Indicazioni CARC per le Elezioni amministrative del 5 giugno: come usare il voto, quali prospettive

I comunisti devono approfittare e usare le elezioni amministrative del 5 giugno 2016, gli scioperi e le manifestazioni per il rinnovo CCNL metalmeccanici, la campagna referendaria per il No alla controriforma della Costituzione di Renzi-Napolitano per lo stesso obiettivo: incitare le masse popolari prendere in mano il governo del Paese, perché nessun miglioramento della situazione è possibile senza un governo costituito dalle masse popolari organizzate.

I comunisti devono prendere ovunque iniziative per mobilitare e organizzare le masse popolari, per estendere e rafforzare la loro resistenza e renderla fruttuosa per la creazione delle condizioni necessarie per costituire il Governo di Blocco Popolare e contribuire così alla rinascita del movimento comunista. Con la rinascita del movimento comunista arriveremo a instaurare il socialismo, l’unico sbocco positivo alle masse popolari della crisi generale del capitalismo e contribuiremo al successo della seconda ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il mondo, come risposta dei popoli oppressi e delle masse sfruttate alla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti.

La crisi politica in cui versano i vertici della repubblica Pontificia è tale che il governo del loro “uomo forte” è sempre più in bilico – vedi La maledetta primavera di Renzi. A metterlo in difficoltà si combinano le manovre, i colpi bassi e la guerra per bande che le varie fazioni conducono uno contro gli altri per non perdere posizioni di prestigio, di rendita e di potere; la mobilitazione delle masse popolari contro gli effetti della crisi (mille forme di resistenza, protesta, denuncia e contestazione in ogni angolo del paese, esistono anche se non hanno alcun risalto mediatico); le “scadenze” della lotta politica cui la borghesia chiama a partecipare le masse popolari, in particolare il referendum del 17 aprile (il cui esito è stato tutt’altro che incoraggiante per il governo Renzi), le elezioni amministrative del 5 giugno, il referendum sulla riforma costituzionale del prossimo autunno. Questa premessa inquadra, sinteticamente ma efficacemente, il contesto in cui si svolgono le elezioni amministrative del 5 giugno e in un certo modo ne spiega il valore.

Sono elezioni amministrative che per il contesto in cui si svolgono e per le città che coinvolgono hanno valore politico nazionale, sono in concatenazione con l’esito del referendum del 17 aprile e coltivano un terreno potenzialmente favorevole per la vittoria del NO al referendum costituzionale del prossimo autunno. In questo senso, ben lungi da essere il principale strumento attraverso cui cambiare il corso politico del paese sono uno strumento per:
· sviluppare le contraddizioni entro i vertici della Repubblica Pontificia e in particolare per indebolire ulteriormente il governo Renzi-Bergoglio;
· promuovere e sviluppare la creazione di organizzazioni operaie e popolari, sostenerle nell’assumere un ruolo di nuove autorità pubbliche, favorire il processo di costruzione di una nuova governabilità dal basso dei territori, delle città e del paese.

In questo modo e con questi obiettivi abbiamo usato la campagna elettorale, dedicandoci al secondo aspetto dei due (che è il principale) e facendo importante esperienze di aggregazione, organizzazione e mobilitazione delle masse popolari, sia nelle città in cui si svolgono le elezioni [Lista disoccupati e Precari di Roma, Liste Disoccupati e Precari di Milano, riappropriazione di spazi chiusi e abbandonati], sia in città in cui non si svolgono. Solo a Cassino (FR) siamo stati promotori di una lista elettorale, Riscossa Popolare, strumento anch’essa per perseguire i medesimi obiettivi, in condizioni particolari (esistenza di un nostro Consigliere Comunale uscente).

Nei mesi scorsi, insomma, ci eravamo prefissi di usare i sommovimenti propri della campagna elettorale per imparare a promuovere ordinariamente la mobilitazione per costituire Amministrazioni Locali di Emergenza.
Abbiamo per questo motivo scelto di non promuovere alcuna lista (a eccezione di Cassino), di non candidare nostri compagni in altre liste (unica eccezione a Milano) e di non legarci le mani mettendoci al carro di liste esistenti: “Unire quello che l’elettoralismo divide. Sia chi si candida per vincere, sia chi si candida per avere un Consigliere Comunale, ma anche chi si candida per “fare propaganda”, in un modo o in un altro si contrappone agli altri. Le elezioni sono l’ambito prediletto affinché ogni forza presenti le sue “ricette” alle masse popolari contrapponendosi agli altri concorrenti, le elezioni sono visibilità e ricerca del consenso, ogni lista opera per affermarsi sulle altre.

La nostra decisione di non presentare alcuna lista e di non presentarci in alcuna delle liste promosse da altri (tranne a Cassino, come già detto), risponde alla volontà di dedicare tutte le nostre forze, tutti i nostri compagni, tutte le nostre risorse alla creazione delle condizioni per costruire Amministrazioni Locali di Emergenza.

Sosteniamo tutte le forze organizzate e non e i singoli che esprimono nella pratica una tendenza positiva o che assumono nella pratica un ruolo positivo nell’organizzazione, nel coordinamento, nella mobilitazione e nel protagonismo delle masse popolari, dei lavoratori e degli operai, in qualunque lista si candidino.

Promuoviamo unità d’azione fra candidati di liste diverse e forze organizzate che sostengono liste diverse con l’obiettivo di creare uno schieramento “trasversale” che usi la campagna elettorale per favorire il campo delle masse popolari a prescindere dall’esito delle elezioni; indichiamo fin da ora alle masse popolari di sostenere candidati che non si fermano alle dichiarazioni, alla denuncia, alle promesse, ma che iniziano a fare ora, con i mezzi che hanno a disposizione e la visibilità di cui godono, quello che promettono di fare se e quando saranno eletti. (…)

Misureremo l’esito del nostro intervento, come anche l’esito della campagna elettorale, non in base a chi sarà eletto e con quanti voti, ma sul numero e la qualità di organizzazioni operaie e organizzazioni popolari che avremo contribuito a costruire, su quante ne avremo orientate, su quanto e come lavoratori e operai schierati in liste diverse hanno avviato o stretto legami per sviluppare il coordinamento sul territorio, da quante iniziative di irruzione ai comizi avranno fatto i movimenti popolari, da quanti e quali soluzioni straordinarie saranno state prese dall’Amministrazione o le saranno state imposte per fare fronte agli effetti della crisi. Per chi votare? Chiaro, a questo punto, che l’indicazione di voto è solo l’ultima e minore delle questioni. Sostenere una sola lista di quelle che si candidano a rappresentare gli interessi delle masse popolari significa limitarsi le possibilità e gli spazi per intervenire sulle altre, significa legarsi le mani, che invece vogliamo libere per operare in ogni ambito vi siano le condizioni e gli appigli” – da Amministrazioni Locali di emergenza, come usare le prossime elezioni per costruirle –

Resistenza 3/2016. Direzione Nazionale

Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza – per il Comunismo (CARC)
Via Tanaro, 7 – 20128 Milano – Tel/Fax 02.26306454
e-mail: carc@riseup.net – sito: www.carc.it

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