No alla “cannabis” di stato – Lasciate che la canapa cresca libera nei nostri campi e giardini…
In questi giorni, in ambiti governativi, si torna a parlare di “legalizzazione della cannabis”, ovviamente per motivi di “cassa” poiché legalizzare la canapa porterebbe enormi utili alle casse dello stato… Così si apre un’altra frontiera delle tasse, dello sfruttamento popolare, dopo la statalizzazione del tabacco e dei liquori e quella del gioco d’azzardo si passa alla vendita della canapa con il bollino di stato. Veramente non sarebbe la vera canapa, quella da sempre coltivata in Italia, ma una canapa “aggiustata”, da sballo… Ma, secondo me, non dovremmo andare verso la legalizzazione bensì verso la liberalizzazione e non chiamare questa pianta cannabis, marijuana ecc, dandogli l’accezione di “droga”, ma chiamarla con il suo nome comune: canapa. Solo la canapa esiste, un’unica pianta che a diverse latitudini e climi ha proprietà diverse, esattamente come l’uva (come scritto nel mio articolo: https://circolovegetarianotreia.wordpress.com/2015/08/12/la-canapa-bioregionale-non-e-droga/).
Finché la canapa bioregionale non potrà ritornare libera nei nostri campi e giardini, assieme a tutte le altre piante medicinali, alimentari e di varia natura, non potremo mai attuare una sana ecologia botanica. Mentre la legalizzazione della “cannabis” porterà ad un ulteriore indebolimento della società, soprattutto del mondo giovanile. Già vedo ovunque torme di giovani dediti a perder tempo con tablet e telefonini, bevendo birrette ed aperitivi e fumando sigarette, a tali vizi poi si aggiungerà la cannabis di stato atta ad ottenebrare ulteriormente le coscienze.
La soluzione -come ripeto- è la liberalizzazione della coltivazione della canapa bioregionale, dai molti usi e con basso tasso di cannabinolo.
Paolo D’Arpini