante caso di depistaggio culturale, su cui una settantina di anni fa George Orwell ha scritto nel libro “1984″…